Distorsione della caviglia: cos’è e come trattarla

La distorsione alla caviglia è una lesione dei legamenti causata da un movimento improvviso e anomalo dell'articolazione, che provoca dolore, gonfiore e difficoltà nel camminare

Pubblicato: 21 Maggio 2024 11:02

Carlotta Dell'Anna Misurale

Medico

Laureata in Medicina, appassionata di neurologia. Vanta esperienze in ricerca, con focus sui misteri del cervello e l'avanzamento scientifico.

Basta un passo falso per ritrovarsi con una distorsione o storta alla caviglia! Infatti, si tratta di una delle lesioni muscoloscheletriche più comuni in ogni fascia di età e colpisce sia atleti che persone estremamente sedentarie. Il dolore che si avverte durante l’infortunio è causato dall’allungamento o – nei casi più gravi – dalla rottura dei legamenti dell’articolazione, mentre le conseguenze sono gonfiore e difficoltà a camminare.

Sebbene non sia una patologia particolarmente grave, è opportuno che, nel caso di dolori persistenti o tumefazione, venga contattato il medico. Infatti, senza un trattamento e una riabilitazione adeguati, una caviglia gravemente distorta potrebbe non guarire bene e perdere la sua mobilità e stabilità, con conseguenti distorsioni ricorrenti e tempi di ripresa più lunghi in futuro.

Cosa si intende per distorsione alla caviglia

Una distorsione alla caviglia è una lesione che si verifica quando si torce o si gira la caviglia in modo non naturale. Infatti, questi movimenti sono in grado di iperestendere o lacerare le fasce di tessuto (ovvero i legamenti) che hanno la funzione di tenere insieme e in linea le ossa della caviglia.

La funzione dei legamenti è quella di stabilizzare le articolazioni, prevenendo movimenti eccessivi: quando questi vengono forzati oltre il loro normale raggio di movimento avremo una distorsione dell’articolazione. In genere, le distorsioni alla caviglia riguardano generalmente i legamenti presenti sul lato esterno dell’articolazione.

Anatomia della distorsione alla caviglia

Il tipo più comune di distorsione alla caviglia è una lesione da inversione o distorsione laterale della caviglia. Il piede rotola verso l’interno, danneggiando i legamenti della caviglia esterna: il legamento talofibolare anteriore, il legamento calcanofibolare e il legamento talofibolare posteriore.

Meno comuni sono le distorsioni che interessano i legamenti della caviglia interna (distorsioni della caviglia mediale) e le distorsioni sindesmotiche, che compromettono i legamenti tibiofibolari, i legamenti che uniscono le due ossa delle gambe (la tibia e il perone) appena sopra la caviglia. Le distorsioni sindesmotiche, che si verificano più spesso negli sport di contatto, possono causare instabilità cronica della caviglia e conseguenti distorsioni.

Cause e fattori di rischio di una distorsione

Come abbiamo visto, la distorsione si verifica quando la caviglia è costretta a uscire dalla sua posizione normale, il che può causare l’allungamento, la lacerazione parziale o lo strappo completo di uno o più legamenti della caviglia.

Le cause di una distorsione alla caviglia potrebbero includere:

Ovviamente, esistono alcuni fattori di rischio che aumentano notevolmente la possibilità di una distorsione alla caviglia, e sono:

Gravità della distorsione alla caviglia, sintomi e tempi di recupero

La gravità di una distorsione alla caviglia dipende da quanto danno provoca il movimento errato e quanto instabile diventa l’articolazione di conseguenza. Più grave è la distorsione, più lungo è il recupero.

Possiamo classificare le distorsioni alla caviglia in tre grandi gruppi, a seconda della gravità della lesione:

Come trattare la distorsione della caviglia

In caso di distorsione alla caviglia, si dovrà intervenire immediatamente dopo l’infortunio. Il primo obiettivo è ridurre il dolore e il gonfiore e proteggere i legamenti da ulteriori lesioni. Questo di solito significa adottare qualche semplice misura: riposo, ghiaccio, compressione tramite fascia e tenere l’arto interessato sollevato.

In caso di forte dolore e gonfiore, riposare la caviglia il più possibile per le prime 24-48 ore. Durante questo periodo, per far sgonfiare l’arto e ridurre il dolore, si può immergere il piede e la caviglia in acqua fredda o applicare un impacco di ghiaccio (assicurati di coprire la caviglia con un asciugamano per proteggere la pelle) per 15-20 minuti da tre a cinque volte al giorno o fino a quando la tumefazione si riduce.

Per favorire la riduzione del gonfiore, è bene comprimere la caviglia con una fascia o una cavigliera elastica. Quando si è seduti, si consiglia di sollevare la caviglia fino all’altezza dell’anca, se possibile.

Nelle prime 24 ore, è bene evitare tutto ciò che potrebbe aumentare il gonfiore, come docce calde, impacchi caldi o sfregamenti.

Recarsi dal medico o in pronto soccorso in caso di distorsione alla caviglia è fondamentale per escludere la presenza di danni più gravi, come fratture o lesioni vascolari e nervose. Una distorsione, seppur possa sembrare un infortunio minore, può mascherare fratture occulte o danni ai tessuti circostanti che, se non diagnosticati e trattati tempestivamente, potrebbero portare a complicazioni a lungo termine, come instabilità articolare, dolori cronici o difficoltà nella deambulazione. Un esame accurato, spesso accompagnato da radiografie, permette di valutare l’estensione del danno, garantendo così un trattamento adeguato. Inoltre, il medico può valutare la presenza di eventuali lesioni ai vasi sanguigni o ai nervi, che potrebbero richiedere interventi specifici per evitare conseguenze permanenti. Pertanto, una valutazione medica immediata è essenziale per una corretta diagnosi e per definire il migliore approccio terapeutico, minimizzando i rischi di complicazioni future.

Trattamento funzionale della distorsione alla caviglia

Per riprendersi completamente da una distorsione alla caviglia, è necessario ripristinare il normale raggio di movimento dell’articolazione della caviglia e rafforzare i suoi legamenti e muscoli di sostegno. Potrebbe essere necessario consultare un fisioterapista che guiderà verso il giusto percorso di recupero.

Gli studi hanno dimostrato che il recupero delle normali attività è più rapido quando il trattamento si basa sul ripristino della funzione della caviglia – spesso con l’aiuto di stecche, tutori, nastrature o bende elastiche – piuttosto che l’immobilizzazione (come l’uso di un calco in gesso).

Chiamato trattamento funzionale, questa strategia di solito prevede tre fasi: ghiaccio, riposo e piede alzato nelle prime 24-48 ore per ridurre il dolore, il gonfiore e il rischio di ulteriori lesioni; range di movimento entro 48-72 ore; e l’allenamento o fisioterapia per migliorare la resistenza e l’equilibrio una volta che il recupero è ben avviato.

Gli esercizi per la mobilità e lo stretching andrebbero continuati finché il dolore non svanisce del tutto, partendo da esercizi da seduti o distesi quando il dolore è più forte, per arrivare a svolgere esercizi in piedi, con il carico del peso corporeo.

Quando richiedere un intervento medico

A meno che i sintomi non siano lievi o migliorino subito dopo, come precedentemente accennato, la cosa migliore da fare è contattare il medico. Potrebbe richiedere immediatamente un incontro se il dolore e il gonfiore sono gravi o se la caviglia sia intorpidita o non riesca a sopportare peso.

Durante la visita, il medico esaminerà la caviglia e il piede e potrà manipolarli in vari modi per determinare il tipo di distorsione e l’entità della lesione. Questo esame può essere posticipato di alcuni giorni fino a quando il gonfiore e il dolore migliorano; nel frattempo si può continuare ad applicare ghiaccio, tenere la caviglia a riposo e sollevata.

Per una conferma diagnostica, il medico potrebbe richiedere alcuni esami strumentali, come una radiografia della sede interessata. I raggi X, tuttavia, non vengono utilizzati di routine per valutare le lesioni alla caviglia, dato che nella maggior parte dei casi la fonte del problema sono i legamenti, non visibili con questa tecnica di imaging: potrebbe quindi essere necessaria un’ecografia o una risonanza magnetica. Sarà comunque il medico a suggerire la diagnostica per immagini migliore nella singola situazione.

Fonti bibliografiche:

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