Quante calorie in un bicchiere di vino?

Bianco o rosso che sia, sorseggiare un buon calice di vino è sempre gradevole, ma a quanto ammonta il numero di calorie presenti al suo interno?

Pubblicato: 20 Maggio 2023 15:30

Biagio Flavietti

Farmacista e nutrizionista

Farmacista e nutrizionista, gestisce dal 2017 una pagina di divulgazione scientifica. Appassionato di scrittura ed editoria, lavora come Web Content Editor per alcune realtà del settore farmaceutico e nutrizionale.

Come rinunciare ad un buon bicchiere di vino? Questa bevanda ha sempre accompagnato tradizioni di vario tipo come pranzi speciali, serate in compagnia o cene romantiche. Dai più pregiati ai meno costosi, il vino è una bevanda che non può assolutamente mancare in tavola. Spesso però, il numero di calorie contenenti al suo interno viene sottovalutato. Infatti, nel caso in cui si sta seguendo una dieta per mantenersi in forma, consumare del vino in maniera eccessiva potrebbe apportare un’assunzione elevata di calorie. Con l’articolo di oggi scopriremo da cosa è composto il vino, quante calorie apporta e quali sono le sue proprietà nutrizionali a anti-nutrizionali.

Cos’è il vino?

Il vino è un prodotto alimentare che si ottiene dalla fermentazione del mosto ricavato dalla pigiatura dell’uva subito dopo la stagione della vendemmia. La fermentazione viene operata da particolari lieviti (S.cerevisiae) che trasformano gli zuccheri presenti nel mosto in alcol etilico. È proprio questo processo a conferire la gradazione alcolica di questa bevanda ottenuta a partire dall’uva bianca o nera. Attenzione, però, il processo che porta all’ottenimento del vino rosso o del vino bianco è leggermente diverso. Infatti, per fare il vino bianco, l’uva viene pigiata e le bucce, i semi e gli steli vengono rimossi prima di iniziare il processo di fermentazione. Al contrario, per fare il vino rosso, le uve rosse pigiate vengono trasferite direttamente nei tini e fermentano con la buccia, i semi e gli steli compresi.

Da cosa è composto il vino?

I due componenti principali del vino sono acqua (tra il 70 e il 90%) e alcol etilico (tra il 6 e il 16%). Esiste anche un terzo componente che è costituito da quella parte di zuccheri rimasti in sospensione e non fermentati, principalmente glucosio e fruttosio, che vanno ad occupare tra lo 0 e il 25% di volume complessivo. Il vino in realtà contiene anche tanti micronutrienti e sostanze disciolte, come gli antiossidanti che aiutano il corpo e nello specifico il sistema cardio-vascolare a stare meglio.

Quante calorie apporta il vino?

Le origini del vino si perdono nelle pagine di storia e infatti sono uno dei simboli più facilmente restituiscono l’immagine dei simposi dell’antica Roma, oppure delle cene rinascimentali. Insomma, pare che il vino abbiamo accompagnato l’uomo dagli albori fino ai giorni d’oggi. Il vino è una delle bevande alcoliche più diffuse insieme alla birra e viene spesso consumato proprio durante i pasti.

Anche se negli ultimi periodi si sta diffondendo l’usanza sassone di bere il vino e in generale gli alcolici fuori dai pasti principali, nell’orario aperitivo o nel tardo pomeriggio. Si tratta di una tradizione molto meno salutare rispetto a quella che prevedere un consumo moderato di alcol durante uno dei 2 pasti principali (pranzo o cena).

Bisogna considerare, infatti, che un calice di vino rosso da 150 ml contiene circa 82 calorie. Le quantità di calorie contenute nel vino bianco invece sono generalmente maggiori rispetto al vino rosso. Infatti, un bicchiere da 150 ml di vino bianco può raggiungere anche le 105 calorie. Un bicchiere di vino cotto invece da circa 50 ml equivale a 80 calorie. Il consumo di vino è spesso sinonimo di dubbi soprattutto quando si tratta del proprio peso forma.

Il vino nella dieta

Nonostante sia una bevanda calorica, bisogna considerare che il vino a differenza di altre bevande alcoliche, è un toccasana per la propria salute. Questa bevanda infatti, se assunta in quantità moderate può apportare effetti benefici al proprio organismo. Grazie alle sue proprietà antiossidanti, il vino permette di rinforzare il sistema cardiovascolare, migliora la digestione e contrasta l’invecchiamento. Questa bevanda si rivela efficace anche per il benessere emotivo poiché è in grado di stimolare la funzione mentale.

Uno, due bicchieri di vino al giorno dunque, associati ad una corretta alimentazione ed attività fisica permetteranno inoltre di rafforzare le difese immunitarie grazie ad un’elevata quantità vitamine B, enzimi benefici e altre sostanze antiossidanti. Tutti sanno che il vino rosso contiene alcune molecole altamente antiossidanti che possono aiutare l’organismo e preservarlo da vari tipi di danni, come quelli infiammatori e cardiovascolari. Tra le molecole presenti in maggiore quantità nell’uva e quindi nel vino c’è il resveratrolo, ma anche gli elaggitannini e i gallotaninni, che portano alla formazione nel corpo di molecole dall’azione antinfiammatoria, come le urolitine.

Ma il fatto è che per assumerne quantità tali perché questo effetto benefico si concretizzi, si dovrebbero bere 1,5 litri di vino al giorno, con tutte le ovvie controindicazioni del caso. Per questo motivo, molti laboratori, studi scientifici e dipartimenti universitari si stanno concentrando sulla realizzazione di prodotti nutraceutici, che siano in grado di concentrare queste sostanze presenti nel vino o negli scarti della filiera agroalimentare per ottenere formulazioni in grado di avere azione benefica sul corpo umano.

Nel momento in cui si hanno le idee chiare sulla quantità di calorie presenti al suo interno è possibile assaporare un buon vino con piacere e moderazione accompagnandolo con i pasti. Un consiglio è quello di prediligere un vino rosso di buona qualità. Evitare quindi di esagerare poiché un’elevata quantità di alcool potrebbe causare l’effetto contrario, apportano un numero troppo alto di calori e provocando tutta una serie di disturbi ad organi e apparati.

Cos’è il paradosso francese?

Esiste un famoso paradosso che coinvolge il vino e i francesi. Questo paradosso parte da alcuni postulati fondamentali, che sono i seguenti:
  • ifrancesi sono grandi consumatori di formaggi e di burro (alimenti molto grassi);
  • l’incidenza delle malattie cardiovascolari in Francia è minore che in altri Paesi;
  • i francesi sono grandi consumatori di vino rosso;
  • quindi il vino rosso proteggerebbe le arterie e si spiegherebbe che, nonostante l’alto consumo di cibi grassi, la loro incidenza di malattie cardiovascolari sia bassa.

Il paradosso francese è stato usato come fonte di marketing anche dai produttori vinicoli, sommelier e persino dai medici per perorare l’impiego del vino a tavola e la sua azione benefica sul sistema circolatorio e sull’organismo umano.

Quali sono le basi scientifiche di queste affermazioni?

Per ora nessuna evidenza medico-statistica ha portato a risultati certi e questo presunto effetto benefico del vino associato ad alimentazione così grassa, altro non sarebbe che un “rimedio della nonna”. In realtà, però, dei fondamenti teorici ci sono e sono quelli su cui la gran parte della letteratura si sta basando per sostenere questa tesi. Alcuni recenti studi di meta-analisi (European Journal of Epidemiology, 2011) hanno dimostrato come ci possa essere un’effettiva diminuzione del rischio di malattie cardiovascolari in relazione ad un moderato consumo di vino e birra, rispettivamente diminuzioni che si aggirano intorno al 31 e 33%. Tuttavia la presenza del solo alcool non basterebbe di per sé a spiegare il fenomeno, tanto è vero che il vino sarebbe più efficace di altre bevande anche maggiormente alcoliche, nella riduzione dell’incidenza di queste malattie.
Quindi l’azione benefica molto probabilmente è da associare ai polifenoli di cui il vino è molto ricco, in particolare il resveratrolo. Queste sostanze sono altamente antiossidanti, e questa proprietà è alla base delle loro riconosciute azioni preventive di diverse patologie del corpo umano. Tuttavia non è possibile dimostrare che le proprietà biologiche evidenziate in laboratorio siano poi riproducibili sull’essere umano, considerando anche il fatto che per assumere adeguate quantità di polifenoli il consumo di vino dovrebbe essere ben più elevato di 2/3 bicchieri al giorno, ma in questo caso l’organismo sarebbe esposto anche agli effetti deleteri provenienti dall’alcol.
Sebbene in passato sia stata la forza motrice per giustificare in modo salutistico l’assunzione di vino, oggi viene utilizzato impropriamente ancora da alcuni mass media e anche da alcuni professionisti del settore, quando in realtà è un concetto non fondato su dati significati o di rilievo scientifico.
Guardando l’altro lato della medaglia, nel 2012, Ivan M. Petyaev e Yuriy K. Bashmakov, studenti dell’Università di Cambridge hanno pubblicato alcune ricerche  secondo cui i veri responsabili della salute dei cittadini francesi sarebbero proprio i formaggi tanto abusati. Secondo questi ricercatori inglesi, il consumo di vino rosso non riuscirebbe a spiegare da solo la riduzione delle malattie cardiovascolari nella popolazione francese, sarebbe invece la dieta quotidiana a base di formaggi erborinati a garantire la loro salute e a preservarli dallo sviluppo di malattie cardiovascolari, grazie alla presenza di muffe benefiche per la salute dei vasi sanguigni e non solo. Sebbene questi studi non siano ancora considerati autorevoli in ambiente scientifico,  dimostrano che il paradosso francese  è tutt’altro che risolto e ha ancora molto da dire sul rapporto tra alimentazione e salute, e in particolare sul consumo di vino all’interno della propria dieta.

I consigli sull’assunzione di alcol

Come riportato dalle note informative del Ministero della Salute non esiste un consumo sicuro per salute, ma se si beve alcol non si devono superare le quantità considerate a basso rischio.

  • È sempre consigliabile bere solo durante i pasti principali e mai a digiuno. Meglio scegliere bevande a bassa gradazione alcolica, come vino o birra, ed evitare i superalcolici.
  • Evitare di mescolare tra loro diverse tipologie di bevande alcoliche.
  • È fondamentale non bere se si ha meno di 16 anni, se si è in gravidanza o si sta allattando, mentre si lavora, quando ci si deve mettere alla guida.
  • È importante che chi beve durante i pasti non ecceda rispetto alle quantità considerate a basso rischio.
  • Evitare un consumo eccessivo di alcol in singole occasioni o in finestre temporali molto piccole (binge drinking), fenomeno particolarmente diffuso tra le fasce giovanili e pericoloso sia per la salute che per i comportamenti a rischio che ne derivano.
  • Bisogna tenere sempre a mente che la capacità di metabolizzare ed eliminare l’alcol dall’organismo varia in base a fattori diversi come il sesso, l’età, la corporatura, ma anche la frequenza di assunzione delle bevande alcoliche.
  • Fare attenzione all’interazione tra farmaci e alcol e consultare il proprio medico sull’opportunità di bere alcolici durante una terapia farmacologica.

Si può bere alcol in gravidanza?

Si parte dal presupposto che l’alcol influisce negativamente sulla funzione riproduttiva e sulle prestazioni sessuali. Invece, per quanto riguarda la gravidanza, visto che non è possibile stabilire un consumo sicuro, è bene evitare tutte le bevande alcoliche. L’esposizione prenatale all’alcol può essere infatti associata a deficit intellettivi che si manifesteranno successivamente nell’infanzia.

Famosa è la sindrome feto-alcolica (Fetal Alcohol Syndrome-FAS), che è la più grave disabilità permanente che si manifesta nel feto, esposto durante la vita intrauterina all’alcol consumato dalla madre durante la gravidanza. Le conseguenze possono variare anche in base alle quantità di alcol assunte dalla futura madre. Astenersi dall’alcol durante la gravidanza è il comportamento più responsabile e sicuro perché consente di evitare l’aumento del rischio di aborto spontaneo, parto prematuro e basso peso alla nascita del bambino.

Insomma, l’alcol va assunto con moderazione e all’interno di un regime alimentare controllato ed equilibrato, preferendo vino rosso e bianco ad altre fonti alcoliche (come i superalcolici o i cocktail ricchi di zuccheri). Con l’aiuto di un nutrizionista è possibile seguire un protocollo dietetico, che riesca a ottenere gli aspetti più positivi dell’assunzione di alcol, senza toglierci il piacere di un buon calice di vino e rimanendo comunque in forma.
Fonti bibliografiche

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