11 marzo 2004, Madrid

L'11 marzo è diventato il Giorno della Memoria delle vittime del terrorismo in Europa, una data che è stata scelta per commemorare l'anniversario della strage di Madrid

Pubblicato: 11 Marzo 2022 10:59

DiLei

Redazione

DiLei è il magazine femminile di Italiaonline lanciato a febbraio 2013, che parla a tutte le donne con occhi al 100% femminili.

Vi prego, anche se dovete mentirmi, ditemi che mio figlio è morto senza soffrire.

Questa è solo una delle voci di chi, in quel dannato giorno, ha perso tanto. Ha perso tutto. Questa mamma ha perso suo figlio e lo racconta commossa e straziata nel documentario prodotto da Netflix, 11M: gli attentati di Madrid, che ripercorre la storia di una delle più grandi ferite sanguinanti della storia. Alla sua voce, si unisce anche quella di Vera che aveva solo 9 anni quando ha perso il papà in quella stazione in cui l’uomo si recava ogni giorno.

E poi ci sono le voci delle altre persone: sono i sopravvissuti, quelli che attoniti hanno assistito agli attacchi terroristici, e sono quelli che sopravvivono oggi perché hanno perso i genitori, gli amici o i familiari.

Sono passati diversi anni da quel maledetto 11 marzo 2004, ma dimenticare non è possibile. Non è possibile perché la Spagna, in quella data, ha subìto un attacco efferato e micidiale, che ha squarciato la pelle e ha colpito dritto l’anima e il cuore del Paese intero.

Di quella giornata, che nella città del sole già profumava di primavera, restano le immagini nitide di treni spaccati a metà, di corpi esamini, di vigili del fuoco che accorrono per salvare vite. Di confusione, di urla strazianti, di ricerche interminabili da parte di chi non era su quei treni, ma su quei treni aveva la parte più importante del proprio cuore.

Fonte: Getty Images
11 marzo 2004, Madrid

Ore 7:39: la prima esplosione

Alle ore 6e45 il treno 17305 partiva dalla stazione di Guadalajara per raggiungere quella di Chamartín. Alle ore 7:00 si metteva in moto il treno 21431 dalla stazione di Alcalá de Henares per raggiungere quella di Alcobendas, seguito poi da quello successivo, il treno 21435 delle 7:10.
Alle 7:15 il treno 21713 partì dalla stazione di Alcalá de Henares per arrivare alla stazione di Príncipe Pío.

A bordo c’erano donne, uomini, studenti universitari e lavoratori, persone che percorrevano abitualmente qui binari a bordo del treno per raggiungere le scuole o il lavoro. Ma quel percorso di routine si è trasformato in un viaggio nell’inferno più terribile, quello dal quale in molti non hanno fatto più ritorno.

Alle ore 7:39, infatti, a mentre le carrozze percorrevano i binari per raggiunger le stazioni di destinazione tre bombe sono esplose sul treno 21431 fermo all’interno della stazione di Atocha. Quello era solo l’inizio, però, perché pochissimi secondi dopo esplodono altre quattro bombe sul treno 17305 vicino Téllez.

Alle 7:41 e alle 7:42 altre tre bombe esplodono, rispettivamente sui treni 21435, all’interno della stazione di El Pozo, e 21713 in corrispondenza della stazione di Santa Eugenia.

Il rumore assordante delle esplosioni lascia spazio alla confusione, al dolore e al sangue. Le grida lancinanti di aiuto prendono il sopravvento. La scia di sangue invade i binari e le banchine. I soccorsi arrivano velocemente sul posto, ma per molti è già troppo tardi. Le tv spagnole trasmettono quelle immagini drammatiche mentre i telefoni squillano invano, dall’altra parte c’è chi spera che il proprio figlio abbia perso il treno, che il proprio padre sia sano e salvo.

Agli occhi degli altri è tutto chiaro: un attacco terroristico ha colpito i cittadini di Madrid, ha trafitto il cuore e l’anima della Spagna. Nessuno più avrebbe potuto dimenticare.

11-M: gli attentati terroristici di Madrid

11-M è il nome con il quale gli attentati di matrice islamica di di Madrid dell’11 marzo 2004 sono universalmente conosciuti, i più gravi e drammatici della popolazione civile insieme a quelli di Parigi del 13 novembre del 2015 in Europa. Le esplosioni, che hanno coinvolto i quattro treni regionali e le rispettive stazioni, hanno provocato 192 morti, tra cui anche due donne incinte, e oltre 2000 feriti.

La portata dell’attentato doveva essere ancora più grande, le autorità, infatti, trovarono altri due dispositivi ancora non esplosi.

I feriti furono portati in salvo in tutti gli ospedali di Madrid tempestivamente, un altro fu allestito all’interno della struttura sportiva Daoiz y Velarde di via Téllez per fornire il primo soccorso.

Quel che resta dell’11 marzo

Documentari, fotografie, frammenti di video e notizie riportano alla memoria quello che è stato uno dei più grandi attacchi terroristici della storia d’Europa. Guardarli non è facile, perché restituiscono istantanee drammatiche di dolore e sofferenza.

Sembra quasi di vederli quegli sguardi attoniti, spaventati e confusi. Sembra quasi di sentirle le urla di sgomento delle persone che hanno visto esplodere i treni, le carrozze squarciate a metà a causa delle esplosioni, brandelli di vestiti e oggetti sparsi ovunque. Che hanno visto i cadaveri tra i binari e le banchine.

Che se fosse stato un film dell’orrore, avremmo mandato i nostri bambini a letto e avremmo girato canale. Ma non potevamo farlo perché quello era accaduto davvero, una delle peggiori strage del nostro secolo era stata consumata. E sembra ancora di sentirlo quel dolore che echeggia tra le stazioni colpite, tra le quali quella di Atocha che è una delle più grandi della capitale. Sembra quasi di vederli i volti di quei lavoratori, degli studenti, dei cittadini madrileni dei quartieri popolari del sud della città che ora vivono solo nei ricordi.

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11 marzo 2004, le manifestazioni contro il terrorismo

Giornata della memoria delle vittime del terrorismo in Europa

È difficile, oggi, trovare qualcuno in Spagna che non ricordi e non commemori la strage terroristica dell’11 marzo del 2004. Perché quell’attentato nella capitale ha colpito direttamente e personalmente la popolazione intera, anche se per molti in via indiretta.

Tutti hanno cercato di dare il loro contributo in quegli istanti drammatici. C’è chi è rimasto per ore in fila fuori gli ospedali ad attendere di poter donare il sangue, chi è andato sul posto a soccorrere i feriti. Tutti gli altri, invece, si sono riunioni in piazza per contrastare il terrorismo, attraverso manifestazioni spontanee e ufficiali che diedero vita a quelle che sono ricordate come le più grandi in Europa.

Il 13 marzo, due giorni dopo gli attentati, oltre 11 mila persone raggiunsero le piazze delle città spagnole unite al grido di “Madrid non piove, Madrid sta piangendo” (Wikipedia).

L’11 marzo è diventato così il giorno della memoria delle vittime del terrorismo in tutta Europa, una data che è stata scelta per commemorare l’anniversario della strage di Madrid. Una data che i cittadini spagnoli vivono con dolore e rispetto, per ricordare le vittime, per condividere la sofferenza che ancora vivida come una ferita sanguinante.

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11 marzo 2004, Giornata della memoria delle vittime del terrorismo in Europa

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