Ambrogio Fogar, esploratore: biografia e curiosità

Ambrogio Fogar è stato un importante esploratore, scrittore e conduttore televisivo. Riconoscimenti, vita privata e curiosità da conoscere

Pubblicato: 24 Febbraio 2024 11:26

Stefania Bernardini

Giornalista

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv prevalentemente di cronaca, politica, economia e spettacolo

Ambrogio Fogar è tra i pochi uomini ad aver raggiunto i luoghi più inospitali della Terra e, allo stesso tempo, i cuori del pubblico. Una vita dedicata all’avventura, passione che nasce in lui sin da giovanissimo, e alla divulgazione delle sue imprese. Il motto per descrivere questo personaggio potrebbe essere racchiuso nella frase “Fare, ma anche fare conoscere”. Navigatore, esploratore, scrittore, documentarista, viaggiatore e conduttore televisivo, la sua esistenza è stata piena di esperienze coraggiose, traguardi raggiunti e riconoscimenti fino a essere nominato Commendatore della Repubblica Italiana e avere ricevuto sia la medaglia al valore marinaro che la Medaglia d’Oro alla memoria, conferitagli nel 2015 dal Comune di Milano. Dalle origini ai successi, passando anche per la vita privata e il decesso: cosa sapere su Ambrogio Fogar. 

La passione per l’avventura

Ambrogio Fogar è nato a Milano il 13 agosto del 1941 ed è il secondo di quattro fratelli. Sin da piccolo sviluppa una curiosità quasi provocatoria verso i limiti umani, specialmente i propri. Ancor prima di compiere diciotto anni, già dedica tempo ed energie a piccole e grandi imprese, per esempio attraversa per ben due volte le Alpi con gli sci e compie varie scalate di rilievo. Vede per la prima volta il mare a Trieste, città natale del padre. Si diploma in ragioneria e prende parte alle competizioni sciistiche della Marcialonga in Italia e della Vasaloppet in Svezia, gareggiando sulle distanze di 70 km e 90 km. Poco più che maggiorenne inizia a praticare il paracadutismo e si dedica in seguito al volo acrobatico. Poco dopo aver terminato il servizio militare di leva, rischia la vita in un incidente durante il suo 56º lancio: per un inconveniente tecnico il paracadute non si apre e precipita a 100 km/h. Fogar si salva quasi per miracolo e come risposta a quanto accaduto decide di arrivare ancora più in alto, ovvero consegue senza neanche troppa fatica il brevetto di pilota di piccoli aerei acrobatici. Nel frattempo s’iscrive alla facoltà di scienze politiche all’Università cattolica del Sacro Cuore, abbandonandola successivamente per i tanti lavori diversi che svolgeva per finanziarsi le sue imprese. In questi anni lavora infatti come venditore , comparsa alla Scala di Milano, paracadutista, scalatore e fa molte altre cose. È anche radioamatore con il nominativo I2NSF.

Le prime grandi imprese ed esplorazioni

Tra la fine degli anni ’60 e gli inizi degli anni ’70 che il giovane Fogar si lascia affascinare dal mare e partecipa a varie regate nel Mediterraneo. Nel 1972 attraversa il Nord-Atlantico in solitaria e per quasi tutto il viaggio senza l’uso del timone a causa di un’avaria. Questa impresa, chiamata Ostar 1972, lo porta a essere uno dei primi due italiani ad aver compiuto un tale viaggio. Nel 1973 pubblica per la Bietti “Il mio Atlanticoun libro che si aggiudica il premio CONI per la letteratura e il Premio Bancarella Sport. Dal 1º novembre 1973 al 7 dicembre 1974, per un totale di 402 giorni esegue la circumnavigazione della Terra in solitaria e in controcorrente, con uno sloop, un tipo di barca a vela, chiamato “Surprise“. È il primo italiano a compiere una tale avventura e il quarto al mondo dopo lo statunitense Joshua Slocum e i britannici sir Francis Chichester e Chay Blyth. Nel 1974 viene premiato con la Medaglia d’oro al valore atletico dal Coni e riceve il Grifone d’oro. Il 13 gennaio 1975 è anche nominato Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Inoltre pubblica il bestseller “400 giorni intorno al mondo”. 

Il naufragio e la conquista del polo Nord

Il 6 gennaio del 1978 salpa da Mar del Plata in Argentina verso l’Antartide. Il 18 gennaio, al largo delle isole Falkland, i segnali radio alla capitaneria di porto si interrompono a causa di un’orca che urta l’imbarcazione in cui si trova Fogar insieme all’amico Mauro Mancini. Mentre il mezzo affonda, i due riescono a mettersi in salvo su una zattera riuscendo a recuperare un pezzo di pancetta e un kg di zucchero. Sopravvivono in mare bevendo acqua piovana e nutrendosi di una specie di telline che si attaccava al fondo della zattera. Il 2 aprile, dopo 74 giorni alla deriva, vengono finalmente individuati e soccorsi dal mercantile greco “Master Stefanos. Sia Fogar che Mancini sono in gravissime condizioni, Mauro muore per shock anafilattico a causa di una dose di penicillina alla quale era allergico. A causa della perdita dell’amico, per più di un anno Fogar resta lontano da nuove imprese. Tra il 1879 e il 1980 pubblica vari libri che ottengono vari premi e riceve la medaglia d’oro al valore marinaro. Negli anni ’80, insieme a Claudio Schranz, fa due spedizioni polari e trascorre due mesi in Alaska per imparare a guidare i cani da slitta. Qui conosce Armaduk, un husky dal quale non si separerà più e con il quale trascorre 51 giorni tra i ghiacci polari per la conquista a piedi del Polo Nord.

Dalle avventure estreme alla Tv

Sempre negli anni ’80 inizia a prendere pare a radio-documentari fino a quando Mediaset gli propone di condurre un programma Tv sugli sport estremi. Nasce “Jonathan – Dimensione Avventura” che vince il Gran premio internazionale dello spettacolo e il Telegatto. Conduce poi altri programmi e fonda una casa di produzione. Dopo il mare e i ghiacci, partecipa pure a tre edizioni del Rally Dakar nel deserto e disputa maratone fino a ottenere il premio Panathlon International.

L’incidente e l’ultima spedizione

Il 12 settembre 1992 Ambrogio Fogar è vittima di un gravissimo incidente in Turkmenistan, durante il rally Pechino-Mosca-Parigi. La sua auto si ribalta a causa di una grossa pietra nascosta sotto la sabbia. Il compagno a bordo Giacomo Vismara esce miracolosamente illeso, mentre Ambrogio subisce la frattura della seconda vertebra cervicale e rimane quasi completamente paralizzato. Questa disgrazia non doma comunque il suo spirito d’avventura. Nel 1997, su una sedia a rotelle basculante, partecipa al giro d’Italia in barca a vela. Muore il 24 agosto del 2005 a causa di un infarto. Nello stesso anno del decesso è insignito dell’Ambrogino d’oro alla memoria. 

La vita privata e le curiosità

Dal 1971 al 2005 Ambrogio Fogar è stato sposato con Maria Teresa Panizzoli, dalla quale nel 1975 ha una figlia, Francesca. Da un’altra relazione, nel 1996 ha avuto una seconda figlia Rachele che si è laureata in Scienze linguistiche e Letteratura straniera alla Cattolica di Milano con una tesi sul padre dal titolo: “No Limits, l’esperienza giornalistica di Ambrogio Fogar”. La ragazza, insieme a Linda Morselli, ha preso parte anche a un’edizione di “Pechino Express”. Negli anni ’70 Ambrogio è stato padrino di cresima di Guido Meda. Negli anni ’80, il suo cane Armaduk viene contrattato da un’azienda che produce alimenti per animali e, oltre ad avere il suo nome e la sua immagine sulle confezioni, intraprende anche dei tour promozionali. Sia Ambrogio Fogar che Armaduk, inoltre, sono diventati personaggi della LEGO. Il 7 dicembre 1998 all’esploratore è stato dedicato l’asteroide della fascia principale 25301 Ambrofogar, corpo celeste scoperto da Andrea Boattini e Maura Tombelli.

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