Sergio Rubini ha confezionato una miniserie Rai dedicata a uno dei massimi esponenti della letteratura italiana. Il titolo è Leopardi – Il poeta dell’infinito. In onda nel corso di due serate, il 7 e l’8 gennaio 2025, racconta l’intera storia, delicata, struggente e amara, di un’anima fragile e affascinante.
Leopardi, prima parte
La prima parte della miniserie Rai dedicata a Leopardi si apre a Napoli e non a Recanati. Nel 1837 il poeta è morto e il suo fraterno amico Antonio Ranieri tenta di donargli una degna sepoltura. La Chiesa lo reputa però un miscredente, il che rende complesso convincere Don Carmine ad accordare tale favore.
Ranieri è però certo di poter avere successo, se solo l’uomo accetterà di ascoltare la storia del suo amico. Inizia così a raccontare del poeta nato nel 1809, fin da piccolo in grado di mettere in evidenza il proprio intelletto prodigioso. Uno spirito ribelle, a suo modo, cui è stato impedito di scoprire il mondo da un padre fin troppo rigido, Monaldo.
La sua rabbia viene dunque sfogata sui libri, il che lo spinge a rinchiudersi nella biblioteca di famiglia per intere giornate. Il suo animo è sconvolto poi dalla visita della splendida cugina Geltrude nel 1817. Al tempo Leopardi già scambiava lettere con i maggiori intellettuali del tempo. Scopre il Paese e la sua condizione in quelle epistole e sfoga la sua frustrazione nella stesura di All’Italia. Un testo rapidamente diffusosi come un inno carbonaro. Un tassello nel grande mosaico del nascente Stato italiano.
Costretto in casa, compone la sua lirica più rilevante, tra le maggiori della storia della letteratura nostrana: L’infinito. Suo zio Carlo Antici riesce poi a strapparlo da quella casa, conducendolo a Roma. Il giovane sogna l’amore e rifiuta la carriera ecclesiastica. Scopre però una città mondana e superficiale e così si trasferisce a Milano.
La natura dei suoi scritti, però, lo spinge a ritrovarsi in ristrettezze economiche. Si sposta allora a Firenze, dove stringe amicizia con il patriota Antonio Ranieri. Questi diventa il suo agente e in quel periodo conosce Fanny Targioni Tozzetti, di cui si innamora perdutamente. Intanto, nel 1837, Don Carmine si è convinto a seppellire lo sfortunato poeta in chiesa. Durante l’ultimo saluto, però, Ranieri trova la lettera d’amore che Fanny gli aveva scritto. Comprende così che l’amico defunto le aveva risposto, spacciandosi per lui.
Come finisce Leopardi – Il poeta dell’infinito
Nel 1838 Fanny giunge a Napoli e Antonio Ranieri è estasiato nel vederla. Per anni i due hanno trattenuto i propri sentimenti, così da non ferire Giacomo. Si abbandonano però ora liberi all’amore. Il ricordo del defunto amico però aleggia e l’uomo ripercorre con l’amata il legame che li ha uniti.
Si torna così nel 1830, tempo in cui le visite a Fanny dei due sono frequenti. Antonio le prova tutte per avvicinare la splendida donna all’amico. Lei però non lo considera in maniera romantica, essendo perdutamente innamorata di Ranieri stesso. Questi però rifiuta di tradire la promessa fatta.
Al tempo gli austriaci erano ovunque e Le Flâneur subisce un divieto di pubblicazione. Bologna intanto insorge e Leopardi diventa delegato dell’Assemblea nazionale del nuovo Stato italiano. Egli però non ammette compromessi e si scontra con i patrioti.
Il giovane comprende poi che Fanny è innamorata di Antonio e, affranto, tenta di spingere i due a farli incontrare. Ranieri cede al sentimento ma poi se ne pente. Decide allora di convincere Giacomo a partire per Napoli, dove sua sorella Paolina si prende cura di lui. Leopardi però fatica a farsi comprendere anche in questa città, dove scoppia il colera. La fuga a Parigi è impossibile, perché lui è troppo malato e come ultimo desiderio chiede a Paolina di farsi mettere la lettera d’amore di Fanny per Antonio nel taschino del suo frac, vicina al cuore.