Nove giorni isolati da tutto e, poi, altri otto per poter dire di essere usciti tutti sani e salvi da quell’incubo che aveva tenuto con il fiato sospeso tutto il mondo. Stiamo parlando di Tham Luang, quella grotta dove erano rimasti intrappolati dodici ragazzi più il loro allenatore.
Era l’estate del 2018. Uno di loro, quello che all’epoca dei fatti era il 13enne capitano della squadra di calcio, a febbraio del 2023 è morto in Inghilterra: il 17enne Duangphet Phromthep, chiamato da tutti Dom, era stato trovato privo di sensi nella sua stanza. È morto poi in ospedale qualche giorno dopo e, secondo quanto determinato dal medico legale, si sarebbe tolto la vita volontariamente.
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L’incidente di Tham Luang, cosa è accaduto anni dopo al capitano
Aveva 13 anni all’epoca dell’incidente di Tham Luang, quando è stato per tantissimi giorni intrappolato dall’acqua dentro una grotta insieme alla sua squadra di calcio e al suo allenatore.
Dopo gli eventi terribili di cui era stato protagonista, la vita di Duangphet Phromthep era andata avanti, e lo scorso anno si era iscritto come studente all’accademia di calcio del Brooke House College in Inghilterra grazie a una borsa di studio. Ed è lì che nel febbraio del 2023 è stato trovato privo di sensi nella sua stanza. Due giorni dopo è morto in ospedale.
Adesso si è conclusa l’inchiesta e il coroner ha reso note le ragioni del decesso, a riportare la notizia anche la BBC che spiega che il 17enne si sarebbe tolto la vita. Secondo quando riportato, il giovane non era noto ai servizi di salute mentale e non si conoscono le ragioni del gesto che: “Non poteva essere previsto né evitato”.
Una morte che ha gettato nel dolore la famiglia e tutti coloro che aveva incontrato nel corso della sua vita, compresi i compagni della squadra thailandese di calcio con i quali aveva vissuto i giorni di paura dell’incidente di Tham Luang. Anche alcuni di loro, infatti, come riporta un articolo di The Guardian avevano affidato ai social dei messaggi in occasione della sua morte.
L’incubo della grotta, cosa era accaduto a Tham Luang
Sopravvissuti. Estratti vivi da una grotta inondata d’acqua in Thailandia, dopo giorni di attesa: prima senza contatti con il mondo esterno. E poi consapevoli che la macchina dei soccorsi era in moto e stava facendo di tutto per salvarli.
Per parlare di ciò che è accaduto a Tham Luang bisogna fare un passo indietro nel tempo, al giugno del 2018 (più precisamente il 23) quando delle forti piogge monsoniche hanno allagato quasi del tutto la grotta che, dodici giocatori di calcio e il loro allenatore, stavano visitando.
Da quel momento sono iniziati giorni da incubo per i ragazzi (tutti tra gli 11 e i 17 anni, l’allenatore – invece – all’epoca ne aveva 25), trascorsi senza cibo, al buio e senza sapere cosa sarebbe potuto accadere. Mentre fuori le persone impegnate nei soccorsi avevano messo in moto una vera e propria corsa contro il tempo, prima per individuarli e poi per riuscire a trarli tutti in salvo.
Il 23 giugno 2018 la squadra era in visita alle grotte di questo complesso carsico: pare che sia lungo dieci chilometri e che al suo interno si trovino tunnel e passaggi stretti. Inoltre, da luglio e fino a novembre non è possibile entrare per via della stagione delle piogge.
Quel giorno il gruppo della squadra locale Wild Boars si è addentrato nelle grotte, rimanendo bloccato a causa delle forti piogge. A dare l’allarme un ranger del parco in cui si trova il complesso che ha visto, dopo l’orario di chiusura, le biciclette davanti all’entrata della caverna.
La macchina dei soccorsi
Nove giorni, tanti ne sono dovuti passare prima che i soccorritori riuscissero a raggiungere il gruppo e assicurarsi che tutti i 13 stessero bene. Giorni di paura, durante i quali tutto il mondo ha atteso di avere notizie. Ma che sono stati solamente i primi di tanti, perché poi la complessità dell’area ha reso il salvataggio di tutti i ragazzi molto difficile e delicato.
Era stato nella giornata del 2 luglio che i sommozzatori (tra di loro pare ci fossero un medico e un infermiere) erano riusciti a raggiungerli, trovandoli tutti vivi e in un punto più alto dove l’acqua non li aveva raggiunti.
A quel punto si era dovuto capire come intervenire, le possibilità erano diverse: da quella di insegnare a tutti le basi dell’immersione, alla possibilità di aspettare la fine della stagione delle piogge. Il che avrebbe significato mesi di attesa.
Alla fine, mentre l’acqua veniva tenuta bassa grazie a un impianto di pompaggio, avevano stabilito di procedere portandoli fuori, pare somministrando loro dei sedativi.
Ci sono voluti tre giorni per portare in salvo tutti, allenatore compreso che è uscito solamente l’ultimo giorno. E ci sono voluti circa 18 giorni perché l’incubo cessasse e i giovani potessero riabbracciare le loro famiglie. Il 10 luglio tutti erano stati portati fuori dalla grotta, un luogo solamente da visitare ma che si era trasformato in una trappola che aveva messo a rischio la loro sopravvivenza.
La macchina dei soccorsi aveva coinvolto tantissime persone, tutto il mondo ha atteso con il fiato sospeso che le operazioni di salvataggio andassero a buon fine. Non tutti, però, si sono salvati. Uno dei sommozzatori, Saman Gunan, era morto il 5 luglio 2018 durante una delle operazioni. Un altro volontario, Beiret Bureerak, era morto a dicembre del 2019 a causa di un’infezione contratta proprio in quei giorni.
Per trarre in salvo la squadra di calcio e l’allenatore erano state coinvolte circa 1000 persone, tra cui anche volontari.
I film sull’incidente della grotta di Tham Luang
Questo evento ha ricevuto una grandissima attenzione mediatica e, successivamente, come spesso accade sono stati girati diversi film che traggono ispirazione proprio dall’incidente della grotta di Tham Luang.
Ben quattro i film, tra questi Tredici vite datato 2022 per la regia di Ron Howard disponibile su Prime Video. Nella pellicola un cast di altissimo libello con attori del calibro di Viggo Mortesen e Colin Farrel. Americano anche il docu-film The Trapped 13 diretto da Pailin Wedel.
Tra le altre produzioni si possono ricordare The Cave – Acqua alla gola, film thailandese del 2019, che ha visto alla regia Tom Waller, e The Rescue – Il salvataggio dei ragazzi, docu-film inglese del 2021 diretto da Jimmy Chin e Elizabeth Chai Vasarhelyi.