Cosmetica green: accessori da sostituire per una beauty routine ecosostenibile

L’industria beauty si sta adattando ad un impatto più green, limitando l’uso di plastiche o materiali non riciclabili. Cosa fare nel nostro piccolo?

Pubblicato: 28 Maggio 2020 13:39Aggiornato: 12 dicembre 2022 14:11

Camilla Cantini

Makeup artist e Beauty Editor

Makeup artist, beauty editor e content creator, dopo una laurea in lingue, un blog personale e un diploma da truccatrice, comincia a lavorare sui social come creator, per gli shooting di moda come makeup artist e a scrivere di bellezza e tendenze per diverse testate online.

Si sente sempre più parlare di cosmetica green, sia per quanto riguarda i prodotti che si applicano sulla pelle sia per gli accessori utilizzati per la skincare routine di tutti i giorni. Piccole abitudini quotidiane a cui non prestiamo attenzione ma che, sul lungo periodo, costituiscono rifiuti inutili e facilmente evitabili, che possono essere sostituiti con soluzioni più ecologiche, senza che questo comporti un grande sforzo. Sono davvero sostituzioni che non cambiano niente a livello pratico e, anzi, dopo un primo periodo vi faranno anche risparmiare. Provare per credere!

No alle salviette struccanti, sì ai panni lavabili

Una piccola rinuncia, forse l’unica per chi desidera passare ad una cosmetica green, è quello delle salviette struccanti. Spesso, infatti, sono composti da microplastiche o la confezione esterna in cui sono riposte lo è. Considerando che per struccarsi ne servono da una a due e che ogni confezione ne contiene circa 25/30 pezzi, si tende ad utilizzarne un pacco o due al mese. Avevate mai provato a considerare questo aspetto?

Fonte: 123rf

Sono indubbiamente comode, specie in viaggio, perché permettono di non portare troppi prodotti liquidi. Meglio scegliere, in questi casi, salviette totalmente biodegradabili, a partire dal pack esterno arrivando poi al materiale stesso di cui sono composte. Dovrebbero rimanere una soluzione solo per casi di emergenza, prediligendo invece panni lavabili in cotone, bambù o fibre naturali. Ci si strucca come si farebbe con una salvietta, inumidendoli ed applicando un latte detergente, olio o struccante, per poi passare alla detersione vera e propria. Acquistandone diversi pezzi, inoltre, potete utilizzarne uno al giorno e lavarli in lavatrice insieme agli altri indumenti, in modo da non doverlo fare a mano ogni giorno.

Fonte: 123rf

Dischetti struccanti: no al cotone, sì al bambù

Stessa storia per i dischetti struccanti, utilizzati non solo per struccarsi, ma per rimuovere lo smalto, passare il tonico ed altri utilizzi. È vero che ormai sono quasi tutti in cotone, ma anche in questo caso lo spreco è davvero molto alto. Le confezioni esterne sono spesso in plastica e si utilizzano da 2 a 4 dischetti al giorno. Questo produce molto scarto, anche perché vengono gettati, spesso e volentieri, nell’indifferenziato, quindi di fatto non vengono riciclati.

Su internet e ormai anche nei negozi, si trovano i dischetti in fibre naturali o bambù. Sono delicatissimi sulla pelle e si utilizzano in maniera classica: vi si applica sopra lo struccante o l’acqua micellare, si lascia in posa sugli occhi e si passa delicatamente verso il basso per rimuovere il makeup, anche quello del viso. Vengono venduti in confezioni multiple proprio per permetterne un utilizzo quotidiano senza doverli lavare ogni volta, facendolo direttamente in lavatrice.

Davvero esistono bastoncini di cotone e rasoi riutilizzabili?

Altri due prodotti facili da sostituire e che non comportano grosse rinunce sono i bastoncini di cotone ed i rasoi usa e getta. Spesso i cotton fioc sono sì di cotone, ma il bastoncino è in plastica così come la confezione esterna che li racchiude. Anche quelli tutti in cotone e cartone, poi, costituiscono uno spreco facilmente evitabile, soprattutto perché tante persone li gettano nel wc, così come i dischetti struccanti, inquinando il mare.

Esistono infatti i cotton fioc riutilizzabili, realizzati in silicone che possono essere usati centinaia di volte e sono comodi anche da portare in viaggio, perché contenuti in scatoline per trasportarli. Certo, il silicone e la plastica del pack non sono prodotti ecosostenibili, ma considerando quanti anni vi dureranno l’impatto è davvero minimo ed accettabile.  

Un altro prodotto che produce molti rifiuti è il rasoio, utilizzato da donne e uomini e che necessita di essere cambiato spesso, perché le lame si arrugginiscono o non tagliano più. Ne esistono di modelli usa e getta mentre altri hanno un’impugnatura in plastica e le testine in plastica e metallo intercambiabili, che costituiscono il male minore ma che producono comunque scarto. Inoltre si deteriorano facilmente e vanno sostituiti, anche per questioni igieniche.

L’alternativa a quelli in plastica sono i rasoi completamente in metallo, dal sapore un po’ vintage. Avete presente quelli nei barber shop con quell’aria retrò? Sono proprio loro! Nonostante all’apparenza possano sembrare poco moderni, funzionano esattamente come quelli usa e getta e, quando le lame non tagliano più, si sostituiscono. Facili da lavare, disinfettare e tenere puliti, una volta presa l’abitudine non vi faranno sentire la mancanza di quelli in plastica.

Spazzolini da denti in bambù, una valida alternativa

Un altro dispositivo da sostituire, salvo casi specifici, è lo spazzolino da denti. Spesso infatti è 100% realizzato in plastica, sia il manico che le setole. Considerando che se ne cambia uno ogni 1-2 mesi e che le alternative ecologiche sono altrettanto valide, si aiuta davvero l’ambiente con uno sforzo pari a zero. I più utilizzati sono quelli in bambù e setole in carbone, con un effetto igienizzante e con un’impugnatura comoda.

Abbiate cura, però, di scegliere quelli che presentano un trattamento antimuffa sul manico, perché l’unico inconveniente (che però spesso ritroviamo anche utilizzando quelli in plastica) è di ritrovarsi con la fine del manico ammuffito per colpa dell’acqua di ristagno che si crea nei portaspazzolini. Sono totalmente biodegradabili e una volta terminato il loro utilizzo si gettano direttamente nei rifiuti organici.

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