Chi lo ha deciso che un bel corpo sa sedurre più di una mente? Le regole dell’attrazione ci parlano di chimica, di colpo di fulmine, di passioni irrefrenabili e incontenibili. Eppure, dicono, che di una mente non ci si libera neanche a occhi chiusi. È davvero così? E che rimane, allora, degli impulsi e delle spinte magnetiche verso l’altro?
Cos’è l’attrazione mentale (e cosa scatena dentro di noi)
Quando parliamo di attrazione mentale, è impossibile non pensare alle “Affinità elettive” di Goethe o alla sincronicità degli eventi di Jung, quel concetto che parla di connessioni, non casuali, e affinità. È impossibile non pensare alle nostre esperienze, quelle personali che ci hanno spinto inaspettatamente tra le braccia di qualcuno senza alcuna spiegazione razionale.
Certo, molto spesso una ragione c’era e aveva a che fare con l’attrazione fisica che ha sempre la sua importanza. Ma che dire, invece, quando capita di avvicinarci a chi, per un motivo o per un altro, non corrisponde ai nostri canoni estetici? Di chi sa conquistarci attraverso le parole, i valori e le affinità, appunto? E come può, la mente, sedurre anche un corpo?
Per spiegarlo possiamo parlare di intelligenza erotica, di una connessione mentale che sa scatenare le stessere reazioni chimiche delle attrazioni fisiche, e forse anche più forti. Perché è proprio vero che una mente sa sedurre molto più di un bel corpo. Volete un esempio pratico? Provate a ripercorrere gli anni della vostra adolescenza o quelli dell’università: vi è mai capitato di provare un certo coinvolgimento, seppur innocuo, nei confronti di un docente, di un ricercatore o di un collega? Non è così strano, in effetti, diventare vittime di sapere e conoscenza, di intelligenza e charme, o di chi ha fatto sua l’arte oratoria.
E che dire di tutte quelle persone che avevamo escluso dalla lista di chi frequentare solo perché non considerate abbastanza attraenti, salvo poi innamorarcene? Ecco, se vi è capitato, allora, potete definirvi parte di quella categoria di individui che la scienza chiama sapiosexual, ovvero persone particolarmente sensibili all’attrazione mentale e cognitiva.
Chi sono i sapiosexual e perché un cervello attira più di un bel corpo
Il termine anglofono sapiosexual, introdotto per la prima volta nel 1998 dall’ingegnere Darren Stalder, è stato coniato per descrivere tutte quelle persone che sono attratte dall’intelligenza di una persona, prima ancora che del suo aspetto fisico, o addirittura dal suo carattere. E in questo contesto non è poi difficile inserire il colpo di fulmine, anche se vissuto in una maniera completamente diversa da come lo conosciamo. Potrebbe bastare, per esempio, un discorso elaborato o un’esposizione forbita a far accendere la scintilla.
I sapiosexual trovano l’intelligenza molto eccitante e stimolante sotto ogni punto di vista, è proprio questo aspetto, infatti, ad attrarli al sesso opposto e a farli capitolare. Queste persone amano fare l’amore con la mente altrui, per questo sono predisposte a relazioni profonde, autentiche e soddisfacenti sotto ogni punto di vista. Solo quando incontrano l’altra mezza mela cognitiva compatibile si sentono realmente appagati nella sfera sentimentale.
Ma una relazione nata solo sull’intelligenza e l’attrazione mentale può realmente resistere al tempo? La risposta è sì, ma come in tutti i rapporti c’è bisogno anche di altro. Reciprocità e presenza, per esempio, ma anche stima, apprezzamento e soprattutto condivisione intellettuale ed emotiva. È proprio questo aspetto, infatti, a nutrire l’amore e la relazione in sé, generando euforia, eccitazione e complicità, permettendo al legame di diventare più forte e resistente, sicuramente di più di uno basato sulla sola attrazione fisica.