Sono sposata da 26 anni e mi divido ogni giorno tra lavoro e figli. Nonostante il mio grande impegno, non riesco a tenere la casa in ordine come vorrei. È grande e il tempo scarseggia, quindi spesso mi ritrovo a mettere da parte delle cose che poi sistemo successivamente. Negli ultimi tempi, a causa delle spese da sostenere, ho rinunciato anche all’aiuto di una domestica. Ma mio marito si arrabbia con me e non solo, filma quello che lui definisce “il caos”. Lo fa da 25 anni inviando foto e video ai nostri figli e minacciandomi di pubblicare il tutto sui social network. Mi chiedo se è normale questo comportamento, se è giusto che lui mi definisca fallita e disordinata quando io faccio del mio meglio e lui fa ciò che vuole (si dedica alla corsa e alla palestra). C’è qualcosa che posso fare? La legge cosa dice in merito?
Se facessi del cinismo il mio unico metro di giudizio rispetto alle relazioni degli altri, la prima cosa che direi davanti a una situazione del genere è: lascialo, scappa a gambe levate! Ma la verità è che le leggi che regolamentano il cuore, le emozioni e i sentimenti non hanno nulla a che fare con la mancata sensibilità. Per questo mi sembra doveroso guardare la situazione nella sua totalità, a partire dalle basi.
Cominciamo col dire che la convivenza tra due persone presuppone delle regole, se non scritte quanto meno dichiarate. È ovvio poi che questa dichiarazione d’intenti, quando due stanno insieme, si apre anche al supporto, al rispetto e alla reciprocità, tre parole chiave che compongono la dimensione dell’amore.
Siete sposati da 26 anni e, insieme, avete costruito una famiglia. Mi viene quasi scontato pensare che ciò che vi tiene uniti è un sentimento che affonda le sue radici in tempi lontani.
Tuttavia, pur non conoscendo il rapporto nella dimensione quotidiana, mi pare evidente che questo sia nutrito da cattive abitudini probabilmente instaurate col tempo e difficili da sradicare. Quello dei filmati e delle foto, seppur non di poco conto, è un aspetto che deriva sicuramente da problematiche che sono alla base del vostro rapporto e che col tempo si sono sedimentate.
Innanzitutto perché devi occuparti solo tu della casa? Perché lui può avere del tempo per se stesso mentre tu devi trascorrere il tuo a tenere in ordine la casa? E soprattutto come può una persona che ha scelto di starti accanto per il resto della sua vita definirti una fallita?
Sono probabilmente queste le domande sulle quali interrogarti, magari proprio insieme a lui, aprendo un dialogo che forse, da questi 25 anni a questa parte è venuto a mancare. Sarebbe facile per me dirti di lasciarlo, dirti di non trascorrere neanche un altro minuto della tua vita insieme a un uomo che con i suoi atteggiamenti (forse inconsapevoli?) ti umilia giorno dopo giorno, come mamma ma soprattutto come donna. Ma probabilmente, se questa è una decisione che non hai ancora preso, è perché c’è qualcosa che ti lega a quell’uomo e che allo stesso modo lega quell’uomo a te. Altrimenti, immagino, che uno dei due avrebbe già lasciato l’altro.
Prima di scomodare la legge, che ti confermo considera illecito l’utilizzo di strumenti di ripresa visiva o sonora dei coniugi (art. 615 bis del codice penale), proverei ad aprire un dialogo, per cercare di comprendere come mai non c’è supporto da parte del tuo compagno di vita. Perché piuttosto che passare il tempo a filmarti e ad accusarti, non si prende le sue responsabilità, che sono anche quelle di pulire e tenere ordinata la casa.
Magari parlandone scoprirete che il problema è meno grave di quanto sembra, che insieme come una squadra, perché è questo che dovreste essere, riuscirete a risolvere quel disordine. E magari, davanti ai quei filmati, farvi anche una risata. È questo quello che ti auguro.