Chat dei genitori: regole d’oro per evitare conflitti e denunce

Gli errori più comuni che facciamo nelle chat di classe, come possiamo evitare equivoci e conflitti, cosa dice la legge a proposito della privacy.

Pubblicato:

Giorgia Marini

Parenting Specialist

Ex avvocato. Blogger, con la laurea sul campo in Problemi di Mammitudine. Da 6 anni scrivo di gravidanza, maternità ed infanzia, sul mio blog “Stato di Grazia a Chi?” e su altre testate online. Racconto la maternità con brio, garbo ed empatia.

Chiamata in modo sprezzante la chat delle mamme, la chat di classe è sempre più uno strumento indispensabile nel quale scambiarsi, in modo tempestivo, informazioni sulla vita scolastica, sino a quando i figli / figlie non abbiano l’età per traslocare nel loro spazio virtuale.

Le piattaforme di messaggistica istantanea, a volte demonizzate, altre derise, in realtà, sono meri strumenti di per sé privi di una connotazione positiva quanto di una negativa e vanno utilizzati nell’ottica di quella buona relazione scuola-famiglia che è necessario sia in buona salute.

Le chat dei genitori, come sarebbe più giusto chiamarle, in quanto sia le mamme che i papà dovrebbero venir coinvolti, in egual misura, nella vita dei piccoli alunni,  permettono di scambiarsi informazioni in modo immediato, coordinare attività, ricordare scadenze o aggiornare tutti sugli eventi dell’istituto. Tuttavia, lo sappiamo, se da un lato questi strumenti facilitano l’organizzazione, dall’altro possono trasformarsi in un terreno di scontri, incomprensioni o violazioni della privacy. Un uso scorretto, privo di regole condivise, rischia di minare lo stesso scopo per cui le chat sono nate: collaborare nell’interesse dei figli.

In questo articolo vedremo perché servono regole chiare, quali sono le buone pratiche da seguire e gli errori da evitare, infine i riferimenti legali più rilevanti e come affrontare i conflitti che possono sorgere.

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Gli errori più comuni nelle chat dei genitori

Chat dei genitori: gli errori più comuni

Le chat dei genitori nascono con un intento positivo: creare un canale di comunicazione diretto tra le famiglie della classe e i rappresentanti scolastici. In teoria, dovrebbero essere uno spazio virtuale in cui condividere informazioni utili, organizzare eventi, raccogliere contributi o segnalare cambiamenti di orario. L’esperienza di ogni genitore, anche se non necessariamente diretta, ci pone di fronte ad enormi ostacoli che, senza un regolamento chiaro, portano questi gruppi a degenerare in conversazioni caotiche, come anche in equivoci o conflitti.

Il problema più comune riguarda la quantità di messaggi: ricevere decine di notifiche al giorno, anche da più classi o da più gruppi (ormai creiamo una chat di gruppo per ogni attività dei nostri figli)  può diventare stressante, soprattutto se gli argomenti non riguardano la vita scolastica ma questioni personali. Questo non solo toglie tempo e concentrazione, ma può alimentare tensioni e fastidi reciproci.

Inoltre, si aggiunge un altro tema delicatissimo, spesso sottovalutato: in rete non possiamo condividere immagini, informazioni personali, dati sensibili, se non vi sia consenso da parte dell’interessato. La rete non è sopra la legge, ma deve rispettare i criteri stabiliti da essa, se non si vuole incorrere anche in sanzioni.

Infine, in alcune chat le comunicazioni vengono inviate anche tramite lunghissimi messaggi vocali, rendendo impossibile una corretta comprensione dell’informazione.

In sintesi, le chat di classe gestite dai genitori, hanno tre macro problemi:

  1. numero eccessivo di messaggi;
  2. violazione della privacy;
  3. cattivo stile delle comunicazioni.

Per evitare che le chat di classe vengano disertate o diventino terreno di scontro, occorre stabilire regole condivise ed ora ne andremo a vedere qualcuna.

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Chat di classe: come evitare i conflitti

La chat di classe: vantaggi e svantaggi

Già dal primo inserimento al nido, potrebbe essere chiesto di eleggere un rappresentate di classe e di creare un canale di comunicazione scuola-famiglia.

La cosa alla quale dobbiamo pensare, durante la prima riunione di classe nella quale si parla di questi due temi, è che comunicare con la scuola in modo immediato e semplice può essere un vantaggio per tutti. Pensiamo alla classica epidemia dei pidocchi o ad un cambiamento di orario di entrata e di uscita, a causa di un ritardo durante una gita scolastica. Telefonare a venti genitori, sperando di trovarli tutti pronti a rispondere, può essere arduo. Per questo, avere un rappresentante di classe (anche un papà, in quanto non è un ruolo di prestigio, ad esclusivo appannaggio di chi porta i tacchi!) che faccia da anello di congiunzione fra corpo docente od istituto e le diverse famiglie, fa la differenza. Per quanto concerne lo strumento da usare, ogni comunità può scegliere il proprio, non è detto che si debba usare una chat. I genitori possono optare anche verso l’utilizzo di email come anche di comunicazioni telefoniche o di persona, se si tratta di piccole classi e/o di comunità molto piccole.

l vantaggi delle email dei genitori, a dispetto delle chat di classe sono:

E allora perché tutti usiamo le chat? La risposta è semplice: sebbene abbiano un terreno più fertile per conflitti ed equivoci, le chat ci permettono di apprendere immediatamente l’informazione ed anche di rispondere in modo altrettanto rapido. Ed è proprio questo vantaggio ad essere, al tempo stesso, il tallone di Achille delle chat di classe. La fretta ci impedisce di capire bene quello che stiamo leggendo, di rispondere in modo coerente, chiaro e sintetico, di comprendere se è il caso di diffondere una serie di notizie ed infine di ragionare sull’ opportunità di fare alcune affermazioni o di diffondere alcune immagini. Il problema delle chat dei genitori sta nella fretta.

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Chat dei genitori: l’importanza di dare l’esempio

Comunicazione scuola-famiglia: le regole da rispettare

Cosa possiamo fare, a questo punto, per evitare polemiche, equivoci, ma anche sanzioni di natura civile e non solo, quando usiamo le chat di classe? Sebbene appellarsi al rispetto ed al buon senso, potrebbe essere sufficienti, un po’ di galateo, da fissare anche in alto nelle chat, può aiutare.

Ai rappresentanti di classe l’onere di creare un codice di condotta, una sorta di vademecum della chat, che definisca:

  1. gli orari preferibili per l’invio dei messaggi;
  2. gli argomenti ammessi;
  3. le modalità di risposta;
  4. il rifiuto totale verso messaggi fuori tema o toni aggressivi;
  5. la cancellazione immediata di immagini di minori.

Inoltre, per aiutare la vita virtuale delle famiglie può essere utile creare una chat nella quale il/la rappresentate diffonda le informazioni della scuola, senza possibilità di commenti. In tal modo, si eviterebbero comunicazioni non pertinenti, decine di emoticon, inviti a feste o sagre di paese, che spesso impediscono di leggere il vero messaggio. Certo, è una scelta che potrebbe non essere condivisa da tutti, in quanto si tratta di avere una chat in più, ma è anche un modo per soddisfare il vero obiettivo per il quale viene creata la chat di classe.

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Chat di classe: evitare leggerezza e fretta nello scrivere i messaggi

Buone pratiche per una comunicazione efficace

Gestire correttamente la comunicazione è l’aspetto più importante per prevenire conflitti. Sintesi, rispetto e chiarezza sono le tre parole chiave. Spesso i malintesi nascono perché i messaggi scritti non trasmettono tono ed emozioni come farebbe una conversazione dal vivo. Un’espressione ironica può sembrare offensiva, una domanda neutra può apparire accusatoria.

Per ridurre questi rischi, ecco 5 regole per una chat di classe serena:

  1. scrivere messaggi chiari, brevi e pertinenti;
  2. scegliere orari appropriati;
  3. verificare sempre le informazioni prima di condividerle;
  4. rileggere il proprio messaggio prima di pubblicarlo;
  5. in caso di equivoci, parlarne a voce con il solo interessato.

Quest’ ultimo punto è importantissimo: per evitare di alimentare polemiche, conflitti, sarebbe bene parlare solo con la persona interessata. Una telefonata, o incontrarsi di persona, aiuta a stemperare gli animi e a chiarirsi.
Il rappresentante di classe ha un ruolo cruciale: può fungere da filtro ma certamente non può essere on line ogni minuto né è responsabile della cattiva educazione di terzi.

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Comunicazione scuola-famiglia: le regole

Privacy e sicurezza in chat: cosa dice la legge

Uno dei rischi più sottovalutati nelle chat dei genitori riguarda la privacy dei minori. Foto di bambini durante le feste, documenti medici, informazioni personali: tutto ciò che circola sulle piattaforme di messaggistica istantanea può essere facilmente salvato, inoltrato o diffuso all’esterno del gruppo. Per questo, prima ancora di condividere, occorrerebbe verificare di essere in possesso del consenso degli interessanti. Ma chi lo fa, davvero? Per questo bisognerebbe evitare di rendere pubbliche immagini e dati sensibili.

Dal punto di vista normativo, l’Italia è soggetta al Regolamento Europeo 2016/679 (GDPR), che stabilisce regole precise sul trattamento dei dati personali, inclusi quelli relativi ai minori. Il Codice della Privacy (D.Lgs. 196/2003, aggiornato dal D.Lgs. 101/2018) recepisce queste disposizioni e ne definisce i limiti. Senza un consenso esplicito, condividere dati personali di terzi può comportare sanzioni amministrative e responsabilità civile.

Un altro punto importante al quale non prestiamo attenzione è la diffamazione che, per la legge italiana, è perseguibile anche nei gruppi privati (art. 595 del Codice Penale). Messaggi offensivi, insulti o accuse infondate possono costituire reato e dar luogo a denunce o cause civili per risarcimento del danno. I messaggi inviati in chat sono considerati prove digitali e possono essere utilizzati in tribunale.

Infine, l’Italia prevede anche il reato di cyberbullismo, con misure specifiche a tutela dei minori vittime di atti lesivi online: anche un “semplice” messaggio offensivo in una chat di genitori può costituire un comportamento censurabile e, nei casi più gravi, perseguibile.

In conclusone, garantire un ambiente digitale sereno, più sicuro per tutti i membri del gruppo, è importante. Non succede spesso – ma può succedere- che ciò che abbiamo scritto o divulgato impropriamente con leggerezza nella chat dei genitori, ci porti in tribunale!

Inoltre, quando un gruppo diventa troppo conflittuale o tossico, uscire dalla chat è sempre un’opzione legittima. Non si è obbligati a partecipare a discussioni che minano il benessere personale. È possibile mantenere i contatti con la scuola o con i genitori tramite canali alternativi, come email o comunicazioni cartacee. Ma la cosa più importante di tutte, alla quale teniamo, è ricordarci che anche attraverso il nostro utilizzo della chat di classe passa l’esempio che dobbiamo dare ai nostri figli e alle nostre figlie. L’educazione digitale è una delle tante urgenze italiane sottovalutate e rimandate, nelle more di questa, spetta a noi far capire come si usa una chat: quando usarla, quanto, in che modo.

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