Eva Braun, la donna del Reich al fianco di Adolf Hitler

Una donna innamorata che scelse di restare al fianco del suo compagno fino alla fine. Il suo nome era Eva Braun ed era l'amante, e poi moglie di Adolf Hitler

Pubblicato: 28 Giugno 2022 15:20Aggiornato: 26 Marzo 2024 17:38

Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Furono appena due i giorni in cui Eva Braun potè godere di quel sogno d’amore inseguito per tutta la vita, lo stesso che poi si è trasformato in una condanna a morte che aveva il sapore dolce amaro di una promessa d’eternità. Perché lei, fedelissima fidanzata del Führer della Germania era diventata la moglie di Adolf Hitler. Era la notte del 28 aprile 1945. Meno di 48 ore dopo morirà suicida.

Il suo nome non compare nei libri di storia, né nei testi biografici del dittatore. Forse perché si interessò molto poco della politica, o forse perché la loro favola d’amore viveva nel riflesso di un’ombra drammatica, fatta di dolore, sofferenza e morte, che ha caratterizzato uno dei periodi più neri della storia del mondo intero.

Così Eva appare raramente nei racconti della Germania del Terzo Reich, lo fa soprattutto quando qualcuno cerca di indagare sull’uomo dietro al dittatore. Dicono di lei che fosse una donna bellissima, dai capelli biondi, ricci e lucenti e dagli occhi azzurri. Dicono, ancora, che fosse dotata di scarsa intelligenza e di poco amor proprio per aver scelto di restare al fianco di Hitler, per aver assecondato la follia di quell’uomo e aver scelto di diventare sua moglie per morire con lui.

Quello che tutti non dicono, però, è che Eva era una donna innamorata, di Hitler e forse dell’amore. Perché fu proprio quello a spingerla in quell’ultimo atto estremo, quello del suicidio, per mantenere la promessa conservata nel suo cuore.

Eva Braun

Chi era Eva Braun lo sappiamo tutti: la giovane compagna di Hitler poi divenuta sua moglie negli ultimi due giorni della loro vita. In pochi però conoscono i dettagli di una quotidianità condivisa, di una scelta d’amore tanto folle quanto lucida e razionale, la stessa che ha portato Eva a restare al fianco del dittatore nazista fino alla fine. Di lei rimangono racconti poco nitidi, sfumature che si fondono e si confondono con i terribili anni del regime nazista, con la crudele follia del Führer della Germania.

Di lei sappiamo che era bella e gentile, che sognava di diventare ballerina e attrice e di lavorare nel mondo dello spettacolo. Che amava leggere e andare al cinema, e chissà se forse sognava di vivere una favola come quelle lette nei romanzi e viste nei film.

Nata il 5 febbraio del 1912 a Monaco di Baviera, Eva Braun è la secondogenita di Otto Wilhelm Friedrich “Fritz” Braun. Dopo aver frequentato il liceo inizia a lavorare in uno studio fotografico con la speranza di poter trovare una via d’accesso per il mondo dello spettacolo. Ma quello non è uno studio qualunque, è quello di Heinrich Hoffmann, fotografo ufficiale di Hitler e del suo partito.

È proprio nell’edificio dell’atelier, situato nello stesso palazzo della sede del partito nazionalsocialista, che la 17ennne Eva Braun incontra per la prima volta Adolf Hitler. Lui ha 40 anni e all’epoca non è ancora il Führer, ma è comunque un politico attivo e riconosciuto. Lei è solo una giovane ragazza che muove i primi passi nella società.

Fonte: Getty Images
Eva Braun

L’amore tra Eva Braun e Adolf Hitler

Il primo incontro tra Eva Braun e Adolf Hitler avvenne nell’ottobre del 1929, ma non fu amore a prima vista il loro, quanto più un’amicizia gentile e rispettosa che andò a trasformarsi in qualcosa di più forte e incomprensibile negli anni a venire.

Passano gli anni e Eva Braun è sempre più vicina al futuro Führer della Germania. Dopo la morte di Geli Raubal, nipote e si dice anche amante di Hitler, la ragazza inizia a frequentare la casa del politico nella Prinzregentenplatz con discrezione, cercando di mantenere riserbo sulla relazione con i genitori e con i conoscenti. Lei sembra non avere più dubbi: Adolf Hitler è l’uomo della sua vita. «Io, l’amante del più grande uomo della Germania e della terra», scriverà nel suo diario.

Durante la campagna elettorale del 1932, Eva si ritrova spesso sola, senza il suo compagno che è impegnatissimo nella propaganda politica. Così tenta il suicidio. La relazione con Hitler diventa più seria e nel 1935 la Braun, insieme a sua sorella minore, si trasferisce in una villa donatale da Hitler.
Sarà proprio il dittatore a ufficializzare quella relazione, descrivendo Eva come una donna “primitiva e stupida”, ma adatta alle sue esigenze perché discreta e disinteressata di politica. «Ha amato una sola donna, sua nipote Geli Raubal – dirà Leni Riefenstahl, ballerina, regista e fotografa del nazismo – Quando lei si è sparata, ha preso Eva Braun, spinto dalla compassione più che dall’amore. Si sentiva in colpa nei suoi confronti perché lei aveva tentato due volte il suicidio per amore. Hitler, almeno credo, era incapace di amare una donna perché era fissato sulla Germania». “La moglie del Fuehrer si chiama Germania”, dice infatti la propaganda del regime.

«Sono solo una prigioniera dentro una gabbia dorata». (Eva Braun)

La donna più infelice del Terzo Reich

Adolf Hitler aveva ragione quando parlava del disinteresse della sua compagna nei confronti della politica e delle sue azioni, ma solo di quello. Per Eva Braun le priorità erano altre, prima tra le quali quella di prendersi cura del suo amato. Non si iscrisse mai al partito nazionalsocialista e, anzi, amava trascorrere il tempo in bel altri modi, con i suoi cani e gli ospiti delle grandi feste che lei stessa organizzava nella dimora di Berghof.

Eppure, chi la conosceva, la descriveva come la donna più infelice del Terzo Reich. Ed era forse per quell’amore che tanto le dava, tanto le toglieva che la donna tentò il suicidio per la seconda volta nel 1935. Durante gli anni della guerra la vita di Eva prosegue come sempre. Solitaria. «Sono solo una prigioniera dentro una gabbia dorata», confesserà a Walter Frentz, cameraman del Terzo Reich. La Braun vede Hitler solo nei weekend, ma si dedica alla scrittura e alla fotografia, immortalando scene di vita reale che sono poi diventate preziosi documenti storici.

Le cose però non vanno bene per Hitler, i suoi folli progetti sono destinati a finire mentre le città sono ridotte in macerie e le vite delle persone sotterrate dalle bombe. Il 9 febbraio del 1945 Eva si trova a Monaco di Baviera, insieme alla sua famiglia, per celebrare il suo compleanno. Ha 33 anni e tutta una vita ancora davanti a sé, ma sceglie di tornare a Berlino, di tornare dal suo amato Adolf Hitler.

A nulla serviranno i persuasivi tentativi della famiglia di restare lì, di rifugiarsi nei bunker alpini fino alla fine della guerra. Eva sa che è la fine ma vuole comunque viverla insieme al suo compagno. La sera del 28 aprile di quello stesso anno corona il suo sogno d’amore: Eva e Adolf Hitler si sposano. Lei indossa un vestito nero di seta, che sembra quasi il preludio di quella drammatica fine che verrà lì a poco.

Il 30 aprile del 1945, alle ore 15:30, Eva e il dittatore si suicidano. Lui lo fa sparandosi un colpo di pistola, lei ingerendo del veleno. Ed è così, in quel tragico epilogo, che la promessa fatta poche ore prima è stata mantenuta: Eva era ormai legata all’uomo che amava per l’eternità.

Fonte: Getty Images
Adolf Hitler ed Eva Braun

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