Guardandolo al microscopio, sembra un innocuo chicco di caffè. Ma tutto cambia quando si scoprono i tremendi danni sull’organismo legati al meningococco, a partire dalla meningite, che colpisce soprattutto i bimbi più piccoli e gli adolescenti. Proprio i bambini piccoli sono 17 volte più a rischio di contrarre l’infezione rispetto al resto della popolazione, in Europa.
Esistono diversi ceppi di questo germe, che si chiama Neisseria meningitidis e può albergare nella gola di moltissime persone, diventando però per qualcuno una minaccia per la vita.
Ma attenzione: il meningococco non è l’unico batterio che può provocare infezione delle meningi. Anche lo pneumococco e l’Haemophilus influenzae, solo per citare i ceppi più spesso implicati nel quadro. Oltre ai batteri possono essere implicati virus e funghi.
Conoscere questa patologia e come si trasmette è fondamentale, così come sapere che esistono strumenti utili per la prevenzione, di cui il principale è la vaccinazione.
Indice
Cos’è la meningite?
Con il termine meningite si intende un’infiammazione delle meningi, ossia le membrane che avvolgono e proteggono il cervello e il midollo spinale. Si tratta di una pericolosa malattia in genere infettiva (esistono forme infiammatorie e autoimmuni) che coinvolge il sistema nervoso centrale e può avere effetti anche gravi, o fatali, sull’organismo.
A causare la meningite infettiva sono diversi agenti patogeni, come virus, funghi, batteri e parassiti.
La meningite causata da funghi generalmente compare nei soggetti immunodepressi e comporta elevati tassi di letalità.
La malattia che ha un’origine virale, invece, è la più diffusa ma fortunatamente anche la meno rischiosa per la vita e può essere causata da numerosi virus tra cui anche gli Herpesvirus e gli Enterovirus.
La meningite batterica, infine, comporta sintomi gravi e presenta una rapida evoluzione potenzialmente mortale. Nonostante si verifichi in casi rari è estremamente pericolosa e a essere responsabili di questa patologia possono essere diversi batteri, tra cui i più comuni sono:
- Lo Streptococco Pneumoniae (chiamato anche Pneumococco);
- L’Haemophilus influenzae tipo b;
- Il Neisseria Meningitidis anche noto come meningococco.
Cos’è il meningococco e come si trasmette
La Neisseria meningitidis anche detto meningococco è presente in circa il 10% delle persone, nelle alte vie respiratorie, all’interno della gola e del naso, dove normalmente risiede senza dare alcun problema. Sebbene tutti possano contrarre l’infezione, sono a più alto rischio i bambini molto piccoli e gli adolescenti, nonché ovviamente i soggetti fragili e gli anziani, che hanno in comune un organismo più debole e incapace di difendersi adeguatamente dalle infezioni.
Sono addirittura 13 i sottotipi (o sierogruppi) di meningococco e solo 6 riescono a provocare la meningite nell’uomo, ovvero le tipologie di meningococco A, B, C, Y, W135 e X. I sierogruppi più diffusi in Italia sono il B e il C, che causano sintomatologie molto simili a quelle degli altri sottotipi, ma con evoluzioni patologiche spesso gravi, imprevedibili e repentine, a volte con esito fatale per il paziente entro poche ore dalla manifestazione dei segnali di infezione.
Il batterio si trasmette da persona a persona per via aerea, ovvero attraverso colpi di tosse, starnuti o anche semplicemente parlando, azioni che diffondono nell’aria goccioline di saliva e muco (chiamate Droplets). Tende a diffondersi con maggior frequenza nelle comunità chiuse, nei luoghi affollati come le scuole, le discoteche o le caserme. Viene trasmesso da portatori asintomatici, che cioè non presentano sintomi o paucisintomatici (che presentano cioè sintomi lievi quali tosse o mal di gola).
Il contagio da meningococco, comunque, non è così semplice e occorre un contatto stretto e prolungato con un soggetto infetto perché sia possibile la trasmissione della malattia. Il raggio d’azione dei Droplets arriva a massimo un paio di metri dalla fonte, ma i luoghi chiusi e affollati sono il punto di contagio più comune, perché si saturano molto più facilmente di batteri.
Essere stati esposti a questi agenti batterici non comporta nella totalità dei casi lo sviluppo dei sintomi ed è molto frequente, come accennato, la presenza nella comunità di portatori sani di meningococco, che trasportano il batterio nel loro apparato respiratorio senza mai sviluppare la malattia.
I neonati e i bambini sono di solito i più esposti al rischio di essere contagiati e manifestare forme severe della patologia. Mentre il periodo di incubazione della meningite virale è di circa 3/6 giorni, in quella batterica è più lungo e può arrivare fino a 10 giorni. Il soggetto infetto è contagioso solamente nei giorni immediatamente prima dell’esordio e nella fase acuta della malattia.
Come si manifesta l’infezione da meningococco
I primi sintomi nella maggior parte dei casi sono aspecifici, come febbre e sintomi influenzali.
Dopo le prime fasi dell’infezione, le manifestazioni cliniche diventano più specifiche e distinguibili.
Il quadro clinico è caratterizzato da un esordio brusco con:
- febbre alta;
- cefalea;
- nausea e vomito;
- rigidità della nuca;
- manifestazioni cutanee come macchie sulla pelle (presenti in tre malati su quattro);
- convulsioni;
- sonnolenza e confusione.
Nei bambini molto piccoli sono segnali da non trascurare la mancanza di appetito, il rigonfiamento nella fontanella anteriore, il pianto continuo, l’irritabilità, sonnolenza e una febbre particolarmente alta.
Il decorso della meningite può essere estremamente rapido, tanto da condurre a morte anche in poche ore.
Come si cura la meningite
La terapia della meningite da meningococco si basa su un trattamento antibiotico mirato.
Quando si verifica un caso di meningite da meningococco, è importante anche trattare chi è entrato in contatto con l’ammalato, attuando una profilassi antibiotica adeguata.
Vengono considerati contatti tutte le persone entrate in contatto con il soggetto che ha contratto l’infezione fino a 10 giorni prima della diagnosi. Il limite di 10 giorni deriva dal tempo di incubazione massimo della malattia ed è comunemente ritenuto che trascorsi dieci giorni dall’ultimo contatto con l’ammalato, non sussistono concreti rischi di sviluppare l’infezione.
Cos’è la sepsi da meningococco
Si tratta di una particolare manifestazione della meningite causata dalla neisseria meningitidis. È una condizione caratterizzata dal passaggio del Meningococco a livello ematico. Fortunatamente riguarda circa il 10% di chi ha una meningite da meningococco.
Che differenze ci sono tra setticemia e meningite semplice
L’infezione da meningococco conduce sempre alla diffusione del batterio nel sangue circolante, ma poi il patogeno tende a concentrarsi nelle meningi e nella pelle. Per questo il quadro clinico è caratterizzato da un esordio brusco e caratterizzato dai sintomi elencati sopra (febbre, cefalea, rigidità della nuca, vomito, macchie cutanee).
Ma ci sono casi in cui l’infezione tende a diffondersi nel sangue determinando una meningococcemia che ha in genere un decorso ‘fulminante’. In questi malati compaiono rapidamente problemi molto gravi come lo stato di shock, la coagulazione intravascolare disseminata, con il sangue che tende a coagularsi da solo all’interno dei vasi e non arriva agli organi e conseguente insufficienza funzionale degli stessi.
Purtroppo, questa forma evolve molto rapidamente e può risultare letale nella metà circa dei casi per insufficienza cardiaca o respiratoria.
Come funzionano i vaccini per le meningiti batteriche
Come detto, oltre che dalla Neisseria meningitidis, le meningiti possono essere causate da batteri diversi quali Haemophilus influenzae B e Streptococcus pneumoniae.
- Per la profilassi della meningite da Haemophilus influenzae B è disponibile dal 1999 un vaccino che può essere somministrato in età evolutiva e che ha fatto calare notevolmente l’incidenza in Italia. È il vaccino che oggi viene somministrato di routine a tutti i bambini che iniziano il loro ciclo vaccinale ed è incluso spesso nel vaccino esavalente solitamente somministrato entro il primo anno di vita.
- Anche per la meningite causata dal batterio Streptococcus pneumoniae, esistono vaccini utilizzati da tempo. Ad esempio, il vaccino eptavalente coniugato è capace di fornire una protezione efficace contro le tipologie di pneumococco più diffuse e responsabili del 70/80% derivanti da questo batterio.
- Per il meningococco esistono, invece:
- vaccini monovalenti per il sierogruppo B;
- vaccini monovalenti per il sierogruppo C;
- vaccino quadrivalente nei confronti delle forme causate dai meningococchi A, C, W e Y.
Il vaccino contro il meningococco B è offerto gratuitamente ai bambini nel primo anno di vita e prevede generalmente tre dosi. Il vaccinocontro il sierogruppo C prevede una sola somministrazione nel 13° mese di vita. Per rafforzare la copertura anticorpale è suggerito un richiamo in età adolescenziale, generalmente effettuato con il vaccino tetravalente contro il meningococco A, C, W e Y (usato anche per i giovani che non si sono mai vaccinati e intendono iniziare un percorso vaccinale).
Può accedere alla vaccinazione, inoltre, chiunque desideri proteggersi da questo batterio e chi si appresta a viaggiare verso zone particolarmente a rischio. Vale sempre la pena consultare il proprio medico per capire se è indicato effettuare il ciclo vaccinale, in base alla propria età, alla propria condizione medica e alle abitudini di vita.
Inoltre, dovrebbero sempre tutelarsi con un’adeguata protezione vaccinale tutti i soggetti che sono rischio, perché affetti da malattie debilitanti o perché svolgono attività o professioni che aumentano il loro potenziale livello di esposizione al contagio (ad esempio chi frequenta le scuole materne, gli studenti che vivono nei collegi o utilizzano dormitori condivisi, i militari o i viaggiatori che si muovono verso Paesi ove le condizioni sanitarie sono diverse da quelle Europee).
Perché è importante la vaccinazione per le meningiti batteriche
Nonostante possa sembrare raro contrarre la meningite da meningococco, la mortalità della malattia meningococcica si attesta sul 10%-15% e numerosi dei pazienti che sopravvivono, inoltre, riportano danni permanenti a livello neurologico, disabilità, cicatrici cutanee, perdita dell’udito e altre serie complicazioni.
Il valore della vaccinazione non si limita solamente a chi si protegge ma anche agli altri. Visto che il meningococco vive regolarmente nella gola e nel naso di molte persone, da cui passa facilmente agli altri con un colpo di tosse o con uno starnuto, diventa fondamentale cercare di limitare il numero di possibili “untori” del tutto inconsapevoli, anche perché il germe in gola non dà alcun segno della sua presenza. Il batterio solo in alcuni soggetti, e per motivi ignoti provoca la malattia.
Con il vaccino quindi non solo si protegge il singolo, ma si riduce il numero di portatori sani, che senza saperlo trasmettono una malattia che può avere un’evoluzione drammatica in poche ore.
Con la vaccinazione per la meningite meningococcica si ottiene anche quell’immunità di gregge che rappresenta un fattore chiave in termini di sanità pubblica per limitare la circolazione del batterio e ridurre i casi di malattie.
Fonti bibliografiche
- FAQ – Meningite, Ministero della Salute
- Malattie batteriche invasive (sepsi e meningiti), Istituto Superiore di Sanità
- Meningite meningococcica, quello che c’è da sapere, Società Italiana di Pediatria
- Dieci cose da sapere sulla meningite meningococcica, Società Italiana di Pediatria