Lady Diana fu raggirata con documenti falsi per l’intervista alla BBC

Diana fu ingannata con documenti falsi per rilasciare la famosa intervista del 1995 dove confessò i tradimenti di Carlo con Camilla

Pubblicato: 20 Maggio 2021 18:37

Federica Cislaghi

Royal e Lifestyle Specialist

Dopo il dottorato in filosofia, decide di fare della scrittura una professione. Si specializza così nel raccontare la cronaca rosa, i vizi e le virtù dei Reali, i segreti del mondo dello spettacolo e della televisione.

Lady Diana fu vittima di un raggiro. Le furono mostrati documenti falsi dal giornalista Martin Bashir per costringerla a rilasciare la famosa intervista alla BBC in cui raccontò di Carlo e Camilla e della sua vita a Corte.

Stando a quanto riportato dal Daily Mail e ripreso dalla stampa internazionale, dunque contro Diana fu ordito un complotto per costringerla a rivelare i tradimenti di Carlo. Alla base dell’intervista del 1995 che fece scandalo c’è un inganno. La Principessa, che fu allora duramente criticata per quelle sue dichiarazioni, in realtà si vide costretta, quasi minacciata sulla base di documenti che si sono dimostrati falsi.

Voci su possibili brogli commessi da Martin Bashir erano già circolate tempo fa, ma ora sono state confermate da un’inchiesta condotta da Lord Dyson. I documenti falsi, alcuno estratti conto e presunte iniziative spionistiche attribuite alla Famiglia Reale, furono mostrati dal giornalista a Diana e a suo fratello, il Conte Spencer per far aumentare il risentimento e l’indignazione e spingere così la Principessa a raccontare di Carlo e dell’allora sua amante Camilla.

Le falsità con cui ha tratto in inganno Diana e di fatto anche suo fratello permise a Bashir di ottenere quella che fu considerata l’intervista del secolo per la quale ebbe anche numerosi riconoscimenti, ma che fu anche ciò che allontano ancor più Carlo e Diana e accelerò il loro divorzio. E con la fine del suo matrimonio, la Principessa perse il suo titolo di Altezza Reale e i suoi diritti a Corte. Solo dopo due anni dall’intervista morì in un tragico incidente sotto il ponte dell’Alma a Parigi.

La BBC ha rivolto le sue “scuse più complete e incondizionate” alla Famiglia Reale e alla famiglia Spencer per la condotta di Bashir e il successivo insabbiamento durato 25 anni.

Famosissima nell’intervista del 1995 la confessione di Diana: “Nel mio matrimonio eravamo in tre“, riferendosi alla relazione clandestina che Carlo aveva con Camilla. Il Principe non esitò a telefonare all’amante già durante la luna di miele.

“Martin Bashir – ha annunciato allo staff dell’emittente il vicedirettore dei notiziari della BBC, Jonathan Munro – ha lasciato la sua posizione di responsabile delle notizie religiose sulla BBC e lascia anche la Corporation. Ci ha informati il mese scorso, prima di tornare in ospedale per un’ennesima operazione al cuore”.

Il direttore generale della BBC Tim Davie ha scritto alla Famiglia Reale per scusarsi e sta provvedendo a restituire tutti i premi attribuiti a quell’intervista.

Gli amici di Diana hanno affermato che quell’intervista l’ha portata alla morte, sono convinti, come riporta il Daily Mail, che la Principessa sarebbe ancora viva se non ci fosse stato quell’incontro con Bashir.

Nell’inchiesta del giudice Lord Dyson si legge in riferimento al conte Spencer che fu indotto sulla base dei documenti falsi a organizzare l’incontro tra il giornalista  e la sorella: “Il signor Bashir lo ha ingannato e lo ha indotto a organizzare un incontro con la Principessa Diana. Ottenendo l’accesso alla Principessa Diana in questo modo, il signor Bashir è stato in grado di convincerla ad accettare di rilasciare l’intervista”.

Già nel 1996 ci fu un’inchiesta su un possibile raggiro ai danni di Lady D, ma fu fallimentare. Lo scorso anno su pressione della famiglia Spencer, la BBC aprì un’altra indagine indipendente per chiarire come Bashir riuscì a convincere la Principessa a parlare del suo matrimonio infelice con Carlo. Ora è stato provato che tutto dipese da documenti falsi presentati dal giornalista.

Bashir ha reagito con un comunicato stampa in cui chiede scusa. Mentre il Conte Spencer che ha lottato per ottenere trasparenza, insieme ai nipoti William e Harry, ha anticipato su Twitter le conclusioni cui è giunto Lord Dyson.

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