Lucy Letby, la terribile storia dell’infermiera che ha ucciso sette neonati

La 33enne è accusata di aver provocato la morte di sette piccoli pazienti ed aver tentato di assassinarne altri sei mentre lavorava all'ospedale di Chester

Pubblicato: 21 Agosto 2023 21:55

Anna Verrillo

Giornalista e Lifestyle Editor

Sangue campano e cuore a stelle e strisce. Scrive di cultura e spettacolo con frequenti incursioni nella cronaca rosa perché da brava gemelli non ama prendersi troppo sul serio.

Un caso senza precedenti nella storia del Regno Unito e, forse, del mondo intero. La storia di Lucy Letby, infermiera 33enne dall’aspetto ordinario e rassicurante, è degna dei peggiori crime movies: secondo il tribunale di Manchester, la donna avrebbe ucciso sette neonati e tentato di assassinarne altri sei mentre lavorava al Countess of Chester Hospital tra il giugno 2015 e il giugno 2016. Ma chi è la killer di bambini che ha scioccato la Gran Bretagna?

Chi è Lucy Letby, l’infermiera killer

Nata il 4 gennaio 1990, Lucy Letby ed è cresciuta a Hereford, una cittadina inglese non lontano dal confine con il Galles. La sua infanzia – raccontano i genitori – è stata piuttosto ordinaria, tra scuola ed amici, con un’unica convinzione da sempre: quella di voler lavorare con i bambini. Per questo motivo, dopo aver studiato infermieristica all’Università di Chester, a Sud di Liverpool, ha deciso di specializzarsi nella terapia intensiva neonatale nel 2015. Proprio nell’ospedale della cittadina inglese si è presa cura di centinaia di bambini, mentre la sua vita scorreva tra lezioni di salsa ed uscite con gli amici.

La prima accusa è arrivata nel 2016, con una lettera del Royal College of Nursing che le annunciava di essere sotto inchiesta per la morte di alcuni piccoli pazienti. Lucy viene quindi rimossa dagli incarichi clinici e assegnata ad un ruolo di impiegata dell’ospedale. Finisce in manette per ben due volte, nel 2018 e nel 2019, ma viene rilasciata su cauzione in attesa che le indagini sul suo conto siano concluse. Non ci vuole molto perché i detective raccolgano sufficienti prove sul suo conto e la arrestino definitivamente. Secondo il Guardian, sarebbero circa 30 i bambini che hanno subito incidenti ‘sospetti’ presso la struttura in cui operava.

Il processo che ha scosso il Regno Unito

Ci sono voluti ben 22 giorni alla giuria del tribunale di Manchester per giungere al reato di colpevolezza della donna. Oltre al numero di vittime, a sconcertare sono le modalità in cui agiva la Letby: secondo le indagini, l’infermiera avrebbe iniettato aria alle sue giovani vittime, le avrebbe sovralimentate con latte e avvelenate con l’insulina. Metodi che le sono valsi l’etichetta di ‘fredda calcolatrice’, in quanto le hanno permesso di non lasciare tracce e di passare inosservata agli occhi dei colleghi, che intanto cominciavano a diventare sospettosi della sua attività.

Il suo team di difesa ha sempre sostenuto che le morti e i crolli fossero dovuti a gravi pecche nell’unità di lavoro, e che lei fosse “vittima di un sistema che voleva attribuire la colpa quando falliva”. Per l’accusa, invece, il movente sarebbe di carattere passionale: Lucy si sarebbe macchiata di crimini efferati per catturare l’attenzione di un medico del suo reparto da cui era letteralmente ossessionata. Nella sua abitazione, gli inquirenti hanno trovato diversi messaggi diretti all’uomo, oltre che frasi inquietanti che rivelano in parte le sue azioni: “Sono malvagia, ho fatto questo. Non merito di vivere. Li ho uccisi apposta perché non sono abbastanza brava per prendermi cura di loro. Sono una persona orribile”. Insomma, a differenza di altre storie, come quella Kathleen Folbigg, non pare esserci il rischio di condannare un innocente.

E la vicenda assumerebbe contorni ancor più sconcertanti perché, secondo i media inglesi, i dirigenti dell’ospedale britannico non avrebbero indagato celermente sulle accuse contro Lucy Letby, cercando addirittura di mettere a tacere i medici. Nonostante la prima segnalazione da parte di un collega fosse arrivata nell’ottobre 2015, l’ospedale avrebbe ritardato di diversi mesi la chiamata della polizia, con il conseguente decesso di altri due bambini. Si tratta di una macchia indelebile nella storia dell’Nhs, il servizio sanitario britannico, che ha da poco ha celebrato i 75 anni di storia.

 

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