Ho paura del giudizio degli altri

Talvolta l'approccio con chi ci circonda ci rende nervose, preoccupate e ansiose. Ecco qualche idea per uscirne alla grande (e smettere di starci male)

Pubblicato: 20 Aprile 2023 10:00

Marina Mannino

Giornalista esperta di Lifestyle

Sono al primo anno di Giurisprudenza e ho una gran paura degli esami. Io studio tanto, ma l’idea di dover parlare davanti a un prof mi terrorizza, e anche di farlo di fronte agli altri studenti che assistono alla prova. Ho sempre avuto il timore di sbagliare, di essere giudicata male, di fare brutte figure, al liceo come con gli amici. Temo sempre che mi contraddicano o ridano di me, e che comunque non approvino quello che dico e faccio. È una situazione odiosa. Come posso uscirne, almeno un po’?

Olli

Sembra che l’ ansia provata di fronte a qualcuno che ci giudica sia funzionale a farci reagire per prendere in mano la situazione e uscirne vincenti. Eppure non sempre accade così: la paura del giudizio che sta per “abbattersi” su di noi o il timore di fare brutta figura ci tolgono il fiato e ci svuotano della nostra energia. E questo timore si estende anche a circostanze più comuni: chiedere informazioni a una commessa, parlare in pubblico, dire la propria opinione. Però non è sottraendoci al tanto temuto giudizio degli altri che ne usciremo. Anzi, più evitiamo le situazioni che riteniamo stressanti, meno riusciremo a farcela.

Attenzione: il giudice più severo siamo noi

Dunque siamo certe che qualcuno disapproverà quello che facciamo, riderà di qualcosa che diciamo, confuterà quello che pensiamo. Ma perché diamo tutto questo potere agli altri? Perché li vediamo così giudicanti nei nostri confronti, tutti pronti a puntarci il dito contro? Semplicemente perché il giudice più spietato ce l’abbiamo dentro. Siamo noi stesse a giudicarci inadatte, insoddisfacenti e scarse, avviluppate in una trappola di insicurezza mixata alla voglia di piacere a tutti, con un filo di tendenza (autolesionista) ad essere Miss Perfezione. Il tutto innaffiato da un’abbondante dose di carenza di autostima. “Non ce la posso fare”, “Non sono all’altezza”, “Farò un casino come al solito”: sono questi pensieri tossici che ci inquinano la mente quando affrontiamo un incontro con una persona nuova oppure una situazione in cui dobbiamo dimostrare quanto valiamo. Proviamo a uscirne così.

In caso di esami, colloqui importanti, prove impegnative

Abbiamo studiato, siamo preparate, abbiamo la coscienza a posto. E allora fidiamoci di noi stesse: se siamo le prime a dubitare del nostro valore, come potrà valutarci correttamente un interlocutore? Partiamo convinte del nostro sapere, ricordando sempre – con un po’ di umiltà – che nessuno è perfetto, nemmeno la persona che abbiamo davanti. Ma dobbiamo credere in noi stesse, perché siamo le protagoniste dello show e conquisteremo il nostro pubblico (che sia un prof, un datore di lavoro, una persona importante per noi) con energia, impegno, entusiasmo e la passione per quello che stiamo facendo.

L’autostima non significa narcisismo, ma capacità di volersi bene e essere fortemente convinte di quello che siamo, che sappiamo e che valiamo. Un’idea in più? Concediamoci un piccolo premio ogni volta che avremo superato con successo uno dei momenti “difficili” che ci facevano paura, ma abbiamo affrontato convinte delle nostre abilità e competenze. Coccolarci non potrà che farci bene!

In caso di relazioni con amici, conoscenti, sconosciuti

C’è una grande verità che tutte noi dovremmo tenere in mente: alla maggior parte delle persone intorno a noi non importa niente di quali scelte facciamo, di come parliamo, di come vestiamo e di come ci comportiamo. A parte quella ristretta cerchia di persone a cui vogliamo bene e che ce ne vogliono a loro volta, il mondo si disinteressa a noi, tutto preso a farsi gli affari suoi. Nelle relazioni con gli altri, quindi, abbassiamo il livello del nostro giudice interiore (che noia!) e alziamo quello della voglia di esprimerci per quello che siamo, pur mantenendo un certo grado “salva-vita” di obiettività e concretezza.

Prendiamo il giusto distacco dai fatti e dalle persone e ricordiamoci sempre che non possiamo piacere a tutti, proprio come non tutti possono piacere a noi. Ma riconosciamo anche che non siamo infallibili e che di errori è costellato il cammino dell’umanità. Quando sbagliamo, impariamo dal nostro errore e accettiamo la sconfitta con umiltà. L’approccio con gli altri va liberato da tutti i “Cosa penserà di me?”, “Mi vergogno troppo!” “Farò la figura della scema!”. Cerchiamo di essere spontanee e naturali, senza pretendere da noi sempre performance impeccabili coronate dal successo. Voliamo più basso, insomma, se vogliamo davvero volare alto.

In caso di social nework

I social network ci espongono molto al giudizio degli altri e possono indurre in noi la sensazione di non essere all’altezza, di meritarci i giudizi negativi o i commenti taglienti. Sui social quasi tutte appaiono splendenti, radiose, perfette, e noi tentiamo di uniformarci. Non c’è niente di male, ma ricordiamoci che c’è chi sa usare i filtri meglio di noi e quelle facce perfette, quei sederi da modella e quella pelle luminosa possono non esistere in realtà. Non possiamo essere all’altezza di un viso riveduto e corretto da una beauty app ben utilizzata. E non dobbiamo sentirci sciocche se qualcuno fa a pezzi la nostra opinione su una serie o su un fatto di attualità. Essere feroci sui social è facile perché è come se alcuni non sentissero più le regole condivise del vivere civile.

Anche in questo caso ci vuole distacco e obiettività: curiamo il nostro profilo social se davvero ci diverte, ci gratifica, ci fa confrontare con nuove persone. Ma non viviamolo come un’ennesima prova a cui siamo sottoposte, in cui tutti sono pronti a demolire il nostro naso, il nostro look o i nostri pensieri. Se c’è chi lo fa, pensiamo a che persona frustrata e misera sia quella che perde tempo a giudicarci sul social… poverina, che vita triste deve avere!

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