Esame audiometrico: a cosa serve e in cosa consiste

L'esame audiometrico è un test che valuta la capacità uditiva di un individuo, misurando la sua abilità di sentire suoni di varie frequenze e intensità

Pubblicato: 2 Maggio 2024 09:29

Carlotta Dell'Anna Misurale

Medico

Laureata in Medicina, appassionata di neurologia. Vanta esperienze in ricerca, con focus sui misteri del cervello e l'avanzamento scientifico.

L’audiometria, comunemente indicata come esame audiometrico, consente di esaminare la funzionalità dell’udito in individui utilizzando un dispositivo elettronico chiamato audiometro. Tale strumento misura la soglia di udibilità del paziente, ossia il livello più basso di suoni che può percepire a diverse frequenze. Attraverso questo test, si ottengono dati precisi sulla capacità uditiva del soggetto, che il tecnico audiometrista utilizza per compilare un dettagliato report tecnico. A seguito di questa valutazione, il report può evidenziare una possibile diminuzione della percezione uditiva.

L’audiometria è una procedura sicura e non invasiva che non provoca dolore, motivo per cui è idonea anche per i bambini. La durata varia da un minimo di 5 ad un massimo di 10 minuti e viene condotta da un tecnico specializzato. Questo test richiede un attivo contributo del paziente, il quale deve segnalare quando e se sente i suoni che gli vengono trasmessi attraverso delle cuffie.

In cosa consiste l’esame audiometrico

Per svolgere l’esame audiometrico il paziente viene fatto accomodare in una cabina insonorizzata e deve indossare un paio di cuffie sulle orecchie (via aerea). Il tecnico audiometrista invia alle cuffie dei suoni, le cui frequenze possono variare dai 125 Hz agli oltre 8.000 Hz a seconda dell’età e della situazione clinica del soggetto, a partire dai toni bassi fino ad arrivare a quelli alti e chiede al paziente di dare un cenno di consenso o di premere un pulsante tutte le volte che percepisce il suono. A seconda del livello di reattività del paziente, il medico può determinare la sua soglia di udibilità minima.

L’esame può prevedere anche l’utilizzo di un dispositivo posizionato dietro l’orecchio (via ossea): questo invia vibrazioni direttamente all’orecchio interno e in questo caso il tono viene trasmesso direttamente alla coclea con la vibrazione delle ossa craniche.

Esistono due modalità con cui è possibile effettuare un esame audiometrico: tonale e vocale.

  1. Audiometria tonale: consente di misurare la soglia uditiva per via aerea e ossea, tramite l’ascolto di suoni in cuffia da parte del paziente. Viene quindi elaborato un tracciato, definito “audiogramma”, che raccoglie i dati acquisiti che forniscono un’analisi oggettiva, qualitativa e quantitativa dell’udito.
  2. Audiometria vocale: si basa sulla voce e nello specifico sulla capacità di percepire e distinguere singole parole, che possono essere pronunciate dallo stesso esaminatore, oppure possono essere registrate.

A cosa serve l’esame audiometrico

Un esame audiometrico rappresenta uno strumento diagnostico fondamentale nella valutazione dell’udito, essenziale per identificare precocemente una gamma di problematiche uditivi. Grazie alla sua capacità di determinare la soglia minima di suoni percepibili ad una varietà di frequenze, consente di diagnosticare e quantificare eventuali deficit uditivi, favorendo interventi tempestivi e personalizzati.

Questo tipo di valutazione è particolarmente utile non solo per individuare perdite dell’udito congenite o acquisite, ma anche per monitorare l’udito nel tempo in pazienti esposti a fattori di rischio, come rumori ambientali eccessivi o farmaci ototossici.

Inoltre, l’audiometria può assistere nella scelta e nella taratura degli apparecchi acustici, offrendo al tecnico audiometrista le informazioni necessarie per un’ottimizzazione del dispositivo in base alle specifiche necessità uditivi del paziente. Così, l’esame si pone come uno strumento imprescindibile per la salute auricolare, il benessere comunicativo e la qualità di vita degli individui.

L’audiometria si rivela uno strumento diagnostico cruciale per l’individuazione di una varietà di condizioni uditive. Essa può rilevare la presenza di ipoacusia, che si manifesta come una riduzione parziale o totale della capacità di udire, e può essere distinta in sensorineurale, conduttiva o mista a seconda dell’origine del danno. L’esame è in grado di diagnosticare disturbi come l’acufene, ossia la percezione di suoni quali fischii o ronzii in assenza di una fonte esterna, e può essere impiegato per monitorare la progressione di malattie degenerative come la malattia di Menière, che colpisce l’orecchio interno provocando vertigini e perdita uditiva.

In ambito professionale, l’audiometria valuta l’impatto di esposizioni prolungate a rumori intensi, essenziale per la prevenzione dell’ipoacusia indotta da rumore, una condizione largamente diffusa tra i lavoratori in ambienti rumorosi. Inoltre, questo esame è vitale nella diagnostica di anomalie strutturali e di ostacoli nel canale uditivo o nella cassa timpanica che possono ostacolare il passaggio delle onde sonore. In sintesi, l’audiometria è una finestra diagnostica imprescindibile per un vasto spettro di condizioni che influenzano la salute dell’udito.

Chi può fare l’esame audiometrico

L’esame può essere effettuato sia da bambini che adulti e anziani. Si tratta di uno dei primi test ai quali si sottopone un bambino appena nato, durante il ricovero post parto (otoemissioni acustiche). Tuttavia, può essere difficile misurare la reazione di un neonato che non è in grado di rispondere in modo chiaro a uno stimolo uditivo, almeno non con la stessa chiarezza con cui riuscirebbe un bambino più grande; per questo motivo esistono diverse varianti di esecuzione del test audiometrico per diagnosticare una eventuale ipoacusia infantile e/o congenita.

Ai bambini di età compresa tra i 3 ed i 6 anni infatti viene prescritto, in caso si ipotizzi un problema uditivo, l’esame audiometrico infantile, che è una versione modificata dell’esame audiometrico tonale. Anche questo esame è indolore e non prevede controindicazioni.

Controindicazioni e preparazione

L’esame non presenta alcuna controindicazione, in quanto non è invasivo e nemmeno doloroso. Per la sua semplicità di svolgimento, non prevede nemmeno delle norme di preparazione particolari. L’unico accorgimento da tenere a mente è che per garantire il miglior risultato possibile, è meglio evitare che ci siano tappi di cerume o corpi estranei e questo è possibile escluderlo con una visita otorinolaringoiatrica prima di effettuare l’esame audiometrico.

Fonti bibliografiche:

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963