Lo rivedremo presto sul piccolo schermo con Viola come il mare, serie tv di cui è il protagonista insieme a Francesca Chillemi. Stiamo parlando ovviamente di Can Yaman, l’attore turco che ha conquistato il pubblico italiano con il suo charme e il suo irresistibile sorriso. Eppure oltre la bellezza c’è molto di più e ha voglia di dimostrarlo: lo ha raccontato in una lunga intervista al Corriere della Sera, dove ha parlato del successo, della sua carriera e dei legami più importanti.
Can Yaman, oltre la bellezza c’è di più (e vuole dimostrarlo)
Can Yaman tornerà in tv insieme a Francesca Chillemi (coppia che tra l’altro ha fatto parlare parecchio di sé durante le riprese) con la serie Viola come il mare, a partire dal 30 settembre su Canale 5. Il divo turco è ormai famosissimo in Italia, conquistando il suo pubblico grazie (anche) alla suo fascino. Ma secondo lui la chiave del successo è un’altra: ne ha parlato al Corriere della Sera, parlando proprio della sua avvenenza come di un ostacolo.
“Sono gli altri che mi ricordano sempre che sono bello, fosse per me, me lo sarai già dimenticato. La bellezza mi aiutato nel mio lavoro? Se non fossi stato bello avrei avuto ancora più successo“. Si fa quasi fatica a credere alle parole dell’attore, che di certo ha conquistato il pubblico italiano grazie al suo innegabile charme.
“Bisogna andare oltre il pregiudizio. Ci sono persone più belle di me – ha spiegato Can – ma se l’aspetto non è accompagnato da altre virtù come tenacia, grinta, disciplina e determinazione, non si va lontano”. Lui ne è convinto: la bellezza da sola non basta, così come il talento. E a dimostrazione di questo sottolinea come il sogno di fare l’attore accomuna molti, ma non tutti sono in grado di sacrificare gli affetti e la propria casa per ricominciare da zero.
Can Yaman, il passato da “secchione” e l’ambizione
Can Yaman non l’ha mai nascosto: è sempre stato ambizioso, non si è mai tirato indietro davanti alle difficoltà e ha visto nell’istruzione una via di fuga: “Ero un secchione“, ha confessato.
La strada tracciata per lui era un’altra, ma si sa che la vita è imprevedibile. “Studiare Giurisprudenza è stata un’idea di mio padre, ma mi ha convinto in cinque minuti. Per lui conoscere le regole significava aprirmi ogni porta, strutturarmi. Quanto ai progetti, si dice che Dio ti ride in faccia quando li hai. Quando ho iniziato a lavorare come avvocato ho capito che la pratica è diversa dalla teoria e questo mi ha deluso. Non era il lavoro giusto per il mio carattere”.
Diventare un attore per Can è stato un percorso naturale, che l’ha portato a vedere i suoi desideri realizzarsi. La sua vita però la vive nel presente, senza prendersi troppo sul serio: “Non ragiono sul lungo periodo, faccio una cosa alla volta, perché anche i sogni quando diventano seri si fanno pesanti e a me non piace stressarmi”.
Accanto a lui poi c’è la sua fan numero uno, ovviamente la mamma, che non perde occasione per gioire delle conquiste del figlio: “Per ogni mio successo lei piange e a casa sua c’è un angolo in cui mette tutte le mie foto, sembra un museo… o anche un po’ il mio funerale”, ha detto scherzando.