La leishmaniosi può colpire anche i gatti? Cosa sapere per proteggere i nostri felici

Tutte le informazioni utili sui sintomi, le modalità di trasmissione e i trattamenti disponibili per affrontare la leishmaniosi nel gatto.

Pubblicato: 14 Febbraio 2024 15:29

Francesco Livini

Medico veterinario

Medico veterinario specializzato in sanità animale, esperto nella cura, diagnosi e trattamento delle malattie con uno spiccato interesse per l'ortopedia. Dirigente medico veterinario nelle Marche da oltre 6 anni, per DiLei scrive nella sezione Pets.

La leishmaniosi del gatto è una malattia grave causata da un parassita chiamato Leishmania, che viene trasmesso attraverso le punture di zanzara. In questo articolo, esploreremo nel dettaglio i sintomi, le modalità di trasmissione, la diagnosi e i trattamenti disponibili per affrontare questa patologia felina.

Ti suggeriremo, inoltre, come proteggere il tuo amico a quattro zampe efficacemente.

Cos’è la Leishmaniosi?

Le infezioni da leishmania felina sono state osservate in tutto il mondo e sono causate da specie endemiche capaci di infettare anche l’uomo e altri animali.

Nel dettaglio, la leishmania infantum viene trasmessa ai gatti dai flebotomi che fungono da vettori. Il flebotomo in questione è un piccolo moscerino presente in tutto il bacino mediterraneo – Spagna, Italia, Grecia, Nord Africa – e nelle Americhe – Brasile, Stati Uniti, Messico – conosciuto anche come “mosca della sabbia” o pappatacio.

I periodi di maggiore criticità sono rappresentati dalla primavera e dall’autunno, mesi in cui con il caldo il flebotomo circola con maggiore frequenza e regolarità, la sua attività avviene durante la notte e nelle prime ore del mattino.

La leishmaniosi felina è una malattia meno comune rispetto alla leishmaniosi canina in Italia: mentre la leishmaniosi canina è endemica in molte regioni del paese, la versione felina è considerata rara, ma ne sono stati comunque segnalati casi in diverse località italiane, in corrispondenza delle zone dove la leishmaniosi canina è molto diffusa, come le aree del sud, inclusa la Sicilia, e alcuni posti costieri dell’Italia centrale.

I gatti sono considerati ospiti accidentali per il parassita Leishmania e per questo è meno probabile che sviluppino una forma di malattia conclamata rispetto ai cani e agli esseri umani. Inoltre, i sintomi della leishmaniosi nei gatti sono molto variabili e spesso molto meno evidenti rispetto ai segni clinici che si manifestano nei cani.

Si pensa che i felini siano più resistenti alla malattia, ma in realtà è molto più probabile che la diffusione nei gatti sia numericamente non considerevole proprio perché il proprietario spesso non si accorge neanche dell’avvenuta infezione.

Non esiste un’ampia ricerca sulla prevalenza esatta della leishmaniosi felina in Italia, ma è importante essere consapevoli del rischio e prendere precauzioni per proteggere i gatti dalle punture di zanzara. L’approccio preventivo include l’utilizzo di repellenti per insetti adatti ai gatti e la riduzione dell’esposizione ai moscerini e zanzare, soprattutto nelle aree in cui la leishmaniosi è endemica.

Scopriamo quali sono i sintomi che devono spingerci a richiedere l’intervento del nostro veterinario di fiducia.

I sintomi della leishmania nel gatto

Nei gatti la leishmania di solito colpisce la pelle, ma non è raro che determini anche un coinvolgimento degli organi interni e delle articolazioni.

Le lesioni cutanee più comuni sono aree alopeciche con pelle secca e desquamazione, che di solito inizia dalla testa e si estende al resto del corpo. Possono anche presentarsi aree di ulcerazione, in particolare sulla testa e sugli arti. Le ulcere sulle orecchie risultano, solitamente, sanguinolente.

Altre volte il gatto non manifesta alcun sintomo e in questo caso viene definito portatore sano e funge da serbatoio della malattia. Ciò significa che il parassita sarà presente nel suo organismo in una fase di latenza, senza alcuna manifestazione. Tuttavia, alcune malattie infettive come il virus della FeLV o FIV possono favorire l’insorgenza improvvisa dei sintomi. Allo stesso modo, alcuni trattamenti immunomodulanti possono rivelare una leishmaniosi subclinica.

La leishmaniosi nel gatto può manifestarsi attraverso una serie di sintomi simili o riconducibili ad altre malattie, rendendo la diagnosi un compito complesso.

Innanzitutto, la perdita di peso è un sintomo frequente, nonostante il gatto possa mantenere un appetito normale o addirittura aumentato. Il gatto può anche mostrare segni di letargia e debolezza, con un evidente calo di energia. È possibile osservare una perdita di appetito, con il gatto che rifiuta il cibo o ne dimostra un interesse ridotto.

Un altro sintomo caratteristico è l’ingrossamento dei linfonodi, specialmente quelli localizzati intorno al collo e alle zampe, che possono risultare palpabili e ingrossati. In alcuni casi, il gatto può manifestare problemi respiratori, come tosse o respiro affannoso.

La leishmaniosi nel gatto, come abbiamo accennato, può anche causare ulcere cutanee, che si presentano come lesioni o piaghe sulla pelle. Queste ulcere possono essere lente a guarire. Inoltre, in alcuni casi, la malattia può interessare gli occhi del gatto, causando infiammazioni, congiuntiviti o lesioni oculari. Nei casi più gravi, la leishmaniosi può colpire i reni del piccolo felino e causare insufficienza renale.

È importante sottolineare che questi sintomi possono variare da un gatto all’altro e che la diagnosi definitiva richiede l’ausilio di un veterinario. Se sospetti che il tuo gatto possa avere la leishmaniosi o qualsiasi altra malattia, è fondamentale rivolgersi a lui/lei per una valutazione accurata e una diagnosi corretta.

Tipologie di leishmaniosi felina

Nel caso in cui il tuo gatto manifesti la tipica sintomatologia, è possibile suddividere la Leishmaniosi in tre diversi tipi, in base all’azione che questa determina sull’organismo animale:

Lesioni di tipo cutaneo possono presentarsi determinando il seguente quadro clinico: ispessimento della cute, con croste sulla pelle, depigmentazione e screpolatura di muso ed estremità distali delle zampe; alopecia, con manto secco e sottile e perdita di pelo simmetrica; sviluppo di noduli sulla superficie cutanea.

Lesioni circoscritte all’occhio del gatto: congiuntivite, blefarite, uveite, alopecia periorbitale.

Colpisce gli organi interni con una variabilità sintomatologica importante: perdita di peso, inappetenza, diarrea, vomito, epistassi, letargia.

Diagnosi della leishmania nel gatto

La diagnosi viene effettuata tramite analisi di laboratorio come gli esami del sangue e dei tessuti nodulari.

In particolare, un esame del sangue specifico, ovvero il test ELISA, può essere utilizzato per rilevare gli anticorpi e determinare la patologia.

Nelle sue indagini, il veterinario dovrà escludere disturbi come lupus, tumori e cimurro che causano sintomi simili. Quel che è certo è che soltanto un medico veterinario esperto può giungere a una diagnosi di leishmaniosi con tutti gli accertamenti del caso.

La cura della leishmania nel gatto

Attualmente, non esiste un trattamento validato per la leishmaniosi felina. Si utilizzano farmaci già sperimentati nei cani, come l’allopurinolo.

Purtroppo, specialmente nel gatto, queste molecole possono causare effetti indesiderati come l’insufficienza renale, malattia cronica a cui vanno incontro la maggior parte dei felini anziani e che porta alla morte l’animale.

In questi casi, il veterinario prescrive una terapia specifica per il gatto, rimodulando la dieta in linea con il fabbisogno di proteine e per proteggerlo in caso di insufficienza renale.

Non dimentichiamo che un gatto con la leishmaniosi può avere danni anche agli organi interni; pertanto, bisogna curare anche le patologie ad essa connesse. Ad esempio, in caso di noduli cutanei, il veterinario può decidere di intervenire chirurgicamente per rimuoverli.

È quindi necessario un attento monitoraggio in base al caso specifico e alle condizioni di salute generali del gatto, valutando attentamente il rapporto rischio-beneficio del trattamento.
La terapia in genere fa regredire le lesioni. Tuttavia, l’animale rimane portatore del parassita, diventando un “serbatoio” da cui i flebotomi possono contrarre la leishmania e trasmetterla ad altri animali.

Ecco alcune opzioni di trattamento utilizzate per la leishmaniosi nel gatto.

La prevenzione della leishmania nel gatto

Per quanto riguarda la prevenzione, non esiste ancora un vaccino contro la leishmaniosi del gatto, disponibile invece per la specie canina.

Esistono in commercio antiparassitari, come i collari, che proteggono da pulci, zecche e pappataci: un deterrente fondamentale per contrastare le punture di insetti e i potenziali rischi a esse associati.

Particolare attenzione, inoltre, va data ai gatti con un sistema immunitario compromesso per i quali è utile stabilire un’alimentazione adeguata, anche con l’uso di integratori che rafforzino le difese dell’organismo.

Attenzione a scegliere sempre prodotti ad hoc per la specie felina: i corrispettivi antiparassitari per cani contengono spesso molecole altamente tossiche per i gatti, come i piretroidi.

Ricorda che la leishmaniosi del gatto è una malattia rara, ma non bisogna abbassare la guardia, soprattutto se vivi nei pressi di zone umide, calde e paludose che rappresentano l’habitat ideale per i flebotomi.

La leishmaniosi nei felini domestici, dunque, è una condizione seria, ma con una diagnosi tempestiva e un trattamento appropriato, è possibile migliorare la qualità di vita del gatto affetto da questa malattia.

FAQ

1. Cos’è la Leishmaniosi felina?

2. Quali sono i sintomi della Leishmaniosi nel gatto?

3. Come viene diagnosticata la Leishmaniosi felina?

4. Esiste un trattamento per la Leishmaniosi nel gatto?

5. Come posso proteggere il mio gatto dalla Leishmaniosi?

6. Esiste un vaccino per la Leishmaniosi felina?

7. I gatti sono portatori asintomatici della Leishmania?

8. Quali sono i periodi critici per la trasmissione della malattia?

9. Come posso ridurre l’esposizione del mio gatto alle zanzare?

10. Quali sono i tipi di Leishmaniosi felina?

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