Le più belle poesie per la festa del papà

Le poesie per la festa del papà più belle ed emozionanti, da copiare, scrivere e leggere per emozionarsi ancora una volta

Pubblicato: 19 Marzo 2024 08:19

Valentina Vanzini

Content Editor e Lifestyle Specialist

Cacciatrice di storie, esperta di lifestyle e curiosa per natura. Scrivo con e per le donne. Autrice del bestseller Mia suocera è un mostro.

Le poesie per la festa del papà sono un concentrato di emozioni e sentimenti forti. Componimenti che raccontano il rapporto con questa figura genitoriale che è essenziale nel percorso di crescita di ognuno di noi. Amico, confidente, compagno di giochi ed esempio: il papà è davvero una figura speciale!

DiLei ha selezionato le poesie più belle per la festa del papà. Da leggere ad alta voce ogni giorno per ricordare quanto questa figura sia importante.

Poesie sul papà: per festeggiarlo al meglio

Un eroe, un esempio, un uomo straordinario: il papà è tutto questo e molto altro. Non a caso sono tantissimi i poeti e gli scrittori che hanno deciso di celebrare questa figura così fondamentale nell’esistenza di ognuno. Parole intense, frasi che colpiscono dritto al cuore e versi che non si dimenticano: da appuntare e dedicare.

A mio padre

Se mi tornassi questa sera accanto
lungo la via dove scende l’ombra
azzurra già che sembra primavera,
per dirti quanto è buio il mondo e come
ai nostri sogni in libertà s’accenda
di speranze di poveri di cielo
io troverei un pianto da bambino
e gli occhi aperti di sorriso, neri
neri come le rondini del mare.
Mi basterebbe che tu fossi vivo,
un uomo vivo col tuo cuore è un sogno.
Ora alla terra è un’ombra la memoria
della tua voce che diceva ai figli:
– Com’è bella notte e com’è buona
ad amarci così con l’aria in piena
fin dentro al sonno – Tu vedevi il mondo
nel plenilunio sporgere a quel cielo,
gli uomini incamminati verso l’alba.
(Alfonso Gatto)

Mio padre

Io ho quasi un ritratto
del mio caro padre, nel tempo,
ma il tempo se lo porta via…
Mio padre nel giardino di casa nostra
mio padre tra i suoi libri, che lavora.
Gli occhi grandi, l’alta fronte
il viso scarno, i baffi lisci.
Mio padre nel giardino della nostra casa
medita, sogna, soffre, parla forte.
Passeggia. Oh padre mio ancora
sei lì e il tempo non ti ha cancellato!
Ormai sono più vecchio di te, padre mio,
quando mi baciavi.
Ma nel ricordo, sono anche il bimbo che tu
conducevi per mano.
(Antonio Machado)

“Non è difficile diventare padre. Essere padre: questo è difficile.”- Wilhelm Busch

Padre, anche se…

Padre, se anche tu non fossi il mio
padre, se anche fossi a me un estraneo,
per te stesso, egualmente t’amerei.
Ché mi ricordo d’un mattin d’inverno
che la prima viola sull’opposto
muro scopristi dalla tua finestra
e ce ne desti la novella allegro.
Poi la scala di legno tolta in spalla
di casa uscisti e l’appoggiasti al muro.
Noi piccoli stavamo alla finestra.

E di quell’ altra volta mi ricordo
che la sorella, mia piccola ancora,
per la casa inseguivi minacciando.
(la caparbia avea fatto non so che)
Ma raggiuntala che strillava forte
dalla paura, ti mancava il cuore:
che avevi visto te inseguir la tua
piccola figlia e, tutta spaventata,
tu vacillante l’attiravi al petto
e con carezze dentro le tue braccia
avviluppavi come per difenderla
da quel cattivo ch’era il tu di prima.

Padre, se anche tu non fossi il mio
padre, se anche fossi a me un estraneo,
fra tutti quanti gli uomini già tanto
pel tuo cuore fanciullo t’amerei.
(Camillo Sbarbaro)

Il bambino perduto

Babbo, babbo, dove vai?
Oh, non camminare così veloce.
Parla, babbo, parla al tuo bambino,
O io mi perderò.
La notte era scura,
nessun padre c’era;
Il bimbo era bagnato di rugiada;
il fango era profondo,
e il bimbo pianse,
e la nebbia svanì fugace.
(William Blake)

Papà radice e luce, portami ancora per mano

Papà, radice e luce, portami ancora per mano
nell’ottobre dorato del primo giorno di scuola.
Le rondini partivano, strillavano:
fra cinquant’anni ci ricorderai.
(Maria Luisa Spaziani)

“Cosa devo a mio padre? Tutto.”- Henry Van Dyke

Tutti i papà hanno il loro fischio speciale

Tutti i papà hanno il loro fischio speciale,
il loro richiamo speciale.
Il loro modo di bussare.
Il loro modo di camminare.
Il loro marchio sulla nostra vita.
Crediamo di dimenticarcene, ma poi, nel
buio, sentiamo un trillare di note
e il nostro cuore si sente sollevato.
E abbiamo di nuovo cinque anni:
stiamo aspettando di udire
i passi di papà sulla ghiaia del vialetto.
(Pam Brown)

Il pastrano

Un certo pastrano abitò lungo tempo in casa
era un pastrano di lana buona
un pettinato leggero
un pastrano di molte fatture
vissuto e rivoltato mille volte
era il disegno del nostro babbo
la sua sagoma ora assorta ed ora felice.
Appeso a un cappio o al portabiti
assumeva un’aria sconfitta:
traverso quell’antico pastrano
ho conosciuto i segreti di mio padre
vivendoli così, nell’ombra.
(Alda Merini)

Ricordo del padre

Sempre che un giardino m’accolga
io ti riveggo, Padre, fra aiuole,
lievi le mani su corolle e foglie,
vivo riveggo carezzare tralci,
allevi rose e labili campanule,
silenzioso ti smemorano i giacinti,
stai fra colori e caldi aromi, Padre,
solitario trovando, ivi soltanto,
pago e perfetto senso all’esser tuo.
(Sibilla Aleramo)

“Ama tuo padre, se è giusto, e se non lo è, sopportalo.”- Publilio Siro

Padre

Sapevo che era il miglior papà
che qualunque ragazzo
potesse avere: era buono,
gentile, divertente, allegro,
lavoratore e anche paziente;
severo qualche volta con le
mie superficialità e le mie
manchevolezze infantili, ma
severo sempre a buon fine e
molto orgoglioso dei suoi
figlioli ogni qual volta facevano
qualcosa di buono.
Quello che non ho saputo capire
finché non è stato troppo tardi,
era la profondità della sua saggezza
e l’immensità del suo sacrificio.
(Edgar Albert Guest)

Al padre

Dove sull’acque viola
era Messina, tra fili spezzati
e macerie tu vai lungo binari
e scambi col tuo berretto di gallo
isolano. Il terremoto ribolle
da due giorni, è dicembre d’uragani
e mare avvelenato. Le nostre notti cadono
nei carri merci e noi bestiame infantile
contiamo sogni polverosi con i morti
sfondati dai ferri, mordendo mandorle
e mele dissecate a ghirlanda. La scienza
del dolore mise verità e lame
nei giochi dei bassopiani di malaria
gialla e terzana gonfia di fango.
La tua pazienza
triste, delicata, ci rubò la paura,
fu lezione di giorni uniti alla morte
tradita, al vilipendio dei ladroni
presi fra i rottami e giustiziati al buio
dalla fucileria degli sbarchi, un conto
di numeri bassi che tornava esatto
concentrico, un bilancio di vita futura.
Il tuo berretto di sole andava su e giù
nel poco spazio che sempre ti hanno dato.
Anche a me misurarono ogni cosa,
e ho portato il tuo nome
un po’ più in là dell’odio e dell’invidia.
Quel rosso del tuo capo era una mitria,
una corona con le ali d’aquila.
E ora nell’aquila dei tuoi novant’anni
ho voluto parlare con te, coi tuoi segnali
di partenza colorati dalla lanterna
notturna, e qui da una ruota
imperfetta del mondo,
su una piena di muri serrati,
lontano dai gelsomini d’Arabia
dove ancora tu sei, per dirti
ciò che non potevo un tempo – difficile affinità
di pensieri – per dirti, e non ci ascoltano solo
cicale del biviere, agavi lentischi,
come il campiere dice al suo padrone:
‘Baciamu li mani’. Questo, non altro.
Oscuramente forte è la vita.
(Salvatore Quasimodo)

Sulla spiaggia di notte

Sulla spiaggia di notte
sta una bambina con suo padre
guardando l’est, il cielo autunnale.
Attraverso l’oscurità,
mentre depredanti nuvole, funeree nuvole, in nere masse
sgorgando,
più basse cupe e veloci di traverso al cielo,
in mezzo a una trasparente chiara cintura di etere
lasciata libera a oriente,
ascende vasto e calmo Giove, signore degli astri,
e vicino a lui, solo poco più in alto,
nuotano le delicate sorelle, le Pleiadi.
Sulla spiaggia la bambina che tiene la mano del padre,
quelle nuvole funeree che si abbassano vittoriose per
divorare tutto,
guardando piange in silenzio.
Non piangere, bambina,
non piangere, mia cara,
con questi baci ch’io allontani le tue lacrime,
le nuvole depredanti non saranno più a lungo vittoriose,
non avranno a lungo il possesso del cielo, divorano le
stelle soltanto in apparenza,
Giove riemergerà, sii paziente, guarda ancora un’altra
notte, le Pleiadi emergeranno,
sono immortali, tutte quelle stelle dorate e inargentate
brilleranno ancora,
le stelle grandi e le piccole brilleranno ancora, durano,
i vasti soli immortali e le eterne, riflessive lune
brilleranno ancora.
Allora mia cara piangerai tu sola per Giove?
consideri tu sola la sepoltura delle stelle?
Qualcosa c’è,
(con le mie labbra calmandoti, io aggiungo in un
sussurro,
ti do il primo consiglio, il primo inganno,)
qualcosa c’è di più immortale anche delle stelle,
(molte le sepolture, molti i giorni e le notti che passano e
svaniscono)
qualcosa che durerà più a lungo anche del luminoso
Giove,
più a lungo del sole e di ogni ruotante satellite,
o delle irradianti sorelle, le Pleiadi.
(Walt Whitman)

“I papà sono uomini comuni trasformati dall’amore in eroi, avventurieri, narratori e cantanti.”- Pam Brown

Le frasi più belle sul papà

Se la mamma è speciale ed esistono moltissime citazioni per celebrarla, il papà è unico: una figura fondamentale nella vita di ognuno di noi e un punto di riferimento importantissimo. Per questo andrebbe celebrato non solo il giorno della festa del papà, ma sempre! Scopriamo dunque le frasi più belle da dedicare al proprio papà speciale, per rimarcare ancora una volta quanto sia importante per noi!

“La saggezza del padre è il più grande esempio per i figli.”- Democrito

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