Carlotta, figlia di Gigi Proietti, rompe il silenzio dopo la morte dell’attore romano e affida a un lungo post su Instagram i suoi pensieri in questi giorni difficili. Frutto dell’amore fra Proietti e Sagitta Alter, sua compagna per oltre cinquant’anni, Carlotta era legatissima al suo famoso papà. Sui social ha condiviso una tenera foto in cui ride insieme all’attore, scrivendo un messaggio commovente che racconta tutto il suo dolore, ma anche la marea d’amore che ha investito la famiglia di Gigi dopo la sua scomparsa.
“Ho pensato tanto a questo momento, l’ho sognato, ne sono stata terrorizzata – ha scritto Carlotta Proietti -. Un papà famoso vuol dire tante cose, tra queste non avere un’intimità perché quando esce la ‘notizia’ si scatena lo ‘scoop’… tutte parole che col momento che vivi non c’entrano niente. Malgrado questo però, le vostre parole e tutti i messaggi che ci stanno arrivando corrispondono all’amore che tutti provavate per papà. Voglio dire grazie con tutto il cuore ad ognuno di voi e lo farò, piano piano. Il dolore è forte – ha aggiunto -, ma sappiamo che non è solo nostro, questo lutto è di tutti. Papà ha vissuto per il suo pubblico e il vostro affetto lo dimostra. Grazie e ancora grazie per tutto questo amore”.
37 anni, Carlotta ha una sorella maggiore, Susanna, di 40 anni. Le figlie di Proietti hanno ereditato la bellezza da Sagitta Alter e l’amore per l’arte da papà Gigi. Susanna infatti fa la scenografa e costumista, mentre Carlotta è un’attrice e cantante. “All’inizio non credevo che avrebbero scelto un mestiere attinente – aveva raccontato tempo fa l’attore romano, parlando delle figlie -. Carlotta andava a lezione di canto: prendeva tre autobus senza che lo sapessi, me l’ha detto la madre”.
Carlotta era molto legata a Gigi Proietti, con cui aveva uno splendido rapporto. Studente del DAMS e in seguito dell’accademia del padre, ha condiviso con lui il set di Una pallottola nel cuore 2. “I miei primi ricordi sono tutti uguali – aveva confessato tempo fa al Corriere della Sera -. Io, mia madre e mia sorella sedute in prima fila, e a fine spettacolo una coda di persone adoranti che volevano stringergli la mano. Mi dava fastidio, a più di uno avrei dato un morso”.