Dove partorire? Le domande per aiutare la futura mamma a scegliere l’ospedale per il parto

Sta per arrivare il momento più emozionante della nostra vita. Per godercelo al massimo e con la giusta serenità, ecco i fattori da valutare nella scelta dell’ ospedale.

Pubblicato: 21 Gennaio 2010 09:39Aggiornato: 21 Febbraio 2023 14:14

Giorgia Marini

Parenting Specialist

Ex avvocato. Blogger, con la laurea sul campo in Problemi di Mammitudine. Da 6 anni scrivo di gravidanza, maternità ed infanzia, sul mio blog “Stato di Grazia a Chi?” e su altre testate online. Racconto la maternità con brio, garbo ed empatia.

Come scegliere l’ospedale per il parto è una delle domande che sta più a cuore alle future mamme, man mano che i trimestri di gestazione trascorrono. È spesso anche fonte di preoccupazione, per questo diventa una scelta che non di rado verrà presa dopo aver raccolto non solo informazioni ufficiali ma anche molte opinioni di chi ha un’ esperienza di parto relativamente recente. C’è chi decide, ancora oggi, di partorire in casa, ma la maggior parte di noi opta principalmente fra le due classiche possibilità: quella di partorire in una struttura pubblica o in una clinica privata. Ovviamente, il problema si pone per chi vive in città nelle quali ci sono può ospedali a disposizione.

Se siete mamme in attesa, alla prima esperienza, saranno tante le domande ed i dubbi a riguardo. Come scegliere l’ospedale per il parto, in base a quale criterio scegliere, o a quali caratteristiche delle strutture dare più rilevanza, non è una decisione da poco. Parlare con amiche o conoscenti, che stanno facendo il percorso con noi, ad esempio quelle che abbiamo conosciuto durante il corso preparto, sarà importante, come ancora di più raccogliere l’esperienza di chi ha partorito da poco. Certamente sarà altrettanto importante poter sfruttare la possibilità di vistare l’ospedale, come confrontarsi con il ginecologo o la ginecologa che abbiamo scelto essere il nostro punto di riferimento.

Ora vedremo quali sono i migliori criteri per poter scegliere l’ospedale dove partoriremo e quali sono le domande che dobbiamo porci. Tuto ciò ci guiderà a capire quale sia il migliore ospedale dove partorire, nel nostro caso.

Quando scegliere dove partorire  e come prenotare

Intorno alla fine del secondo trimestre di gestazione, la gravidanza ed il futuro parto prenderanno forme più concrete. Non di rado, infatti, con il terzo ed ultimo trimestre molte di noi cominciano ad avere anche un po’ di timore per quello che ci attende, sia il parto, esperienza indubbiamente unica ed eccezionale, che per la nostra vita futura. Con anche il peso della qualità e della durata del nostro sonno, che, per alcune di noi, già comincia ad essere intermittente. Poeticamente, qualcuno attribuirebbe il peggioramento della qualità del nostro sonno ad una specie di allenamento del nostro corpo e della nostra mente a quello che poi ci aspetterà nelle settimane e nei mesi successivi al parto!

Dopo aver verificato che il nostro test di gravidanza è positivo, noi donne ci troviamo ad avere un’agenda fitta e molto programmata fra le visite, i controlli e gli esami che ci aspettano, e, per alcune di noi, è già in questa fase che la scelta dell’ospedale può divenire concreta.

C’è chi avrà deciso di affidarsi ad una clinica privata, sin dalle prime visite, e per quella mamma la scelta dell’ospedale dove partitore sarà stata fatta all’inizio. Come c’è chi ha deciso di affidarsi ad un/a professionista che la aiuterà a districarsi, man mano, con gli esami da fare, le ecografie. Lui o lei, spesso, saranno un prezioso aiuto per decidere dove partire, quale numero chiamare per prenotarsi e quando farlo. Infine, c’è chi andrà direttamente in ospedale a fare le varie visite ed i vari controlli, trovandosi di fronte sempre un diverso interlocutore ma in potendo contare sul vantaggio di tastare con mano se l’ospedale suddetto, sarò quello idonee per il parto. Alcuni ospedali, va aggiunto, vantano anche un ufficio ad hoc per le donne in gravidanza, sportelli nascita che hanno il valore aggiunto di prenotare direttamente le varie visite, test e controlli da fare, guidando la donna in questi mesi così delicati.

Se non abbiamo criticità o problemi particolari, e se non dobbiamo fare un parto cesareo, in realtà, non possiamo letteralmente prenotare l’ospedale per il parto. Salvo che non si parli di un cesareo programmato, appunto, per il parto naturale come potremmo prenotare davvero non sapendo quando partoriremo! Nonostante ci sia una data presunta per il parto, essa non è mai sicura. Perciò quello che faremo, più che prenotare l’ospedale in cui vogliamo partorire, sarà telefonare al numero addetto a questo tipo di comunicazioni, generalmente intorno alla 35° settimana, salvo non previsto diversamente dalla struttura, per fare il nostro primo tracciato, da lì saremo guidate e controllate sino alla fine. Quando sarà il momento, ci daranno quale sarà la procedura da seguire. Essa non è la medesima pe tutte. Solo per sintetizzare, possiamo dire che le strade da percorrere saranno diverse a seconda che: si rompano le acque o si vada in travaglio quando siamo a casa; si debba essere indotte al parto; che si debba optare, alla fine, per un parto cesareo.

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Dove partorire

Come scegliere l’ospedale per il parto

Abbiamo scritto, precedentemente, che tanti sono i fattori che ci spingono a scegliere per un ospedale o per un altro. E che, in realtà, vanno sentiti diversi pareri, raccolte informazioni ufficiali e, se lo abbiamo, anche confrontarsi con il ginecologo/a di fiducia.

I fattori da prendere in considerazione per scegliere il nostro ospedale sono diversi e possono essere anche diversi da donna a donna, eccone alcuni:

Davvero sono tantissimi gli elementi decisivi e per ognuna di noi saranno diversi quelli che ci faranno propendere per una decisione o per un’altra.

Va detto, infine, anche se accade di rado, che se il giorno del parto dovessimo trovare tutte le sale parto occupate, saremo portate, con l’ambulanza dell’ospedale dove ci siamo recate, presso la struttura più vicina. Sicuramente potrà aiutarci a fare una scelta più serena anche il frequentare il corso preparto direttamente presso il luogo (pubblico o privato) che crediamo faccia per noi. In questo modo, prima di tutto, potremo valutarlo e conoscerlo meglio, in secondo luogo, saremo più serene quando arriverà il momento, sentendo più familiari gli spazi e conoscendo già il personale.

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Quali sono le domande che dobbiamo porci

Infine, a guidarci nella scelta saranno anche alcune domande che riguardano il nostro personale modo di voler vivere questa esperienza. Un modo che davvero non è uguale mai, né fra donna e donna, né fra parto e parto. Può capitare, ad esempio, che le nostre esigenze fra il primo ed il secondo od il terzo parto e così via siano assolutamente diverse. Ciò che ci ha fatto decidere per scegliere un ospedale la prima volta, potrebbe essere assolutamente trascurabile la volta successiva.

Ora vediamo quali sono le domande più comuni che possono guidarci nella scelta dell’ospedale.

L’ospedale organizza corsi di preparazione al parto?

In tal caso avremo la possibilità di familiarizzare con l’ambiente e con gli operatori già durante la gravidanza.

Le camere sono singole o a più letti?

Le singole o quelle con massimo 2 letti offrono ovviamente una privacy maggiore e favoriscono il riposo della neomamma.

La struttura è attrezzata per il parto in acqua? 

Se non ci sono controindicazioni, il travaglio e il parto in acqua possono portare molti benefici a mamma e bambino.

Il partner o una persona scelta dalla donna può assistere al parto?

In linea di massima lo permettono tutte le strutture, ma in quelle più affollate può capitare che lo si vieti per rispetto della privacy in caso ci fosse un’altra partoriente nella stessa sala parto.

È previsto l’utilizzo di anestesia peridurale? 

Questo tipo di anestesia riduce le sensazioni dolorose e la sensibilità e permette quindi di partecipare attivamente al parto.

Il proprio ginecologo di fiducia può assistere al parto? 

In alcune cliniche private è possibile farsi assistere da un ginecologo esterno alla struttura.

Il bambino viene attaccato al seno immediatamente dopo il parto?

Questa pratica favorisce la lattazione.

È possibile tenere il bambino nella propria stanza (roaming-in)? 

Anche questa pratica ormai è molto diffusa ma è sempre meglio verificare.

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