Il Re, alla vigilia del suo compleanno, ha festeggiato i suoi 75 anni ricevendo una torta a tre piani nella sua tenuta di campagna, Highgrove House, nel Gloucestershire.
La sua fondazione, il Prince’s Trust, ha organizzato per lui una festa con membri delle charity che segue insieme a fortunati cittadini, invitati perché hanno in comune con il Re l’anno di nascita, per bere insieme un tè pomeridiano e ascoltare musica dal vivo.
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Carlo contro lo spreco di cibo
Il giorno del compleanno, il 14 novembre, il Re e la Regina Camilla hanno lanciato il “Coronation Food Project”, così chiamato perché viene promosso nell’anno in cui Carlo è stato incoronato nell’Abbazia di Westminster.
Il Re è da sempre un grande fautore dell’economia sostenibile e il progetto è volto ad affrontare la povertà alimentare riducendo gli sprechi.
“Il bisogno di cibo è un problema reale e urgente quanto lo spreco di cibo – e se si potesse trovare un modo per colmare il divario tra i due, allora si affronterebbero due problemi in uno”, ha scritto Carlo III in un articolo per il magazine Big Issue, “È mia grande speranza che il Coronation Food Project trovi modi pratici per fare proprio questo – salvare più cibo possibile in eccesso e distribuirlo a chi ne ha più bisogno”.
La coppia ha trascorso parte della giornata visitando un centro di distribuzione di cibo in eccedenza fuori Londra, incontrando il personale e i volontari per conoscere i modi in cui i rifiuti alimentari possono essere utilizzati per il bene sociale.
L’impegno per i giovani
La fondazione che ha contribuito nell’organizzazione del compleanno è una sorta di terzo figlio per Carlo: il Prince’s Trust è nato nel 1976 da una sua idea e in tutti questi anni ha aiutato tantissimi giovani. Dopo aver sentito parlare dei disagi giovanili, nei primi anni Settanta, Carlo decise di usare in modo anonimo il suo intero stipendio da ufficiale della Marina (all’epoca circa 3000 sterline all’anno) per aiutare alcuni ragazzi, meno fortunati di lui, che non potevano terminare gli studi o che non riuscivano a trovare un lavoro.
Pochi anni dopo ha creato una struttura, finanziata da donazioni, in grado di aiutare giovani dai 13 ai 30 anni a terminare gli studi, aprire una propria azienda o a trovare un lavoro, grazie anche a rapporti stabiliti con grandi aziende. Da allora il Prince’s Trust ha aiutato più di 850.000 giovani.
Per reperire i fondi Carlo ha coinvolto anche personaggi importanti del cinema e della TV. Uno degli Ambassador è ad esempio Idris Elba, attore premiato ai Golden Globe, che ha potuto iniziare la sua carriera nel mondo del cinema proprio grazie alle 1500 sterline che il Prince’s Trust gli ha donato per iscriversi a una scuola di recitazione.
Oltre a fondare il Prince’s Trust, Carlo ha contribuito in modo determinante alla creazione di circa 20 enti di beneficenza nel corso di 40 anni, tra cui il Prince’s Foundation e il Prince of Wales’s Charitable Fund. Inoltre ha lavorato a stretto contatto con molte organizzazioni, sostenendo pubblicamente un’ampia varietà di cause relative all’ambiente, alle comunità, alle arti, alla sanità e all’istruzione.
Carlo festeggia due compleanni
Carlo non festeggerà il compleanno solo a novembre poiché la festa ufficiale, come per tutti i sovrani britannici a partire da 1748, si celebra durante il “Trooping the Colour” a giugno. Ogni monarca britannico infatti festeggia il compleanno per ben due volte: il giorno effettivo di nascita e nel mese di giugno.
Un grande Principe di Galles
Nella storia Carlo III probabilmente non sarà ricordato come un grande re perché non avrà il tempo di diventarlo: è troppo avanti con gli anni per imprimere una differenza con il lungo regno della madre.
Lui l’ha sempre saputo e paragonare Carlo III ad Elisabetta II è ingiusto e inappropriato. Come ha detto un suo amico al Daily Mail un po’ di tempo fa, Carlo “vorrebbe essere ricordato come un grande Principe del Galles, uno che non ha passato il suo tempo, come avrebbe potuto fare, solo a portare un titolo, ma si è impegnato su temi importanti, ottenendo risultati concreti”.
L’attesa più lunga della storia britannica
Il 20 aprile del 2011 l’allora Principe Carlo è diventato, a sessantadue anni, l’erede che ha atteso più a lungo l’ascesa al trono nella storia britannica. In questa data Carlo ha superato il record di cinquantanove anni, due mesi e tredici giorni stabilito da Edoardo VII, figlio della Regina Vittoria, nato il 9 novembre del 1841 e diventato re il 22 gennaio del 1901.
Nel suo primo anno da sovrano, Carlo III ha cercato di mantenere la linea della madre senza creare grandi fratture, apportando solo piccoli cambiamenti, ma durante il suo lungo periodo da Principe di Galles è stato un grande precursore in diversi campi, un ambientalista della prima ora. Spesso criticato per le sue idee, anche a proposito dell’urbanistica delle città, in tempi recenti gran parte dell’opinione pubblica ha trovato riscontro positivo nelle parole di Carlo che si è sempre battuto per preservare il paesaggio cercando di arginare o almeno armonizzare una modernizzazione che spesso stride con la storia.
Il primo Re laureato
Oltre ad essere uno dei primi ambientalisti, Carlo III è stato il primo erede al trono a laurearsi, nel 1970, all’Università di Cambridge. Infatti, dopo aver iniziato a studiare archeologia e antropologia si è poi laureato in storia al prestigioso Trinity College.
Un Re artista
Durante gli studi, l’ex Principe di Galles ha imparato a suonare tre strumenti musicali: il violoncello, la chitarra elettrica e la tromba.
Per rimanere nel campo artistico, Re Carlo è anche un apprezzato pittore. I soggetti che preferisce dipingere sono i paesaggi naturali, che si tratti di località del Regno Unito o di luoghi che ha visitato; molti acquerelli, infatti, li ha dipinti in Italia, soprattutto in Toscana.
Carlo III si è cimentato anche nella scrittura, è infatti autore di un libro per bambini il cui tema ambientalista fa da fil rouge nella storia. Nel 1980, ha pubblicato “The Legend of Lochnagar”, libro che narra le avventure di un vecchio eremita scozzese che vive in una grotta ed è poco attento all’ambiente che lo circonda e le sue azioni creano gravi problemi agli elfi che abitano nella natura circostante. Il libro ha avuto un grande successo ed è diventato anche un cartone animato.
Lo stile di Carlo III
Molte riviste di stile hanno inserito Carlo nelle classifiche degli uomini più eleganti del mondo, il suo classico British style è intramontabile, infatti i suoi abiti non passano mai di moda, perché non sono di moda ma hanno uno stile senza tempo. Anche in questo campo Carlo è un amante del riciclo, pochi mesi fa ad esempio, è stato immortalato con un cappotto degli anni Cinquanta appartenuto al padre, il Principe Filippo.
Carlo III divide l’opinione pubblica anche sulla scelta di indossare un capo per decenni per poi farlo rammendare in caso di bisogno senza necessariamente buttarlo via: i detrattori lo definiscono tirchio, chi lo apprezza dice che è un uomo parsimonioso. Sicuramente, da tempi non sospetti, quando ancora non era di moda, ha fatto della sostenibilità un principio da portare avanti nella vita.
Il Re del riciclo
Nel 2020 quando ancora era Principe di Galles ha rilasciato un’intervista a Vogue UK e a proposito del completo, il morning dress, indossato nel 2018 alle nozze del figlio Harry con Meghan Markle, sostenendo di non necessitare di acquistarne uno nuovo perché indossandolo poche volte all’anno sarebbe stato inutile.
Negli anni Carlo è sempre rimasto fedele ai suoi brand preferiti: ad esempio, per gli abiti, rigorosamente su misura, si serve da Anderson & Sheppard da oltre quarant’anni.
Carlo e Camilla
Il Re è fedele ai suoi brand preferiti tanto quanto alla donna della sua vita che gli ha dato grande equilibrio negli anni rimanendo sempre al suo fianco. Carlo e Camilla sono una coppia molto solida che si compensa a vicenda: l’irascibilità e la rigidità del Re vengono smorzate dall’affabilità e dalla praticità della Regina ed è innegabile che il loro amore ha superato qualsiasi ostacolo.
Carlo adesso ha un ulteriore ostacolo nel suo cammino: riuscire a traghettare la monarchia verso la modernità cercando di coinvolgere tutte le generazioni, soprattutto i giovani. Ha una grande esperienza e idee sempre innovative quindi non dovrebbe faticare troppo a superare anche questa prova.