Sindrome del tunnel carpale: cause, sintomi e cura

Comune soprattutto nelle donne, la sindrome del tunnel carpale è una condizione che colpisce il polso e la mano

Pubblicato: 18 Marzo 2024 13:02

Carlotta Dell'Anna Misurale

Medico

Laureata in Medicina, appassionata di neurologia. Vanta esperienze in ricerca, con focus sui misteri del cervello e l'avanzamento scientifico.

La sindrome del tunnel carpale è la neuropatia compressiva più frequente, ed è causata dall’irritazione o dalla compressione del nervo mediano nel tratto che decorre all’interno del tunnel carpale. È dunque una sindrome da compressione nervosa, che si manifesta quando viene schiacciato il nervo mediano all’interno del tunnel carpale. Essa interessa in maniera prevalente il polso e la mano, causando dolore, formicolio e senso di intorpidimento.

Colpisce generalmente soggetti che trascorrono molto tempo al computer, per via del movimento che il polso compie per utilizzare il mouse, ed è molto più frequente tra le donne (l’incidenza è di tre volte superiore rispetto agli uomini).

La patologia esordisce più frequentemente durante la sesta decade. Tuttavia, possono soffrirne anche persone molto più giovani con fattori di rischio occupazionali (utilizzo ripetuto del mouse, utilizzo del martello pneumatico, suonare le percussioni), oppure soggetti con patologie predisponenti. La patologia coinvolge nella maggior parte dei casi la mano dominante; se bilaterale, la mano dominante è spesso affetta in maniera più severa.

Il Ministero della Salute la considera una malattia professionale, causata da “movimenti ripetuti o prolungati del polso e di prensione della mano, mantenimento di posture incongrue, compressione prolungata o impatti ripetuti sulla regione del carpo” propri di determinate professioni.

Sindrome del tunnel carpale: cenni anatomici

Il nervo mediano è un nervo misto, con funzioni sensitive e motorie. Esso origina a livello dell’ascella dall’unione della corda laterale (fibre provenienti dalle radici C6-C7) e della corda mediale (fibre provenienti dalle radici C8-T1) del plesso brachiale. Il nervo mediano discende poi lungo l’arto superiore, dando origine ai rami motori per il muscolo pronatore rotondo, flessore radiale del carpo, flessore sublime delle dita e, in alcuni individui, per il muscolo palmare lungo.

A livello dell’avambraccio prossimale dà origine al nervo interosseo anteriore, che fornisce innervazione motoria ai muscoli flessore lungo del pollice, capo laterale del flessore profondo delle dita, e pronatore quadrato. Prossimalmente al polso, il nervo mediano dà origine al ramo cutaneo palmare sensitivo, che fornisce innervazione sensitiva alla cute dell’eminenza thenar, ed entra nella mano attraverso il tunnel carpale.  Il tunnel carpale è un canale racchiuso tra le ossa del carpo, sul lato alare e sui lati, e il legamento carpale trasverso, sul lato volare; passano al suo interno il nervo mediano e nove tendini flessori.

Nel palmo, il nervo si divide in una divisione motoria e una divisione sensitiva. La divisione motoria innerva il primo ed il secondo lombricale e, tramite il ramo motorio ricorrente per l’eminenza thenar, la maggior parte dei muscoli dell’eminenza thenar (muscolo opponente del pollice, muscolo adduttore breve del pollice, capo superficiale del flessore breve del pollice). La divisione sensitiva innerva invece la cute sovrastante la porzione mediale del pollice, il secondo dito, il terzo dito e la porzione laterale del quarto dito.

Sindrome del tunnel carpale: le cause

La sindrome del tunnel carpale è causata dalla compressione del tratto di nervo mediano che passa attraverso il tunnel carpale. Una compressione, questa, che può essere dovuta al restringimento del tunnel stesso, per fattori anatomici o acquisiti, oppure ad un ispessimento della guaina sinoviale che riveste i tendini dei muscoli flessori transitanti per il tunnel carpale. La compressione determina ischemia e demielinizzazione e, se prolungata e severa, degenerazione walleriana e morte dell’assone.

Nonostante via siano numerose cause associate allo sviluppo di sindrome del tunnel carpale, la maggior parte dei casi è di origine idiopatica. I fattori di rischio associati allo sviluppo di sindrome del tunnel carpale idiopatica sono i seguenti:

Nei casi idiopatici, la patologia si sviluppa più frequentemente nella mano dominante. L’insorgenza della patologia a livello della mano non dominante è un importante indizio della presenza di una patologia sottostante. Le più frequenti sono le seguenti:

Sindrome del tunnel carpale: i sintomi

La sindrome del tunnel carpale ha una sintomatologia abbastanza riconoscibile, che comprende dolore, formicolio e intorpidimento a livello del pollice, dell’indice, del medio e di parte dell’anulare. Talvolta la sintomatologia può irradiarsi all’avambraccio, al braccio, o, raramente, alla spalla, ma mai al collo. Le dita sono spesso intorpidite, talvolta dolenti, e si può avvertire la sensazione di una scossa elettrica.

I sintomi si manifestano generalmente in modo graduale e discontinuo, peggiorando durante la notte per le flessioni involontarie del polso e quando si compiono azioni che comportano il suo piegamento ripetuto. Molto tipiche di questa sindrome sono parestesie notturne che risvegliano del paziente durante il sonno. I disturbi peggiorano in genere quando si tiene in mano a lungo un oggetto (un libro, il cellulare, il volante). La percussione del polso può evocare la sensazione di una scossa elettrica.

Le fibre sensitive sono coinvolte più precocemente. Nei casi più avanzati, può esserci un coinvolgimento anche delle fibre motorie: può svilupparsi debolezza nell’abduzione e nell’opposizione del pollice, seguita da franca atrofia dell’eminenza thenar. I pazienti possono lamentare debolezza nell’allacciare bottoni, nell’aprire dei barattoli o nel girare le maniglie delle porte.

Sindrome del tunnel carpale, la diagnosi

È necessario rivolgersi al medico quando si avverte un prolungato dolore, con senso di intorpidimento e di formicolio, alle dita delle mani. Tanto più se tali sintomi peggiorano la notte.

Il medico, nel corso della visita, andrà ad eseguire un esame obiettivo e un’approfondita anamnesi, prima di richiedere eventuali indagini diagnostiche quali l’elettromiografia, la radiografia e gli esami del sangue. La radiografia serve ad escludere che dietro il dolore si celino microfratture o artrosi.

L’elettroneuromiografia, mediante l’analisi della conduzione nervosa sensitiva e motoria e l’inserimento di un piccolo ago in specifici muscoli della mano per misurarne l’attività elettrica quando si contraggono e si rilassano, identifica l’alterazione dei parametri di conduzione del nervo mediano, e l’eventuale danno muscolare causato dalla denervazione.

Inoltre, è utile ad escludere che i sintomi siano dovuti ad altre patologie, quali ad esempio una sofferenza radicolare a livello cervicale, una sofferenza del plesso brachiale o una sofferenza del nervo mediano in un tratto più prossimale.

In casi selezionati, ad esempio nel caso di studio neurofisiologico non diagnostico con alto sospetto clinico oppure se vi è il sospetto di tumori o alterazioni strutturali, potrà essere utile anche un’ecografia del nervo. Gli esami del sangue servono invece ad indagare patologie associate.

Sindrome del tunnel carpale: i trattamenti

Quando i sintomi sono lievi, l’approccio alla sindrome del tunnel carpale è di tipo conservativo; se invece il danno nervoso è più serio, e si protrae per oltre 6 mesi, si tende ad intervenire chirurgicamente.

L’approccio conservativo consiste ne:

L’intervento chirurgico viene eseguito in regime ambulatoriale e consiste nell’allargamento del tunnel carpale per decomprimere il nervo mediano. L’operazione può essere eseguita con tecnica chirurgica classica oppure per via artroscopica: nel primo caso si esegue un’incisione sul polso di alcuni centimetri, nel secondo caso si eseguono microincisioni per l’inserimento di una telecamera e degli strumenti che servono per la decompressione.

Dopo l’intervento, il paziente deve tenere il polso bendato per 48 ore e poi indossare un tutore, iniziando fin da subito la riabilitazione. Il rischio di recidiva dopo l’approccio chirurgico è basso.

Con una diagnosi precoce e un trattamento tempestivo, nel caso in cui siano state escluse patologie sottostanti, dalla sindrome del tunnel carpale si può guarire.

Oltre alla terapia farmacologica e alla chirurgia si può provare a fare delle modifiche alla propria dieta per migliorare l’apporto di molecole generalmente definite antinfiammatorie come l’acido eicosapentaenoico (EPA), e il docosaesaenoico (DHA), che si trovano primariamennte in cibi come sgombro, aringa, ventresca di tonno, aguglia, e amche l’acido alfa linolenico (ALA) contenuto principalmente nella frazione grassa di certi alimenti di origine vegetale o negli oli di: soia, semi di lino, semi di kiwi, semi di uva ecc.

Può essere utile anche aumentare l’introito di molecole antiossidanti:

Sindrome del tunnel carpale: come prevenirla

Per prevenire l’insorgenza del tunnel carpale è possibile adottare alcuni comportamenti:

Fonti bibliografiche:

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