Chi era Terri Schiavo, la donna che ha fatto conoscere al mondo l’eutanasia

Il 18 marzo del 2005, dopo tanta agonia, moriva Terri Schiavo. E il mondo conosceva l'eutanasia

Pubblicato: 11 Marzo 2021 09:54

Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Il termine eutanasia è legato in maniera indissolubile alla storia di Terri Schiavo. La sua è stata delle prime clamorose vicende a dar spazio al dibattito sulla fine della vita: dopo 15 anni di battaglie legali e sofferenze, la donna è stata lasciata libera di morire. Suo marito Michael scriverà sulla sua lapide: “Ho mantenuto la promessa che ti ho fatto”.

La storia di Terri Schiavo

Nata all’anagrafe come Theresa Marie Schindler Schiavo, Terri nasce a Lower Moreland Township, il 3 dicembre 1963. Fino all’età di 27 anni conduce una vita normalissima lavorando come impiegata fino a quando, quel 25 febbraio del 1990, subisce un arresto cardiaco. Il suo cervello rimane senza ossigeno per diversi minuti provocando danni cerebrali importanti: Terri entra stato vegetativo persistente.

Da quel momento seguono una serie di battaglie legali tra il marito e tutore di Terri, Michael, e i suoi genitori contrari all’eutanasia. Nel 1988, Michael Schiavo chiede che sia staccato il sondino che tiene in vita la moglie, ma Bob e Mary Schindler si oppongono iniziando una campagna sostenuta dalle associazioni pro-life.

Ci sono voluti ancora altri anni affinché la volontà di Terri venisse rispettata, prima dell’accaduto, infatti, aveva espressamente dichiarato di non voler essere sottoposta a un accanimento terapeutico. Negli anni 2000 si tiene un’udienza con lo scopo di determinare la volontà della Schiavo e, l’anno dopo, per la prima volta, il sondino di Terri viene staccato il 24 aprile. Ma dopo due giorni di agonia, il giudice Frank Quesada ordina che l’alimentazione e l’idratazione artificiali riprendano.

Nel 2003 una nuova sentenza, il 7 ottobre il sondino viene staccato di nuovo ma, ancora, il Parlamento statale approva la legge salva-Terri e George W. Bush ordina che il sondino sia riattaccato. Una vera e propria tortura, un agonia nell’agonia. Poi l’epilogo: il 18 marzo del 2005 il sondino viene staccato e dopo 14 giorni, Terri muore.

Il dibattito mondiale

La vicenda di Terri Schiavo negli USA, è diventata il simbolo della battaglia dell’eutanasia a sostegno di una morte dignitosa. La storia ha comunque diviso l’opinione pubblica a metà con non poche ripercussioni nel resto del mondo e in Europa dove, proprio in quegli anni, Paesi come l’Olanda, il Belgio e parte della Spagna hanno legalizzato l’eutanasia.

Anche l’Italia, come il resto del mondo si è spaccata a metà. In quegli anni alla vicenda di Terri si affianca quella di Eluana Englaro e della battaglia di suo padre Beppino che vuole restituire alla figlia una morte dignitosa dopo anni di stato vegetativo. Sono quelli gli anni in cui la Chiesa, sostenuta dai teodem e le associazioni pro-life, scende in piazza con ceri e processioni. Lo scenario è simile a quello della buia Inquisizione e mentre il Governo decide il 9 luglio del 2008 la sorte di Eluana, gli altri urlano contro Beppino “assassino”.

Fonte: Getty Images
Terri Schiavo, ritratto

 

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