I guai per Re Carlo non finiscono mai, e questa volta è colpa di qualcosa accaduto ben undici anni fa, e divenuto di pubblico dominio solo in questi giorni. Secondo i dirigenti di una nota azienda neo zelandese che si occupa di moda sostenibile, il Sovrano nel 2012 si era rivolto a loro con un progetto: creare una nuova fibra con la pelliccia degli scoiattoli grigi, che infestano il Regno Unito in quantità massiccia e che, notoriamente, non sono mai stati simpatici a Carlo.
La reazione degli animalisti è stata immediata e il Re, a meno di 100 giorni dalla sua incoronazione, è tornato nel turbinio delle polemiche.
La scoperta sostenibile che ha messo in moto Re Carlo
Solo pochi giorni fa, la Principessa Anna ha fatto visita al marchio di moda sostenibile Untouched World, in Nuova Zelanda. L’azienda, molto nota nel paese e all’estero, negli anni ’90 ha trovato una soluzione sostenibile per la più grande minaccia ecologica del territorio, gli opossum.
“La Nuova Zelanda aveva 70 milioni di opossum che mangiavano 21.000 tonnellate di arbusti nativi ogni notte” ha raccontato Fiona Bretherton, manager di Untouched World. La situazione stava diventano insostenibile, questi animali, oltre a distruggere la vegetazione, stava mettendo a rischio estinzione molte razze di uccelli, mangiando le uova.
“Il governo stava spendendo 25-35 milioni di dollari per l’eradicazione, principalmente con la caduta di esche aeree avvelenate, che hanno avuto un impatto anche su altri animali”. La soluzione, però, non solo risultava nociva per gli opossum, ma anche altre specie animali.
La soluzione, comunque non vista di buon occhio dagli animalisti, è stata quella di catturare, con metodi più civili, questi marsupiali, e usare la pelliccia per creare un nuovo tessuto: “Il nostro obiettivo era sostenere il governo della Nuova Zelanda, raccogliere umanamente l’opossum e utilizzare la fibra, se possibile, per i tessuti, e nel tempo si è sviluppata un’industria attorno alla miscelazione della fibra di opossum con il merino”.
Insomma, questa idea, durante la visita di stato di Re Carlo del 2012, ha messo in moto in lui una proposta: perché non farlo anche con gli scoiattoli grigi che infestano il Regno Unito?
L’idea di Re Carlo per “combattere” gli scoiattoli grigi
È noto che Re Carlo non ama gli scoiattoli grigi e, secondo quanto riferito, voleva usare metodi estremi per ridurne il numero in passato. Una delle idee più bizzarre era quella di usare la loro pelliccia per emulare ciò che viene fatto in Nuova Zelanda con l’opossum.
“Durante una visita in Nuova Zelanda nel 2012 – ha raccontato la responsabile di Untouched World – l’allora Principe Carlo è venuto a conoscenza dell’industria della fibra di opossum selvaggia che abbiamo sviluppato e ci ha richiesto una serie di ricerche“.
Il Sovrano si è informato se ci fosse un modo simile per affrontare la sfida ambientale degli scoiattoli grigi, e se si potesse indagare su questo per trovare una soluzione simile. Insomma, Carlo era disposto a tutto pur di sbarazzarsi questa specie che si riproduce più del dovuto, a danno anche dello scoiattolo rosso, molto amato dal Re ma a rischio estinzione.
La furia degli animalisti contro Carlo III
A causa del tipo di pelliccia di questi animali, inadatta al procedimento, l’idea non è andata in porto, ma questa rivelazione tardiva, ben undici anni dopo l’accaduto, ha avuto un effetto boomerang su Re Carlo.
Inutile dirvi che, la furia degli animalisti, si è scatenata contro il Sovrano, così attento, almeno a parole, alle tematiche ambientali. Pensate, proprio lui che per decenni, e prima di altri, si è prodigato per cause green, ha avuto un’idea così poco ortodossa.
Il suo obiettivo è, certo, proteggere numerose specie vegetali distrutte dal numero smisurato di scoiattoli grigi, ed è pur vero che, il procedimento, non è invasivo come la realizzazione delle pellicce, ma si tratta comunque di far crescere questi animali in cattività, con tutte le conseguenze che ne scaturiscono.
Untouched World non sfrutta gli animali, ma come dicono i contestatori, non sarebbe ora di smetterla di interferire con la natura e il suo corso? Non si possono trovare metodi sani per controllare i danni causati da queste creature?
Si tratta di un quesito al quale, certamente, noi non sappiamo dare una risposta, ma Re Carlo è inciampato ancora nei suoi stessi piedi.