Bellissima e dal sorriso aperto e gioioso: addio a Isabella Verney, la prima indimenticabile Miss Italia. Vinse l’edizione del 1939, la prima del famosissimo concorso, allora conosciuto come Cinquemila lire per un sorriso. Allora aveva lunghi capelli biondi, morbidi come onde, e grandi espressivi occhi azzurri. All’epoca della vittoria che l’ha consacrata a regina di bellezza ed eleganza aveva appena 14 anni. Oggi ci lascia, a 97 anni, dopo una vita lontana dal mondo dello spettacolo.
Isabella Verney, è morta la prima Miss Italia
Era nata a Torino il 10 agosto 1925. Nel ’39, quando il concorso era solo fotografico, la Verney aveva appena 14 anni (impensabile oggi). Condusse una vita tranquilla, lontana dai riflettori del mondo dello spettacolo e solo Fabrizio Frizzi, amico di lunga data, riuscì a portarla in televisione. Una scelta della sua famiglia, perché dopo il successo ricevette molte offerte dal mondo del cinema, ma rinunciarono, perché Isabella era troppo giovane. Anche al momento dell’iscrizione, la madre chiese di tenere segreto il nome di Isabella, ma ciò non fu possibile. La sua carriera da modella però non finì: nel dopoguerra, dal 1949 al 1951, fu modella per celebri sartorie.
Fu però proprio la madre a portarla alla ribalta del concorso. Inviò una foto della figlia alla giuria che poi avrebbe selezionato le partecipanti, in quel lontano 1939. Si trattava di volti, tutti maschili, piuttosto noti al pubblico, come Dino Villani, ideatore della gara e che guidò la manifestazione anche dopo il cambio di nome in Miss Italia fino al 1958, lo sceneggiatore Cesare Zavattini, il regista e attore Vittorio De Sica, gli scrittori Leonida Repaci e Arnaldo Fraccaroli.
L’organizzazione, nonostante l’arrivo da tutta Italia di un numero enorme di foto, fu puntigliosa, riporta AdnKronos, e chiese alla signora altre immagini. Poi il telegramma per testimoniare la vittoria e il premio: Buoni del Tesoro per una valore di cinquemila lire, serie F, dal numero 968551 al 968560. Questi furono incorniciati, ma dopo la guerra non ebbero più valore. La foto del successo venne stampata e appesa in bella vista sotto i portici di Corso Vittorio, a Torino, la sua città d’origine, dove rimase fino alla fine della guerra.
“Qualcuno deve dire alle ragazze che occorre fare sacrifici, studiare, prepararsi per andare incontro alla vita e all’attività che scelgono – disse in una celebre, e unica, intervista – Va bene lo spettacolo, ma anche qui serve una preparazione severa e la scelta di una Scuola, un’Accademia di danza, di canto, di recitazione. E poi, con sacrificio, cominciare la gavetta con obiettivi chiari. Altrimenti finiscono nel tritacarne di chi sfrutta la loro bellezza e le illude, lasciandole a mani vuote. Mi pare che Miss Italia sia una delle poche manifestazioni serie che sa mettere in evidenza il talento delle ragazze, quando lo possiedono. Basta vedere i nomi delle miss, che lavorano ovunque. E alcune costituiscono un bell’esempio di quanto dicevo. Dopo tanti anni, partecipare a Miss Italia vale sempre la pena. Anche se io -concludeva Isabella- sono stata una Miss per caso“.
Chi era Isabella Verney: una vita da antiquaria lontana dalla tv
Isabella Verney era nata a Torino nel 1925. Sposò un concittadino, il giornalista Rai Carlo Cavaglià, che fu caporedattore culturale del Tg2. Insieme si trasferirono poi a Roma, dove sono rimasti fino alla morte. La Verney lascia due figli. Una vita silenziosa, ma significativa, impressa nella memoria di chi quel sorriso lo ha visto e amato per la sua unicità. Non partecipò a programmi televisivi e l’unica intervista tv che rilasciò risale al 2009, a settant’anni dalla vittoria del concorso, a un’inviata di Porta a Porta, il programma di Bruno Vespa. L’unica persona in grado di portarla in uno studio televisivo, per una brevissima apparizione, fu invece l’amico Fabrizio Frizzi.
In gioventù, dopo l’acclamata vittoria, continuò ad occuparsi della sua vita, dello studio alla magistrale alla ‘Berti’ di Via Duchessa Jolanda, al nuoto, alla ginnastica. A quanto si dice ricevette anche numerose proposte di matrimonio (anche da parte di un principe). Divenne poi antiquaria, una professione che amava moltissimo.