L’amore nella disabilità: la foto che vince (e insegna) tutto

“Hardship of Life”, foto vincitrice del Siena International Photo Awards: un padre siriano senza una gamba solleva in aria suo figlio, senza arti. Perché l'amore non conosce confini né disabilità

Pubblicato: 10 Novembre 2021 12:42

Sara Gambero

Giornalista esperta di Spettacolo e Lifestyle

Una laurea in Lettere Moderne con indirizzo Storia del Cinema. Appassionata di libri, film e del mare, ha fatto in modo che il lavoro coincidesse con le sue passioni. Scrive da vent’anni di televisione, celebrities, costume e trend. Sempre con un occhio critico e l'altro divertito.

“Un padre siriano, Munzir, ha perso la gamba destra a causa di una bomba caduta mentre stava passeggiando in un bazar di Idlib in Siria. Suo figlio Mustafa è nato senza gli arti inferiori e quelli superiori a causa di una malformazione, la tetramelia, causata dall’assunzione di farmaci da parte della madre Zeynep, colpita, durante la guerra in Siria, anche dal gas nervino. Mustafa avrà bisogno in futuro di protesi elettroniche che, purtroppo, al momento, non sono ancora disponibili in Turchia”. Queste le parole di commento alla foto vincitrice del Siena International Photo Awards.

L’immagine che ritrae insieme Munzier e Mustafa, felici nella loro disabilità, il papà che solleva in aria il suo bimbo, ha vinto l’edizione 2021 del prestigioso premio fotografico.

A scattarla, il fotografo turco Mehmet Aslan nella provincia turca di Hatay, al confine con la Siria. Che ha immortalato un momento di gioia e tenerezza tra padre e figlio.

Perché quello che scuote e colpisce dritto al cuore, in questa foto, è proprio questo: l’ossimoro tra la disabilità grave di loro due, che dovrebbe solo generare tristezza e la gioia che traspare dai loro volti, dai loro corpi.

L’attrice Anna Foglietta che ha postato e commentato la foto sul suo account Instagram ha scritto: “Cosa ti sconvolge davvero di questa foto? La disabilità dei protagonisti o la loro gioia contagiosa? Dov’è che l’Occidente sta sbagliando? Com’è che vedo solo facce di persone sane ma tristi?”

Forse sta tutta qui la grande verità: ci intristiamo, spesso persi dietro cazzate, piccoli malesseri che diventano giganti, sotto la lente distorta della nostra realtà. Poi di fronte ad un papà senza una gamba, e a suo figlio gravemente menomato, che si guardano pieni di amore e di felicità, ti senti improvvisamente piccolo e menomato, tu, nell’anima.

Perché le (vere) “Hardship of life” sono solo quelle, e sono proprio loro che ti permettono di apprezzare ancora di più l’esistenza. Perché nonostante tutto, c’è ancora vita. Grazie Munzir, e grazie Mehmet, che ce lo avete ricordato in maniera così bella.

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