Quali requisiti servono per accedere alla fecondazione assistita

Ecco quali sono i requisiti richiesti alle coppie che cercano un figlio, per accedere alla fecondazione assistita, qual è l'età media in Italia, quali sono le cause che spingono le coppie a farne richiesta e quante sono.

Pubblicato: 11 Aprile 2024 12:27

Giorgia Marini

Parenting Specialist

Ex avvocato. Blogger, con la laurea sul campo in Problemi di Mammitudine. Da 6 anni scrivo di gravidanza, maternità ed infanzia, sul mio blog “Stato di Grazia a Chi?” e su altre testate online. Racconto la maternità con brio, garbo ed empatia.

La fecondazione assistita consiste in un processo messo in atto al fine di consentire ad una coppia, in possesso di una serie imprescindibile di requisiti e che non riesce a mettere al mondo un figlio, di diventare genitori. Negli ultimi anni se ne parla sempre e vi si accede sempre di più, principalmente a causa dell’età in cui si inizia a cercare la prima gravidanza: essendo l’età della donna (ma anche dell’uomo) spostata più in avanti rispetto a decenni fa, i tentativi di concepimento naturale, purtroppo, finiscono più frequentemente con un fallimento.

A questo, vanno certamente aggiunti anche i casi nei quali la coppia ancora giovane, ed in salute, inoltre con uno stile di vita sano, dal punto di vista alimentare e motorio, non riesca comunque a mettere al mondo un figlio/a, per cui accede alla fecondazione assistita.

Come premesso, la coppia che richieda la fecondazione assistita deve essere in possesso di una serie di requisiti, previsti dalla Legge, sui quali ci soffermeremo in questo articolo, grazie al contributo del dottor Antonio Simone Laganà, ginecologo.

Ma, come di consueto, cominciamo con una serie di premesse al fine di spiegare al meglio il panorama nel quale si inserisce la fecondazione assistita, in cosa consiste, ed infine quali sono i requisiti che la coppia deve soddisfare per potervi accedere.

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Coppie che accedono alla fecondazione assistita: requisiti

Fecondazione assistita: cos’è

Per fecondazione assistita intendiamo quel trattamento che ha lo scopo di fecondare l’ovocita al fine di dare vita ad un embrione che, come sappiamo, diventerà il feto, attraverso l’unione di due gameti. La fecondazione assistista si inserisce all’interno di quella strategia ben più ampia che si chiama procreazione medicalmente assistita, comunemente chiamata con l’acronimo di PMA. La fecondazione assistita può essere di due tipi: fecondazione in vitro e intrauterina.

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Coppie che accedono alla fecondazione assistita: requisiti

Fecondazione assistita in Italia: età e numeri di accesso

La PMA in genere, e la fecondazione assistita nello specifico, sono in forte aumento: le coppie che tentando di accedervi, dopo aver esperito tentativi di concepimento naturale, sono sempre di più. Come vedremo a breve, il principale ostacolo che incontra una donna che non riesce a mettere al mondo un figlio, rimane quello della tarda età. Questo non deve essere visto come un fattore di colpa ma di riflessione collettiva. Sappiamo benissimo quali siano le cause che impediscono alle donne di procreare durante la giusta età biologica, quella che garantisce maggiori possibilità di rimanete incinta. Dalla precarietà lavorativa, a quella economica, alle difficoltà nella gestione complessiva della famiglia, ancora quasi a suo totale carico. Se dunque vogliamo parlare di responsabilità, essa va divisa anche con il partner, con il mondo del lavoro ed ovviamente grava pesantemente sulla politica, ormai assente da decenni sui temi che stanno a cuore alla popolazione.

Per le donne che poi se lo possono permettere, economicamente parlando, ovviamente sempre nei limiti previsti dalla legge, la scienza mette anche a disposizione quello che chiamiamo il congelamento degli ovuli, social freezing. Esso, sinteticamente, consente di conservare gli ovuli, in giovane età, permettendo dunque di procrastinare i tentativi di concepimento in una fase diversa della propria vita. Esso è quindi un modo per preservare la fertilità nel tempo, quando l’età biologica della madre garantisca minori probabilità di in un concepimento naturale, ma come quest’ultimo, anche il congelamento ovarico non garantisce al 100% quel risultato che tanto ci si attende.

Ecco qualche dato preso al Ministero della Salute. Le tecniche di procreazione assistita hanno coinvolto 86.090 coppie, nel 2023. Sono aumentati anche i cicli necessari per arrivare al buon esito del concepimento. I bambini nati sono arrivati a 16.625, circa il 2,5% dei nati complessivi. Sempre elevata è l’età media delle donne che si sottopongono alle tecniche di PMA, di circa 36,8 anni (la media europea è di 35 anni). Va però precisato che l’età della donna varia in base al tipo di causa che impedisce alla coppia di concepire e conseguentemente alla tecnica di PMA utilizzata. Il primato italiano non sorprende, e merita due tipi di riflessione. La prima è di carattere sociale/politico, che abbiamo sinteticamente trattato il alto, la seconda è di natura scientifica: più tardi si arriva ad esperite tali tentativi e minori sono le possibilità di riuscita, considerando che, come detto, i cicli ai quali deve essere sottoposta un coppia sono in aumento.

Ma ora arriviamo a quale procedura debba fare la coppia che voglia chiedere di accedere alla fecondazione assistita.

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Coppie che accedono alla fecondazione assistita: requisiti

Cosa deve fare una coppia interessata

“Nel caso in cui una coppia abbia difficoltà ad ottenere una gravidanza in modo naturale e/o si sospettino alterazioni della funzione riproduttiva, questa deve rivolgersi ad un Centro di Medicina della Riproduzione autorizzato dall’Istituto Superiore di Sanità, ove potersi affidare a ginecologi con competenze specifiche in materia di medicina della riproduzione.  Nel momento in cui saranno riconosciuti tutti i requisiti per accedere alla tecnica della procreazione medicalmente assistita, prima di iniziare tale percorso, la coppia sarà informata dal medico riguardo le differenti metodiche, il loro grado di invasività nell’uomo e nella donna, i possibili effetti collaterali e le ripercussioni psicologiche, i rischi, le probabilità di successo e riceverà inoltre informazioni sulle conseguenze a livello giuridico per la madre, il padre e il nascituro, al fine di esprimere la propria volontà consapevolmente attraverso un consenso informato, qualora si decida di procedere”.

Sempre il Ministero della Salute fotografa il panorama dei centri ai quali rivolgersi, facendoci riflettere sulle maggiori difficoltà che incontrino le coppie residenti in aree geografiche sprovviste di tali centri autorizzati. Sinteticamente: il 35,6% dei centri è pubblico, l’8,4% è privato convenzionato, il 55,9% è privato. Che si tratti di centri pubblici e privati, si conferma una maggiore penetrazione nel Nord Italia. Nelle regioni del Sud, l’offerta di cicli è al di sotto della media nazionale. Possiamo comprendere facilmente la frustrazioni e i grandi ostacoli che una coppia, sfavorita anche da questo punto di vista, si trovi a dover fronteggiare.

Ma ora addentriamoci sull’aspetto dei requisiti che la coppia debba possedere per poter tentare la fecondazione assistita.

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Coppie che accedono alla fecondazione assistita: requisiti

 I requisiti previsti per accedere alla fecondazione assistita

 In Italia, i requisiti previsti per accedere alla fecondazione assistita sono stabiliti dalle linee guida della legge 40 del 2004. La procreazione medicalmente assistita è consentita quando non vi sono altre strategie terapeutiche efficaci che possano risolvere le cause dell’infertilità e quando i casi di infertilità/sterilità siano documentati e certificati da un atto medico, come stabilito dall’articolo 4 della legge 40. Precisamente nell’articolo 5 della legge 40 sono indicati i requisiti soggettivi necessari: possono ricorrere alla procreazione medicalmente assistita le coppie maggiorenni di sesso diverso, che siano coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile (requisito cha va valutato dal medico per ogni singolo caso), entrambi viventi”.

Dunque, attualmente, la fecondazione assistita è preclusa ai single, alle coppie omosessuali, mentre è sconsigliata quando si hanno piú di 50 anni.

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