L’estate del 2023 verrà ricordata (anche) per un’esplosione della Barbie mania. Complice il film di Greta Gerwig con Margot Robbie nei panni della celebre bambola, Ryan Gosling in quelli di Ken e America Ferrera in quelli di Gloria, un’impiegata della Mattel.
Il cast è ricco di attori di spicco e del film se ne parla ancora da prima dell’uscita. Del resto, non stupisce: è la pellicola perfetta per intrattenere e far riflettere. E per farlo con parole potenti, come quelle del monologo di America Ferrera, che riescono a parlare a tutte noi donne. Perché mostrano le tante facce che dobbiamo avere, le richieste costanti a cui ci sentiamo sottoposte, la pressione su ciò che dobbiamo o non dobbiamo essere. Un po’ perché siamo cresciute seguendo determinate regole, un po’ perché la società ci vuole così.
Ma così come? America Ferrera lo racconta nei panni di Gloria, regalandoci un discorso in cui ognuna di noi può riconoscersi. E, perché no, da cui trarre ispirazione per ribellarsi.
Il monologo in Barbie che piace anche a Meryl Streep
Potente. Inclusivo. Reale. Sono solo alcune delle tante parole che potremmo usare per parlare del monologo di America Ferrera in Barbie. Una manciata di minuti che sono destinati a rimanere nella memoria collettiva a lungo, a fare la differenza, a spingere alla riflessione. Perché Gloria, il personaggio che l’attrice interpreta nel film del momento, dà la parola a ognuna di noi in un monologo che piace anche a una gigante del cinema come Meryl Streep.
A raccontarlo è stata la stessa America Ferrera che, come riporta Ansa, ha spiegato: “Greta mi ha passato il copione dicendo: Meryl Streep mi ha detto che questo è il monologo che ha aspettato per tutta la sua carriera. Ma io l’ho scritto per te. Quindi, divertiti’. Che pressione!”. A quanto ha raccontato lo ha ripetuto 500 volte. E il risultato è intenso, vibrante, unico perché la Gloria del film, una mamma single, parla di tutte noi.
E lo fa con chiarezza, andando dritta al punto. Le sue parole lasciano il segno e diventano un mezzo importante per sottolineare la pressione, tutto quello che ci viene richiesto ogni giorno, la fatica che dobbiamo fare per essere ciò che vogliono gli altri. E ci fa riflettere, perché alla fine il seme è piantato e quello che germoglia dentro di noi, se lasciamo che le parole arrivino a fondo, è: chi siamo davvero?
Le parole del monologo di America Ferrera
È Barbie mania, ma è anche monologo mania: perché la scena, che riprende America Ferrera mentre spiega cosa significa essere donna, è stata condivisa tantissimo sui social. È quello che accade quando le parole diventano il mezzo per raccontare di noi. In questo caso di tutte noi.
Ecco il monologo.
“È letteralmente impossibile essere una donna. Sei così bella e così intelligente e mi uccide il fatto che non pensi di essere abbastanza brava. Ad esempio, dobbiamo essere sempre straordinarie, ma in qualche modo stiamo sempre sbagliando. Devi essere magra, ma non troppo. E non puoi mai dire che vuoi essere magra. Devi dire che vuoi essere sana, ma allo stesso tempo devi essere magra. Devi avere soldi, ma non puoi chiedere soldi perché è volgare. Devi essere un capo, ma non puoi essere cattiva. Devi comandare, ma non puoi schiacciare le idee degli altri. Devi amare l’essere madre, ma non parlare dei tuoi figli per tutto il dannatissimo tempo. Devi essere una donna in carriera, ma anche preoccuparti sempre degli altri. Devi rispondere del cattivo comportamento degli uomini, il che è assurdo, ma se lo fai notare, vieni accusata di essere una che si lamenta. Dovresti rimanere bella per gli uomini, ma non così bella da tentarli troppo o da minacciare le altre donne, perché dovresti far parte della sorellanza.
Ma devi sempre distinguerti dagli altri ed essere sempre grata. Senza dimenticare che il sistema è truccato. Quindi, trova un modo per farlo notare, ma essendone sempre grata. Non devi mai invecchiare, mai essere maleducata, mai metterti in mostra, mai essere egoista, mai cadere, mai fallire, mai mostrare paura, mai uscire dalle righe.
È troppo difficile! È troppo contraddittorio e nessuno ti dà una medaglia o ti ringrazia! E poi si scopre che non solo stai sbagliando tutto, ma che è anche colpa tua. Sono così stanca di vedere me stessa e ogni altra donna che si distrugge per piacere alla gente. E se tutto questo vale anche per una bambola che rappresenta le donne, allora non so nemmeno io cosa dire.”