Carmelo Bene, attore: biografia e curiosità

Carmelo Bene, nome completo: Carmelo Realino Pompilio Antonio Bene, è stato un regista, attore e drammaturgo: carriera e vita privata

Pubblicato: 10 Agosto 2016 12:39Aggiornato: 27 febbraio 2024 10:18

Virginia Leoni

Giornalista e Lifestyle Editor

Nata nel 1981, giornalista, ufficio stampa e socia di una casa editrice, ha trasformato la sua passione in lavoro. Ama scrivere, leggere e raccontare.

Attore, regista, ma anche scrittore e poeta: Carmelo Bene è stato un grande artista italiano, capace di brillare in contesti diversi e di dare un importante apporto nella cultura. Basti pensare che è stato uno dei protagonisti della neoavanguardia teatrale.

Nel corso della sua vita ha fatto (e lasciato) tantissimo, dimostrando di avere una mente critica, lucida, attenta. Il debutto è arrivato in giovanissima età, quando è salito sul palco del teatro per interpretare Caligola di Albert Camus. Era il 1959, aveva 22 anni e da allora non si è mai fermato, fino alla sua morte sopraggiunta a Roma il 16 marzo del 2002.

Carmelo Bene, la carriera

La vita di Carmelo Bene inizia il primo settembre del 1937 a Campi Salentina, provincia di Lecce. Nasce con il nome di Carmelo Pompilio Realino Antonio Bene. Mamma e papà gestiscono una fabbrica di tabacco e lui cresce in un ambiente molto cattolico. Studi classici e poi l’Accademia nazionale d’arte drammatica Silvio D’Amico a Roma, che però frequenta per solamente un anno. A quanto pare, l’aveva definita un’esperienza “inutile”.

L’esordio arriva nel 1959, quando sale sul palco con Caligola di Albert Camus. Sono anche gli anni in cui la lettura dell’Ulisse di James Joyce lo porta a guardare le cose da una prospettiva differente, viaggia e a un certo punto decide di diventare l’unico regista quando sale sul palco. Porta in scena Pinocchio, Amleto, dà vita al Teatro Laboratorio, che poi cessa di esistere.

Leggere la biografia di Carmelo Bene significa imbattersi in una serie di nomi, di opere e di spettacoli, come Salomè tratta di Oscar Wilde, Manon tratto da Manon Lescaut di Prevost, Il rosa e il nero. E poi scrive, inizia a lavorare per il cinema, basti pensare a Nostra signora dei Turchi che gli permette di ottenere il Leone d’Argento alla Mostra del Cinema di Venezia oppure alla sua partecipazione all’Edipo Re di Pier Paolo Pasolini. Ma alla fine decide di abbandonare presto il grande schermo.

Nel suo vastissimo curriculum c’è anche la televisione, l’esordio è datato 1974 con Quattro modi di morire in versi: Majakowski, Blok, Esenin, Pasternak. Ma durante la sua vita non ha mai lasciato il teatro, continuando a mietere successi ma anche a smuovere gli animi. Innovatore e sperimentatore, nel corso della vita ha incrociato quella di tanti altri grandissimi artisti come Eugenio Montale, Pier Paolo Pasolini e Salvador Dalì.

È morto il 16 marzo 2002 a Roma, aveva solamente 64 anni.

Carmelo Bene, le opere

Tantissimi gli spettacoli teatrali che Carmelo Bene ha portato in scena nel corso della sua lunga carriera, numerosi gli articoli e la partecipazione a trasmissioni televisive. Qui si riportano i libri e l’attività cinematografica.

Libri

Filmografia

Regista

Cortometraggi

Attore

Segno zodiacale e passione calcistica

Carmelo Bene era del segno della Vergine, infatti è nato il primo settembre. Caratteristiche di coloro che sono nati in questo periodo sono l’essere razionali, analitici e metodici. Si tratta di persone molto precise e che pongono grande attenzione ai particolari.

Una curiosità su Carmelo Bene: era un grande appassionato di calcio e la sua squadra del cuore era il Milan. In merito aveva detto, tra le altre cose, come riporta SkyCalcio: “Io vengo da altri sport. Nove anni di scherma, tanta boxe, praticata come esercizio neurodinamico… ma il Milan è un fatto culturale, un fenomeno estetico. Il Milan eccede la Materia. È celeste…”.

Vita privata di Carmelo Bene

Carmelo Bene si è sposato la prima volta negli anni Sessanta con l’attrice Giuliana Rossi, i due si sono conosciuti nel marzo del 1959 e hanno avuto un figlio di nome Alessandro, morto da piccolo. Le nozze sono state celebrate a Firenze ad aprile del 1960. Lei ha raccontato quegli anni in un libro: I miei anni con Carmelo Bene, scritto a quattro mani con Alberto Cioni.

Con Lydia Mancinelli, invece, ha vissuto un lungo legame non solo sentimentale ma anche artistico: lei ha lavorato moltissimo con lui esordendo per la prima volta in La storia di Sawney Bean nel 1964. Del primo incontro lei aveva ricordato in un’intervista rilasciata a il Corriere della Sera: “La prima volta che lo incontrai, non mi fece una bella impressione. Eravamo ospiti in una villa al Circeo. Vidi questo tizio ossigenato, con le unghie laccate di rosso, sbracato su un’amaca, con vicino una bottiglia di whisky. Non sapevo chi fosse, ma poi è diventato l’uomo più importante della mia vita, insieme al mio primo marito, padre dei miei figli”.

L’ultimo matrimonio è stato quello con Raffaella Baracchi, Miss Italia 1983 e attrice: i due hanno avuto una figlia di nome Salomè Bene, di professione avvocato. “Dovevo chiamarmi Carla – aveva detto proprio lei in un’intervista rilasciata a Oggi -. Altro che Salomè. Mio padre voleva un nome che iniziasse per “C”. Avevo già il corredino con la cifra. Poi, nel percorso che lo portava all’anagrafe di Roma, cambiò idea. E divenni Salomè. Anzi: Salome senza accento, più Isa Isa, come Zsa Zsa Gabo”. Un gesto che rappresenta bene il carattere di Carmelo Bene, infatti alla domanda perché proprio quel nome la figlia ha risposto: “Perché era lui. Imprevedibile. Mandò pure in confusione l’ufficiale dell’anagrafe che non capì più nulla con “Isa Isa”. A 18 anni ho parzialmente rimediato: Isa Isa è scomparso e Salomè adesso ha il suo accento”.

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