Residuo fisso nell’acqua, cos’è e quanto è rischioso

Le acque con residuo fisso alto sono qualitativamente peggiori delle altre oppure possono rappresentare un rischio per la nostra salute?

Roberta Martinoli

Medico Nutrizionista

Dopo una Laurea in Scienze Agrarie e un Dottorato di Ricerca in Fisiologia dei Distretti Corporei, consegue una Laurea in Scienze della Nutrizione Umana e in Medicina e Chirurgia.

Residuo fisso nell’acqua: cos’è?

L’etichetta riporta tutti gli elementi minerali e le caratteristiche di un’acqua minerale. Tra i parametri presenti in etichetta vi è il residuo fisso a 180°C che rappresenta una stima del contenuto in sali minerali. Più questo valore è elevato e più sali sono disciolti in un litro. Per valutare in laboratorio il residuo fisso di un’acqua minerale per prima cosa si porta l’acqua ad una temperatura di 180°C. Il residuo fisso rappresenta ciò che rimane dopo la completa evaporazione.

Potete farvene un’idea pensando a cosa succede quando dimenticate un pentolino con l’acqua sui fornelli. Se ve ne accorgete quando ormai tutta l’acqua è evaporata noterete che le pareti del pentolino sono rivestite di una patina biancastra. Il residuo fisso si esprime in mg/l e permette di classificare le acque minerali in quattro categorie:

Perché è importante

Il residuo fisso nell’acqua è importante perché:

Sali minerali presenti nell’acqua

I minerali più comunemente presenti nell’acqua che beviamo sono:

Sulla base di quanto detto fin qui, l’acqua con un elevato residuo fisso può apportare vantaggi alla nostra salute. Ci sono però anche minerali che possono rappresentare un rischio. Tra questi vanno citati:

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