Ci sono delle caratteristiche delle fiction che meritano di essere conosciute: è il caso di Blanca, la prima girata in Italia mediante la speciale tecnica dell’olofonia. Debuttata il 22 novembre, Blanca sta conquistando gli spettatori per dialoghi avvincenti e una trama che cattura, ma non solo. Dietro a questa fiction c’è stata un’attenzione ai dettagli non da poco, considerando il metodo olofonico: cos’è nello specifico e perché merita di essere conosciuto?
Blanca, la prima serie girata in olofonia: cos’è
L’olofonia è stata inventata in Italia. Sì, siamo stati noi italiani a realizzare questa tecnologia, la cui paternità è stata attribuita a Umberto Maggi, che è l’ex bassista dei Nomadi, Maurizio Maggi e Hugo Zuccarelli, ingegnere elettronico. Dagli anni ’80 sono state svolte numerose sperimentazioni con l’olofonia, sfruttata perlopiù per alcune colonne sonore in fase iniziale, oltre che da artisti dal calibro dei Pink Floyd e Roger Waters.
Ma in che cosa consiste nell’esattezza? In effetti, è una tecnica di suono molto particolare, che in poche parole va a emulare fedelmente l’ascolto umano, così da offrire allo spettatore degli effetti sonori realistici. La registrazione del suono, dunque, si avvicina moltissimo a come viene percepito realmente dall’orecchio umano.
L’olofonia deriva dal greco, ed esattamente dalle parole holos e fonia, ovvero tutto e suono, voce. Il risultato finale va a creare una illusione della terza dimensione audiofonica: grazie al supporto, il suono non risulta piatto, ma vivido e riesce a stimolarci, a farci sentire parte della fiction Blanca.
Perché la scelta del suono non è casuale in Blanca
Dal momento in cui Blanca è una detective profiler non vedente, il suono è uno dei sensi più acuiti: il rumore è tutto per lei. “Lei è una persona che tramite le cuffie ascolta le intercettazioni, ascolta le frasi, le parole, e riesce a carpire se menti o se dici la verità. Dai rumori riesce a capire dov’è il luogo delle intercettazioni”, aveva svelato Luca Bernabei a RTL 102.5.
Una fiction innovativa, diversa da quelle cui siamo stati abituati nel corso degli anni. Perché la tecnica di registrazione è tutto per Blanca: lo show di Rai1 ha scelto di puntare a una tecnologia immensa, che ci consente di sentire, avvertire chiaramente il suono con una percezione molto ben decisa.
“Per i non vedenti, è molto importante il suono, perché con esso loro prendono le misure dei luoghi in cui sono. Noi abbiamo raccontato un suono a 360 gradi: va sopra, al di sotto, di lato. Questa si chiama olofonia, inventata da noi italiani: la sua bellezza è che ti dà un senso di realtà“, mediante i dettagli condivisi da Bernabei, possiamo farci un’idea più chiara di quanto alla base di Blanca ci sia un lavoro di un certo livello dietro, e non appena abbozzato.