Il piede diabetico è una grave complicanza che può colpire le persone che soffrono di diabete mellito e che è causata principalmente da due fattori: la neuropatia, che comporta una sensibilità ridotta del piede e modifica la sua anatomia, e l’arteriopatia, che provoca un deficit della circolazione sanguigna.
Il piede diabetico solitamente colpisce persone over 65 anche se sono stati registrati casi di questa malattia in persone giovani affette da diabete. Secondo l’OMS, un’elevata percentuale di diabetici, circa il 15%, sperimenta un’ulcera del piede nel corso della vita, un disturbo che richiede cure adeguate e trattamenti tempestivi.
Infatti, il piede ha una struttura anatomica particolarmente complessa che comprende ossa, articolazioni, muscoli, nervi e vasi sanguigni, e le alterazioni metaboliche provocate dal diabete sono in grado di compromettere in maniera importante e, a volte, permanente la funzionalità, generando stati dolorosi che possono, infine, comportare anche un concreto rischio per la salute, per la qualità della vita o, in alcuni casi, per la sopravvivenza del paziente.
Indice
Le cause del piede diabetico: quali sono e come individuarle?
Il piede diabetico è una condizione medica potenzialmente invalidante, generata dalle complicazioni più comuni della patologia metabolica principale. I sintomi e il quadro generale del disturbo possono essere diversi a seconda del meccanismo che genera il danno al piede e alle regioni anatomiche coinvolte.
In particolare, si possono distinguere due meccanismi alla base di questa importante patologia: il piede diabetico neuropatico e il piede ischemico, due quadri distinti e richiedenti approcci terapeutici mirati.
- Il piede diabetico neuropatico è provocato dagli scompensi metabolici, tipici del paziente diabetico. Chi è affetto da questa malattia, infatti, presenta un livello elevato di glucosio nel sangue che, nel corso del tempo, può provocare un’alterazione funzionale alle fibre nervose motorie, sensitive e vegetative di alcuni organi e apparati, come le gambe, i reni e, appunto, i piedi. In questi casi si verificano: una perdita della sensibilità (a livello tattile, termico e dolorifico);
- una modificazione dell’anatomia, che porta il piede a diventare cavo, perdendo il suo appoggio naturale e creando zone ad elevato carico.
Questo porta alla formazione di ulcere che possono infettarsi compromettendo la salute generale del paziente. Tale situazione, unita alla compromessa sensibilità, crea un circolo vizioso, per cui il paziente non si accorge immediatamente del problema, permettendo alle lesioni di progredire e aggravarsi, ma anche di diffondersi ai tessuti circostanti, provocando delle temibili necrosi tissutali.
Invece, il danno del piede ischemico è causato da deficit vascolari arteriosi agli arti inferiori, che esita in una riduzione del flusso di sangue al piede e può portare a sviluppare ischemia che può poi evolvere in necrosi (cancrena).
Molto spesso i due quadri possono sovrapporsi. In questo caso si parla di piede neuroischemico.
Si può affermare che il paziente con diabete dev’essere adeguatamente controllato, perché qualsiasi sintomo o disturbo sottovalutato può portare a conseguenze anche particolarmente gravi, che possono mettere in pericolo l’intero organismo e, nei casi più estremi, la vita stessa del soggetto.
I campanelli d’allarme del piede diabetico: come riconoscere i sintomi?
Quando si soffre di diabete è fondamentale analizzare adeguatamente i sintomi che si riscontrano in ogni distretto corporeo e conoscere le possibili complicanze della patologia, per riuscire a prevenirle e trattarle tempestivamente.
Il piede diabetico inizia a manifestarsi con una perdita di sensibilità che riduce la percezione tattile della zona. Il piede risulta inoltre insensibile al dolore e alle alterazioni termiche. Questa problematica impedisce, spesso di notare tempestivamente il disturbo, ritardandone significativamente il trattamento.
L’intorpidimento e la sensazione di formicolio sono altri dei sintomi tipici del piede diabetico, che si uniscono a possibili dolori e crampi localizzati e al gonfiore sia del piede, sia della caviglia. Le alterazioni sensoriali possono portare a una scarsa sensibilità agli stimoli esterni (termici, tattili, ecc.) ma anche a sensazioni fastidiose e simili a punture di spillo, che si irradiano nel piede e nella gamba.
Il piede diabetico cambia fisionomia, iniziando ad appoggiarsi a terra in maniera scorretta. In breve tempo si crea un ispessimento della pelle che non consente più di appoggiare correttamente la pianta del piede e predispone alla formazione di ulcere (a livello delle dita o della zona plantare) che faticano a rimarginarsi a causa di una insufficiente circolazione e che possono essere soggette a pericolose infezioni. Quando ciò accade, spesso si avverte anche un intenso prurito a livello del piede, un arrossamento a chiazze della zona o un interessamento sistemico della problematica, con febbre e altri segnali di un’infezione diffusa nell’organismo
Nei casi peggiori, il piede diabetico può portare ad una progressiva degenerazione dei tessuti: diffondendosi, l’infezione raggiunge prima i tessuti perilesionali e, in seguito, anche gli organi, portando alla setticemia, un grave stato di compromissione dell’organismo che può essere fatale.
Quando rivolgersi a uno specialista?
Il paziente diabetico deve avere piena consapevolezza della sua malattia e sottoporsi a regolari controlli. Inoltre, dovrebbe sempre seguire le indicazioni dello specialista ed essere informato sulle possibili complicanze della sua condizione, compresa quella del piede diabetico. Ai primi segnali di anomalie a livello dei piedi, quindi, dovrebbe subito rivolgersi al medico curante, per accelerare la diagnosi e iniziare subito le cure più opportune.
Piede diabetico: i fattori di rischio
I pazienti diabetici che non tengono regolarmente sotto controllo i valori della glicemia sono quelli più a rischio di sviluppare le temibili complicanze di questa complessa patologia metabolica. Ulteriori fattori di rischio sono rappresentati da:
- un alto livello di colesterolo nel sangue;
- fumo di sigaretta;
- obesità;
- pressione arteriosa elevata;
- sedentarietà.
Diagnosi del piede diabetico
Per diagnosticare correttamente il piede diabetico è indispensabile che il paziente si sottoponga a una valutazione da parte di un team di specialisti, che sia composto da diabetologi esperti, chirurghi e podologi. Per diagnosticare il piede diabetico è necessario seguire un iter diagnostico completo. Lo specialista effettuerà un’accurata anamnesi del paziente, valutando le caratteristiche dei sintomi e i segni che lo hanno portato a chiedere un consulto specializzato.
Il medico può poi effettuare un esame obiettivo del piede, e valutare la condizione fisica generale del paziente, effettuando o prescrivendo esami diagnostici orientati ad avere un quadro generale sulla salute del soggetto. Ad esempio, può verificare la sensibilità delle mani e dei piedi e valutare se esistono disfunzioni circolatorie negli arti inferiori. Gli esami del sangue sono indispensabili per escludere la presenza di infezioni o patologie concomitanti e per controllare se le funzioni di alcuni organi chiave risultano compromesse (come reni o fegato).
L’eco doppler aiuta a valutare la salute dei vasi sanguigni degli arti inferiori, mentre una radiografia può essere utile per determinare se sono presenti e che caratteristiche hanno le possibili malformazioni anatomiche delle ossa. Inoltre, i raggi X possono individuare la presenza di gas o altri elementi estranei nei tessuti molli, possibile segnale di una cancrena in corso.
Come trattare il piede diabetico?
Innanzitutto, prima di avviare qualsiasi tipo di terapia per il piede diabetico, è bene analizzare con estrema attenzione la condizione di salute generale del paziente e impostare un corretto trattamento della patologia metabolica, se non già sotto controllo. Lo scopo principale del trattamento di un piede diabetico è quello di prevenire la formazione di ulcere plantari o di contenere l’estensione di quelle esistenti, facendo in modo che non si sviluppino infezioni.
Dedicarsi alla pulizia e all’igiene delle ulcere è il primo passo per evitare che degenerino e lascino spazio a infezioni pericolose per l’arto e per la salute in generale. Nel paziente diabetico le lesioni ulcerose non medicate guariscono con estrema difficoltà e rendono concreto il rischio di cancrena, portando alla necessità di amputazione del piede.
Oltre a questo, è possibile trattare le ulcere con antibiotici topici, oppure con l’assunzione di antibiotici ad ampio spettro, che abbattono il rischio della proliferazione di patogeni. Nelle infezioni meno estese possono essere sufficienti antibiotici orali, mentre nei casi più gravi spesso si procede con una somministrazione endovenosa, previo ricovero del paziente.
L’assunzione di antidolorifici è utile nei casi in cui il dolore causato da lesioni e ulcere è particolarmente difficile da sopportare. In questo caso prodotti analgesici sono indicati per alleviare la sintomatologia mentre, contemporaneamente, si procede a un corretto trattamento delle ulcere e delle eventuali infezioni, fino alla loro completa guarigione. Per tenere sotto controllo le infezioni batteriche può essere considerata, come opzione terapeutica, anche l’ossigenoterapia iperbarica, che aumenta i livelli di ossigeno rispetto al normale e rallenta la proliferazione dei batteri anaerobi, spesso causa delle infezioni del piede diabetico, facilitando e rendendo più rapida la guarigione delle lesioni.
In alcuni casi particolarmente gravi il medico può consigliare di ricorrere alla chirurgia, per risolvere il problema del piede diabetico. L’intervento è poco invasivo e può servire per correggere le anomalie anatomiche del piede prima che si manifestino pericolose lesioni e che la malattia degeneri. Se l’infezione è già in atto, l’operazione permette di eliminare il tessuto malato e salvare l’arto con un buon tasso di successo.
Come prevenire il piede diabetico?
I pazienti diabetici esposti a questa rischiosa complicanza dovrebbero chiedere al loro medico in che modo tutelarsi dal pericolo, adottando comportamenti idonei e uno stile di vita sano, in modo da scongiurare l’insorgenza di deficit funzionali e di malformazioni anatomiche tipiche del piede diabetico. Un programma di prevenzione efficace è in grado di salvaguardare la salute e il benessere del paziente, evitando la comparsa delle lesioni ulcerose e minimizzando il rischio di ricadute post guarigione.
Come impostare un piano di prevenzione efficace?
- Controllare la patologia e tenere monitorati i livelli di glicemia nel sangue sono passaggi essenziali per prevenire la comparsa del piede diabetico. Seguire le indicazioni di cura fornite dal medico specialista è fondamentale per contrastare il peggioramento della patologia e abbattere il rischio che degeneri nelle sue forme più aggressive.
- Seguire un regime alimentare adeguato alla patologia metabolica è essenziale, per mantenere i livelli di glucosio nel sangue entro limiti sempre accettabili.
- L’igiene quotidiana è fondamentale, inoltre, per mantenere i piedi puliti e asciutti. Lavaggi frequenti con acqua e detergenti neutri, seguiti da una meticolosa asciugatura, sono sufficienti a ridurre il rischio di sviluppare infezioni, rispettando le esigenze di un organismo particolarmente delicato a causa della malattia.
- La routine quotidiana dovrebbe comprendere un taglio accurato delle unghie dei piedi, in modo che non causino microferite e che non si incarnino, aumentando il rischio di sviluppare infezioni e infiammazioni.
- Un check-up su base giornaliera è utile per escludere la presenza di calli, duroni, funghi, dermatiti, vesciche o lesioni di altro tipo. Individuarle in tempo può essere decisivo per limitane l’aggravamento.
- L’uso di calzature idonee e appositamente studiate per i pazienti con diabete (o di plantari ad hoc) è consigliato quando si desidera evitare eccessive pressioni sulle zone più sensibili del piede, spesso frequenti con le normali calzature in commercio.
- L’idratazione della pelle del piede è utile, infine, per mantenere morbidi ed elastici i tessuti, evitare ispessimenti e preservare l’integrità della cute. Nel paziente diabetico, anche le piccole ferite trascurate possono essere pericolosi punti di partenza per lo sviluppo di lesioni più ampie, infezioni e degenerazioni tissutali.
- Uno stile di vita salutare è parte integrante della prevenzione: fare attività fisica regolare, mangiare sano ed evitare l’alcol e il fumo, sono ottime indicazioni per chi desidera restare in forma e, in particolare, evitare il piede diabetico.
La prevenzione è il primo passo per il trattamento di questo disturbo e funge da barriera efficace contro la comparsa di una delle più fastidiose complicanze del diabete mellito.
Fonti bibliografiche
- Piede diabetico, Istituto Superiore di Sanità