Mia sorella è il mio più grande rimpianto

Una sorella dovrebbe essere una complice, un'amica, un sostegno. Quando non è nulla di tutto questo lascia un vuoto incolmabile

Pubblicato: 27 Maggio 2020 15:30Aggiornato: 24 gennaio 2024 11:35

Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

«Che bello, hai una sorella poco più grande di te». Tutte le volte che mi sono sentita ripetere questa frase, e sono state tante, mi sentivo morire dentro. Perché mi metteva davanti al mio fallimento più grande: quello di non essere stata capace di costruire un rapporto con mia sorella. Dici “sorella” e associ la parola a un sacco di cose belle. Pensi a due bambine che giocano insieme, litigano magari ma poi fanno pace. Che dividono la stanza, che si fanno coraggio quando è buio e fuori c’è il temporale. Che condividono segreti, che sono complici. Beh, noi non siamo mai state nulla di tutto questo. Lei non ha mai voluto condividere niente con me: giochi, vestiti, amici, anzi, ha sempre preso le distanze. Sono stata l’ultima a sapere che si sposava, l’ultima a sapere che si separava. L’ultima della sua vita, tranne per i soldi: l’unica cosa che continua a chiedermi. Non le do la colpa totalmente, perché queste si dividono sempre. Quindi qualcosa di certo ho sbagliato anche io. Ma alla soglia dei trent’anni non ho ancora capito quando e cosa. Questo dubbio mi tormenta e lo farà sempre perché mia sorella è il mio più grande rimpianto.

Prima di risponderti mi sono chiesta a lungo quali parole potessi usare per alleviare, in qualche modo, il tuo dolore. Sempre che ci sia un modo. Un abbraccio virtuale, probabilmente, è il più grande conforto che posso offrirti adesso perché hai ragione che quando dici “sorella” associ la parola a tante cose belle. O almeno è quello che facciamo tutti o quasi.

Nel tuo caso però sorella fa rima con rimpianto e questo è un fardello che nessuno dovrebbe sopportare. Però è così, e anche se vorrei dirti che puoi fare qualcosa, che dovresti avere pazienza o non perdere la speranza, la verità è che non puoi cambiare le cose.

Non so se c’è stato un momento preciso che ha sancito la rottura, anche se dalle tue parole mi sembra evidente che forse è stata la differenza caratteriale ad allontanarvi. Il fatto che tu ti assuma delle colpe ti fa onore: hai ragione quando dici che il fallimento di una relazione, di qualsiasi entità essa sia, è spesso dipeso da entrambe le parti coinvolte.

Eppure leggendo le tue parole ho come l’impressione che la scelta di aumentare le distanze, e di accorciarle solo per richieste materiali, tu l’abbia subita. E se è così, purtroppo, non c’è nient’altro che tu possa fare. Quello che però puoi fare è lasciare andare i sensi di colpa e i rimpianti. Sì, dovresti davvero farlo perché si tratta di zavorre emotive che col tempo rischiano di tirarti verso il fondo. E tu questo non te lo meriti.

Prova a guardare lei per quello che è, anche se è difficile. Non una sorella con la quale condividi il cognome e il sangue, ma come una persona con i suoi pregi e i suoi difetti, con il suo carattere e le sue scelte, tra queste anche quelle che l’hanno allontanata da te. Spesso commettiamo l’errore di dimenticarci che un familiare, prima di essere tale, è un essere umano dotato di sentimenti e non è così scontato che questi siano rivolti a noi. È doloroso, sembra ingiusto, ma è così, e non puoi fare altro che accettarlo e andare avanti. Ti abbraccio forte.

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