Dalla dominanza all’educazione, le convinzioni da rivedere sui cani

Sui ci sono tante idee e convinzioni che si tramandano negli anni ma che ni realtà non sono vere

Pubblicato: 20 Agosto 2022 06:52

Lauretana Satta

Pet Specialist

Blogger appassionata di animali, ha creato un sito, Dogdeliver, nato per raccontare l’esperienza con il suo cane Oban e più in generale la relazione unica e straordinaria degli umani con i loro cani. Per DiLei scrive nella sezione Pets.

Sui cani tutti hanno una opinione o un consiglio da dare; il problema è che nella stragrande maggioranza dei casi sono basati su convinzioni che hanno poco, o addirittura nulla, a che fare con chi sono veramente i cani.

Perchè la realtà è che i cani sono molto diversi da quello che si pensa. Vediamo (l’ordine è casuale).

Sono semplici

Un’idea diffusa è che i cani siano semplici, la realtà è che sono tutto meno che semplici.

Alcuni motivi sono:

Di fondo, per capire perchè i cani non sono semplici serve ricordare che sono straordinariamente simili agli umani (ma non sono umani).

Sono tutti uguali

Un’altra idea sui cani è che conosciuto uno si conoscono tutti. Anche se le apparenze possono ingannare – è indubbio che esteticamente alcuni si assomigliano come gocce d’acqua – non è così.

La realtà è che ogni cane è un individuo: come gli umani, i cani sono tutti diversi uno dall’altro, ognuno ha il suo carattere, la sua personalità, i suoi gusti, la sua predisposizione individuale, le sue motivazioni, la sua storia, i suoi perchè e le sue esigenze. E ogni cane è una storia d’amore unica da scoprire, sviluppare e vivere.

Riconoscere e rispettare l’individualità di ciascun cane è fondamentale per una corretta gestione e per una vita felice insieme.

L’educazione

L’idea che si ha comunemente dell’educazione del cane è che serva a farlo diventare come si vuole. Cambiarlo e forzarlo per conformarlo ad aspettative umane anche se sono in conflitto con la sua natura, dicono gli esperti. La realtà è molto diversa: educare il cane non vuol dire cambiarlo, vuol dire prepararlo alla vita e, nel rispetto della sua natura e della sua predisposizione, metterlo in condizione di vivere serenamente e al meglio nel mondo umano in cui è inserito.

E’ dominante

Un’altra abitudine diffusissima è spiegare i comportamenti dei cani in termini di dominanza. Non è corretto per diversi motivi. I comportamenti dei cani sono espressione:

In etologia per dominanza si intende la tendenza di alcuni individui all’interno di un gruppo sociale ad avere accesso preferenziale (in modo almeno parzialmente costante) a risorse limitate come possono essere il cibo, un rifugio o anche un partner sessuale. I segnali di dominanza e subordinazione sono segnali formali non aggressivi nè di minaccia e sono capiti dalle parti come indicanti lo status relativo (dominante o subordinato) di ciascuno e la realtà dei cani è che gli umani sono in una posizione di super dominanza su di loro. I problemi di status nel nucleo familiare – e, notare bene, si tratta di status non di dominanza – possono emergere quando i proprietari non sono capaci di gestire ambiente e risorse, non sanno dare regole e cercano di imporsi con la violenza. In altre parole, alcuni cani che fanno vite inadeguate e insoddisfacenti, che non hanno nulla, possono tentare di riempire il vuoto della loro esistenza cercando di prevalere.

I cani che sanno di essere apprezzati e amati e che hanno una vita soddisfacente, fisicamente, mentalmente ed emotivamente, non hanno ragione di cercare di prevalere e non lo fanno.

La sottomissione

Come abbiamo visto prima, i cani (intesi come pets) sono in uno stato di sottomissione rispetto agli umani, da cui dipendono totalmente. I loro comportamenti non sono espressione di dominanza e quando ci sono problemi dipendono da proprietari inadeguati.

La convinzione che i cani debbano essere sottomessi, per di più con la forza, non ha fondamento ed è scientificamente provato che i metodi e gli strumenti coercitivi danneggiano gravemente il cane e la relazione umano-canina e usarli non è segno di forza quanto piuttosto il contrario, è segno del fallimento come leader, come guida e, infine, come genitore, quali sono i proprietari per i cani.

Il contatto fisico

Qualche anno fa mi è capitato di sentire una donna recente madre commentare sprezzante che la sua bambina non era come un cane e non poteva essere toccata da tutti. Gliene avrei dette di tutti i colori ma ho evitato, resta però il punto: a differenza di quello che pensano in tanti, è sbagliato credere che i Cani si possano toccare tutti e che tutti non vedano l’ora di ricevere attenzioni.

La realtà è che tanto ci sono cani che effettivamente amano essere accarezzati e godono delle attenzioni che ricevono anche quando sono da parte di sconosciuti, ce ne sono tanti che non apprezzano per niente e se qualcuno cerca di toccarli e accarezzarli li mette fortemente a disagio Non sono giusti e normali i primi e strani e sbagliati i secondi, è semplicemente non vero che tutti i cani vogliono essere toccati e che si possono toccare tutti i cani. Tutti i cani devono essere rispettati e nessuno ‘perchè è cane’ deve subire attenzioni che lo mettono in difficoltà, anche se le intenzioni di chi le vuole dare sono delle migliori.

Il morso

Al lato opposto di chi pensa che i cani essendo cani possono essere toccati da tutti ci sono quelli che appena vedono un cane gridano al pericolo del morso, come se una delle caratteristiche identificative dei cani fosse che mordono.

Invece di gridare al pericolo bisognerebbe essere ammirati da come si comportano bene con noi: per rendersi conto che una caratteristica dei cani non è mordere ma la capacità di gestire il morso basta pensare a cosa sono in grado di fare con i loro denti e non fanno.

La realtà dei cani infatti è che una delle regole del loro di codice di comportamento è che non si morde a caso e imparano fin da piccinissimi, stando con la mamma e i fratellini, a gestire il morso. Il ricorso al morso avviene – ed è caninamente corretto – se si sentono minacciati e nessuna delle comunicazioni che hanno inviato interrompe quella minaccia per cui pensano di non avere alternative.

Deve fare quello che dico io

La replica al commento il cane deve fare quello che dico io è un nì. Elaboriamo questa apparente ambiguità.

Il cane è e deve essere considerato e vissuto come un membro della famiglia e in quanto tale deve essere reso partecipe della vita della famiglia, quindi sì, deve fare quello che i suoi decidono.

Detto questo, ci sono due punti cruciali da considerare:

E’ un cane e deve stare da solo (senza rompere)

Questa è un’altra di quelle convinzioni sui cani che non hanno alcun fondamento. I cani, proprio perchè sono cani, non devono stare da soli a lungo, è la loro natura.

Per i cani la solitudine è nientemeno che innaturale, da soli soffrono, motivo per cui non devono essere lasciati da soli a lungo. Non c’è, si deve abituare, ah ma io lavoro, ah che fanatismo, ah che idiozia, ah meglio da solo che al canile, che tenga. Il cane condannato a una vita di solitudine e/o isolamento dai membri della sua famiglia è esposto allo sviluppo di seri problemi emotivi e mentali che hanno anche ripercussioni sul fisico e sui comportamenti.

Quello che i cani devono avere è saper stare da soli serenamente – la vita con gli umani richiede momenti di separazione temporanea che i cani devono saper gestire con tranquillità – e quello che gli umani devono loro è non abusare della loro competenza allungandone inutilmente la solitudine ignorandoli quando tornano dal lavoro oppure lasciandoli di nuovo soli perchè escono per andare a cena fuori, al cinema, al teatro etc. etc.

In altre parole, quello con cui il cane può vivere è un compromesso: sta da solo il tempo strettamente necessario in cui il proprietario sta fuori per lavoro ma, finito quello, il proprietario deve dargli le attenzioni di cui ha bisogno e deve impegnarsi per soddisfare le sue esigenze fisiche, mentali ed emotive.

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