Chi è Frances Haugen, la donna che sta facendo tremare Facebook

Frances Haugen è la "gola profonda" che con la sua testimonianza sta mettendo in seria difficoltà il gigante dei social network: qual è la sua storia

Pubblicato: 7 Ottobre 2021 13:04

DiLei

Redazione

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Questo ottobre 2021 rimarrà per parecchio tempo nella memoria di Mark Zuckerberg come uno dei periodi più complicati della sua carriera. In questi ultimi giorni, infatti, Facebook sta affrontando un problema dopo l’altro: dal blackout di tutti i social a lui collegati (Facebook, Instagram e WhatsApp) fino alla testimonianza di una sua ex dipendente al Congresso che ha attaccato l’azienda e i suoi vertici svelando i retroscena del funzionamento dei social.

Lei si chiama Frances Haugen e con le sue rivelazioni sta facendo tremare il colosso americano.

Chi è Frances Haugen

Trentasette anni, di professione product manager Haugen è nata ad Iowa City, ha studiato ingegneria elettronica all’Olin College e ha ottenuto un MBA ad Harvard. Per 15 anni ha lavorato in grandi società tecnologiche, come Google e Pinterest. Nel 2019 approda a Facebook lavorando per circa due anni come ingegnere informatico nel “Civic Integrity Team”, una squadra composta da circa 200 persone che aveva il compito di vigilare sulle elezioni in giro per il mondo e analizzare come il social network avrebbe potuto essere usato da governi stranieri per scopi illeciti o per diffondere notizie false.

La donna a maggio ha lasciato il suo posto di lavoro e negli ultimi mesi ha collaborato in forma anonima con il Wall Street Journal e nei giorni scorsi ha poi deciso di metterci la faccia rilasciando un’intervista al programma della Cbs 60 minutes prima di essere convocata al Congresso degli Stati Uniti per riportare ufficialmente le sue dichiarazioni.

Il motivo? La condotta dell’azienda di Zuckerberg, che se da una parte annunciava di voler combattere le fake news e le violazioni della privacy, dall’altra faceva tutt’altro.

Le dichiarazioni di Frances Haugen contro Facebook

“Facebook ha sempre mostrato di preferire il profitto rispetto alla sicurezza degli utenti”, ha dichiarato.

Prima di lasciare Facebook, Haugen aveva copiato di nascosto decine di migliaia di pagine di ricerche interne che mostravano come l’azienda avesse mentito sui progressi fatti per contrastare l’odio, la violenza e la disinformazione. Inoltre, ha detto che il social network avrebbe volutamente scelto di non incentivare iniziative volte a migliorare la sicurezza degli utenti, per esempio assumendo più personeproprio nei team preposti.

Secondo lei alla base del problema ci sarebbero stati gli algoritmi introdotti nel 2018, che a suo dire sarebbero stati pensati per aumentare l’engagement (il coinvolgimento degli utenti): per Facebook, un modo facile per aumentare questo parametro sarebbe stato quello di pubblicare contenuti che instillassero paura e odio negli utenti. “È più facile infondere nelle persone la rabbia che altre emozioni”, ha ammesso. “Avevano pensato che se avessero cambiato gli algoritmi per rendere il sistema più sicuro, la gente avrebbe speso meno tempo sui social, avrebbero cliccato meno le inserzioni pubblicitarie” e Facebook “avrebbe fatto meno soldi”, ha dichiarato la Haugen.

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