Tac al collo: a cosa serve

La TAC al collo è un esame di imaging che utilizza raggi X per fornire immagini dettagliate delle strutture del collo, come muscoli, ghiandole, vasi sanguigni e linfonodi, utile per diagnosticare infezioni, tumori o altre anomalie

Pubblicato: 28 Aprile 2024 13:29

Ivan Shashkin

Medico

Medico appassionato di immunologia ed ematologia con interesse e esperienza in ambito di ricerca.

Alcuni esami possono spaventare e a volte si rimanda all’infinito la prenotazione di un test. Per questo è necessario essere a conoscenza delle varie tecniche di screening e di come funzionano gli strumenti a disposizione della medicina per individuare eventuali patologie. Oggi parliamo della tac al collo, un esame diagnostico che permette di avere immagini ad alta definizione.

Che cos’è la TAC

TAC significa tomografia assiale computerizzata: si tratta di una tecnica di diagnostica per immagini che permette di esaminare tutto il corpo. Tramite la tac, i raggi X che attraversano il corpo vengono poi rielaborati da un computer, che ricostruisce un’immagine in 3D dei tessuti.

In realtà, la tac – che analizza il corpo in maniera perpendicolare alla lunghezza, scansionandolo “a fette” (da cui appunto assiale) – non è più l’unico modo per esaminare tridimensionalmente un corpo umano: oggi la tomografia computerizzata permette di fatto di acquisire le immagini tramite un tubo radiogeno che ruota intorno alla persona sdraiata. Tac resta però un termine di uso comune, anche se di fatto la tecnica utilizzata è diversa.

Che cos’è la tac al collo e a cosa serve

La tac del collo è quindi la tecnica che viene utilizzata per analizzare le varie strutture anatomiche del collo e del viso, e che consente di ottenere immagini tridimensionali di tipo radiologico con un’alta definizione che permettono di diagnosticare eventuali patologie presenti in queste zone del corpo.

La tomografia computerizzata del collo consente di individuare diverse patologie che possono interessare le aree intorno al collo, gola compresa, come tumori, cisti, ascessi o malformazioni. È particolarmente utile per rilevare:

Le apparecchiature per la TAC sono ampiamente disponibili in ospedali e strutture mediche di tutto il mondo, rendendo questo tipo di imaging facilmente accessibile per i pazienti, soprattutto in situazioni di emergenza grazie alla rapidità di acquisizione delle immagini e grazie alla ampiezza del spettro delle strutture visualizzabili.

Le aree intorno al collo che vengono esaminate dalla tac sono essenzialmente:

Grazie a questa tecnologia che utilizza radiazioni ionizzanti, cioè raggi X, si possono osservare eventuali formazioni in base alla loro localizzazione, alla grandezza, alla forma e ai contorni, in modo da stabilire se si tratti di patologie benigne o maligne.

Tac al collo con mezzo di contrasto

Generalmente, la tomografia computerizzata si effettua iniettando nel paziente un mezzo di contrasto per via endovenosa. Si tratta di una sostanza liquida a base di iodio (che assorbe le radiazioni) capace di evidenziare aree anatomiche come vene, linfonodi, arterie e formazioni maligne o benigne. In alcuni casi il paziente può risultare allergico al mezzo di contrasto, e in questo caso si cerca di evitarlo ove possibile.

Angio tac al collo

Anche per le aree del collo è possibile effettuare un’angio tac, cioè un particolare tipo di tomografia computerizzata che serve a evidenziare i vasi, e in particolare le arterie. Nel caso del collo, è utile per esaminare la chiusura parziale (stenosi) o l’apertura (pervietà) di alcune arterie, come le carotidi, ma anche malformazioni artero-venose (MAV) e altre anomalie che interessano le arterie.

Quando sottoporsi alla tac al collo

La tac al collo è solitamente prescritta dal proprio medico in caso di anomalie riscontrate dal paziente, siano essere individuabili al tatto oppure legate a sintomi diversi che interessano le zone adiacenti al collo. Il medico incaricato può essere quello di base, ma anche uno specialista.

Molte volte si arriva alla tomografia computerizzata dopo aver effettuato altri esami, come l’agoaspirato eco, utile per valutare la situazione anatomo-patologica con più precisione. È utile ricordare che non è possibile sottoporsi alla tac se non si ha una prescrizione del medico, anche qualora si decidesse di non ricorrere al Servizio Sanitario Nazionale.

Quali sintomi tenere sotto controllo

Ci sono alcuni sintomi da non sottovalutare e che potrebbero suggerire il bisogno di un’indagine più accurata, come una tac del collo: ulcere orali, bruciore o dolore in bocca, abbassamenti della voce che durano a lungo (più di due settimane), o ancora sensazione di “qualcosa nella gola”, dolore o difficoltà a deglutire, emorragie nasali e forti emicranie.

In caso si presenti uno o più di questi sintomi, è bene avvertire il proprio medico, che valuterà il percorso diagnostico più corretto.

Chi non dovrebbe sottoporsi all’esame

Le pazienti che sospettano una gravidanza o che ne abbiano già la certezza, i pazienti obesi, con insufficienza renale o diabete, dovrebbero comunicare la propria condizione al medico prima di sottoporsi all’esame. In particolare, dovrebbero astenersi completamente dalla tac le donne incinte e i bambini al di sotto dei 3 anni.

Come si svolge la tac al collo

La tomografia computerizzata del collo è un esame che si effettua in un laboratorio di radiologia e non richiede una particolare preparazione da parte del paziente, anche se bisogna seguire alcune indicazioni.

Tac senza mezzo di contrasto

In questo caso, il paziente non deve prepararsi, né effettuare il digiuno né smettere di assumere medicinali. Questa tipologia di tac è possibile qualora la persona che deve sottoporsi all’esame risulti allergica alla sostanza iniettata.

Tac con contrasto

Normalmente, però, la tac viene fatta con mezzo di contrasto, e per questo oltre a un digiuno di sei ore di chi si sottopone al test, il medico si informerà su eventuali allergie. Sono di solito richieste per questo delle analisi del sangue, in particolare i risultati di creatinina e filtrato glomerurale, non più vecchie di un mese. È importante comunicare anche l’assunzione di eventuali farmaci, per cui vale la regola del digiuno (non vanno ingeriti nelle sei ore precedenti la tac).

Durata e svolgimento della tac al collo

In laboratorio, il paziente riceve, se previsto, il mezzo di contrasto per via endovenosa. In seguito si sdraia su un lettino, supino, dove deve rimanere il più immobile possibile per tutta la durata della rilevazione delle immagini da parte del macchinario.

La procedura dura circa 15 minuti e non è dolorosa, ma il mezzo di contrasto può avere effetti collaterali come bruciore intenso, dolore nel punto di iniezione e, in casi più rari, vomito e altri disturbi. Alcuni pazienti lamentano calore e gusto metallico in bocca. In casi molto rari il mezzo di contrasto può provocare una reazione allergica severa.

Per la tac al collo, è richiesto di non deglutire, ove possibile.

Risultati della tac al collo

Interpretare i risultati della tomografia computerizzata è di solito competenza del medico radiologo, capace di individuare attraverso le immagini scansionate dallo strumento eventuali anomalie della cavità orale, della laringe, della faringe o ancora dei tessuti molli cervicali. Attraverso la tac è quindi facile determinare se si è in presenza di formazioni benigne o maligne, ma è necessario recarsi coi risultati dal medico che ha prescritto l’esame per poter interpretare il quadro generale.

In particolare, qualora fossero presenti delle neoplasie, sarà l’oncologo a determinare la gravità della condizione e il percorso da effettuare una volta ricevuta la diagnosi. La tac è necessaria per individuare con esattezza il punto in cui si è diffuso il tumore e se è di natura benigna o maligna.

Fonti bibliografiche:

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