Quando si pratica la professione di architetti ad alto livello capita che pezzi importanti nati dalla nostra mente siano sparsi per il mondo a rappresentare il gusto, la visione e l’amalgama perfetto di arte e tecnica di cui necessita questo lavoro. È così per uno dei più importanti architetti italiani in tutto il mondo: Renzo Piano.
Dalla sua Genova a Parigi, passando per Londra, Roma, Berlino, Oslo e tanti altri luoghi, ha saputo lasciare il segno con i suoi progetti. Indimenticabile, per il peso della tragedia che ha portato alla sua realizzazione, anche il ponte San Giorgio che Renzo Piano ha donato alla città di Genova dopo il tragico crollo del Ponte Morandi, a causa del quale hanno perso la vita 43 persone il 14 agosto del 2018.
Insignito dei più prestigiosi premi di architettura, amato e celebrato in ogni parte del globo, Renzo Piano è anche senatore a vita e ha creato una fondazione che si occupa di diverse cose, compresi stage per giovani architetti. La vita, il genio e la visione di Renzo Piano.
Indice
Storia di un architetto: la vita di Renzo Piano
Forme che si stagliano verso il cielo, trasparenze che riflettono il mondo intorno a sé e svelano il loro interno, linee pulite, essenziali, ma futuribili: osservare i tanti progetti di Renzo Piano significa riuscire a carpire un po’ del genio artistico e della solida esperienza tecnica di un architetto celebre in tutto il mondo.
Un archistar come si dice in gergo, che ha mosso i primi passi a Genova, dove è nato il 14 settembre del 1937. Originario del quartiere di Pegli, famiglia di costruttori edili, prima frequenta il liceo Mazzini, e consegue la maturità classica, poi si iscrive ad architettura. La laurea arriva nel 1964 ma subito, grazie al mestiere di famiglia, si mette alla prova nei cantieri. Lavora poi con l’urbanista Franco Albini, gira molto e si forma, mentre forma anche gli altri. Succede a Londra dove è docente alla Architectural Association School of Architecture.
E sperimenta, lo fa con i materiali e con le strutture: un aspetto che accomuna tutti i suoi lavori è che non sono mai totali repliche uno all’altro ma trasmettono una continua innovazione e ricerca. La sua fama si accresce e Renzo Piano si fa un nome a livello internazionale realizzando progetti in tutto il mondo. La sua carriera nel mondo dell’architettura va di pari passo a collaborazioni importanti. Ad esempio, prima con Richard Rogers, poi con Peter Rice. Nel 1981, invece, nasce il Renzo Piano Building Workshop e gli uffici sono dislocati in più città: Genova, Parigi e New York.
Dal 2013 è senatore a vita su nomina dell’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e porta avanti un gruppo di lavoro sulle periferie, i progetti – come si legge sul sito dedicato al G124 – sono realizzati da neolaureati che vengono selezionati dalle Università che vengono coinvolte. Ha vinto premi prestigiosi come il Premio Pritzker nel 1988 e la medaglia d’oro AIA nel 2008.
I progetti di Renzo Piano
Osservare i tanti progetti che Renzo Piano ha realizzato in giro per il mondo significa entrare nella sua mente, cogliere il genio dietro ogni forma, la visione e la tecnica che permettono a queste opere di emozionare catturando lo sguardo.
Difficile menzionare ogni edificio, ogni struttura e ogni progetto, ma vale la pena segnalarne alcuni, quelli maggiormente iconici. Come il Centro Georges Pompidou a Parigi: siamo nel 1971 e Piano, Richard Rogers e Gianfranco Franchini vincono il concorso per realizzare questa opera nella capitale francese.
Un altro importante intervento è quello che gli viene affidato dalla città di Genova, quando nel 1988 gli dà il compito di riqualificare il Porto Antico in vista delle celebrazioni per i 500 anni dalla scoperta dell’America: vengono restaurati e ripensati edifici come i Magazzini del Cotone e nascono nuove strutture come il Bigo, un ascensore che permette di godere di un magnifico panorama, e nasce l’Acquario di Genova.
Sempre in Italia non si può non citare l’Auditorium Parco della Musica a Roma, che si trova ai Parioli ed è un vero e proprio complesso multifunzionale, o la Biosfera, una bolla di vetro e acciaio realizzata a Genova e in cui è stata riprodotta una foresta. E, ancora, The Shard il grattacielo londinese che si staglia verso il cielo della città, senza dimenticare il New York Times Building a New York.
Impossibile infine non ricordare il viadotto Genova San Giorgio, per la portata emotiva che questo progetto ha avuto per tutta la Liguria, ma non solo. Si tratta del ponte autostradale che è andato a sostituire il Morandi, nel cui crollo sono morte 43 persone ad agosto del 2018. Renzo Piano ha donato il disegno di questa nuova struttura alla città.
La fondazione di Renzo Piano
Renzo Piano è fortemente impegnato nella promozione e nel sostegno di giovani architetti, tanto che nel 2004 ha dato vita a una fondazione che – come si legge sul sito – si occupa di diverse cose: “Conservazione e valorizzazione dell’archivio, la formazione delle giovani generazioni, e la divulgazione dell’architettura come tecnica e arte del costruire”.
La sede è a Genova e si chiama Villa Nave, inaugurata nel 2008.
La vita privata di Renzo Piano
Poco si conosce della vita privata di Renzo Piano, del resto a parlare per lui, ma soprattutto di luim ci sono i tanti progetti che ha realizzato in ogni parte del globo. Ma qualcosa è noto, come il fatto che si sia sposato due volte.
La prima con Magda Arduino dal 1962 al 1989, insieme hanno avuto tre figli: Carlo, Lia e Matteo. Nel 1992, invece, è convolato a nozze con Emilia Rossato, la coppia ha avuto il figlio Giorgio.
In una bella intervista rilasciata al Corriere della Sera dall’architetto e dalla figlia Lia era emerso il bellissimo rapporto che hanno e un dettaglio intimo e molto tenero di Renzo Piano in versione papà: “Adesso quando mi chiama mi chiede le coordinate di dove mi trovo: ho dovuto imparare qualcosa di longitudine e latitudine per accontentarlo”, aveva raccontato la figlia. E lui aveva ribadito: “Me le dà a casaccio, propone luoghi impossibili!”.
Un uomo visionario, capace di regalare al mondo edifici favolosi, costruzioni che si inseriscono nell’ambiente ma che al tempo stesso ne sanno emergere con tutta la loro potenza visiva e concettuale. Visioni del futuro, ma anche di un presente all’avanguardia.