Roberta Dini è la moglie di Attilio Fontana. Elegante e chic, proviene da una famiglia molto famosa che nel 1975 ha fondato il noto marchio di abbigliamento Paul & Shark, conosciuto in tutto il mondo. Una tradizione, quella della famiglia di Roberta, che arriva da lontano e risale agli anni Venti quando Gian Ludovico Dini decise di fondare la Dama Spa, un’azienda di filato specializzata anche nella realizzazione di scatole per confezionare i capi. Un’attività che consentì collaborazioni con i grandi brand della moda, da Balenciaga e Dior.
Roberta è inoltre nipote del noto architetto Claudio Dini e cugina del manager Francesco Dini. Secondo quanto riporta Il Foglio, la moglie di Attilio Fontana ha lavorato per diverso tempo nell’azienda di famiglia, ma oggi non è più ai suoi vertici. L’amore per il politico è sempre stato vissuto lontano dai riflettori. Non a caso Fontana, pur essendo molto attivo sui social, non ha mai postato foto private o scatti con la moglie.
Riservata e attenta alla propria privacy, Roberta si è sempre tenuta lontano dai gossip. Le nozze con Fontana sono arrivate dopo l’addio del politico alla prima moglie, Laura Castelli. La coppia ha avuto tre figli: Maria Cristina, Giovanni e Marzia, e ha scelto di vivere a Varese. Nella città si trova anche lo studio legale di famiglia, fondato nel 1980 e considerato fra i più importanti della zona. A gestirlo è la primogenita di Fontana che accompagna anche spesso il padre alla Prima della Scala, sostituendo Roberta.
In questi mesi difficili, la Dini è sempre stata accanto al marito. Una presenza silenziosa che non ha mai mancato di mostrare il suo sostegno. “Io ho vissuto la vicenda Covid con un’angoscia personale grandissima. Terribile – ha confessato Fontana al Corriere della Sera -. Quello che mi ha aiutato a non fermarmi, è stato proprio il cercare tutte le soluzioni per uscirne. Immaginare una strada anche per le fasi di ripartenza che abbiamo di fronte». Attilio Fontana è nel suo ufficio, provato dopo mesi a ritmi serrati. Quello che mi porto dentro è stato il vedere centinaia di persone che non si sono date tregua, con dedizione assoluta, per aiutare gli altri”.