Musica, emozione, ricordi. Il Festival di Sanremo si sta rapidamente avvicinando verso la finale ed è quindi tempo di bilanci. Dopo la serata delle cover, dominata da un impeccabile Marco Mengoni con Kingdom Choir, la partita si riapre con l’ultima delle esibizioni previste per la 73ª edizione della kermesse condotta da Amadeus con Gianni Morandi.
Abbiamo ascoltato l’opinione di Loredana Errore, che si è ritrovata in moltissime delle canzoni scelte dai Big, e quella del vocal coach Giancarlo Gianise, che invece ha approfondito l’aspetto più tecnico facendo emergere degli spunti interessantissimi e sui quali ci ha spinti a riflettere.
Festival di Sanremo, Lorella Cuccarini fa sognare. Francini sacrificata
Ci aspettavamo uno spettacolo lunghissimo e così è stato. Tanti i momenti importanti della quarta serata, quella delle cover, nella quale ha di certo spiccato la performance di Lorella Cuccarini con Olly. La canzone scelta non poteva che essere lei, La Notte Vola, accompagnata da una coreografia eseguita in maniera magistrale da una professionista per il quale il tempo non sembra passare mai.
Ottima la presenza di Chiara Francini, la migliore fino a questo momento e padrona assoluta del palco, con un monologo sulla maternità mancata (finora) che purtroppo è stato relegato alle battute finali della serata. Il testo è noto e proviene da uno dei suoi spettacoli teatrali, Una ragazza come io, ma è anche un racconto intimo di se stessa. Inedito, per il palco di Sanremo, che solitamente indugia su certe tematiche. O perlomeno, esposte in questi termini.
Loredana Errore commenta la serata delle cover di Sanremo
Abbiamo ascoltato il parere di Loredana Errore che, con la sua solita generosità, ha risposto alle nostre domande.
Quale duetto avresti voluto cantare anche tu?
“Le canzoni in duetto che avrei cantato anche io sono più di una, perché sono brani che mi stanno a cuore da tempo. Ad esempio: Luce (Tramonti a Nord Est) e Di sole e d’azzurro, La fine, Adesso tu perché è anche un brano da me scelto, per significato e bellezza, per il mio album Stelle“.
Chiara Francini ti ha convinta come co-conduttrice?
“Non so fino in fondo, di certo ha portato il suo essere attrice, poi ha affrontato il tema della maternità, che rispetto, ma vivo con pace e amore”.
Cosa ti aspetti dalla finale?
“Dalla finale mi aspetto una vittoria che possa essere la coppa per tutti i cantanti, per tutto quello che ci hanno regalato con le loro canzoni ed emozioni. Ormai la vittoria è vicina, vedremo chi salirà sul podio ma davvero un Festival meraviglioso complimenti a tutti”.
Il parere tecnico del vocal coach Giancarlo Genise
Abbiamo ascoltato l’opinione del vocal coach Giancarlo Genise, che ci ha rivelato le sue impressioni al termine della serata delle cover.
Quale abbinamento vocale ti ha più convinto e chi hai trovato debole?
“Ieri sera è stata una serata abbastanza particolare, perché alcuni duetti sembravano improvvisati. Forse per poche prove o forse gli artisti stessi che erano in gara non riuscivano a sostenere il peso del confronto. Si notava la differenza. Nel caso di Ultimo e Ramazzotti, Eros era quello che teneva la situazione e Ultimo non sembrava neanche il corista di Ramazzotti, ma uno che al karaoke provava a cantare le canzoni di Eros.
L’abbinamento più forte in negativo è stato sicuramente quello Ariete e Sangiovanni, dove entrambi sono stati disastrosi nell’intonazione. I migliori duetti sono stati quelli di Giorgia ed Elisa (qui com’è andata la quarta serata), ottimo direi, mentre come impasto vocale il miglior duetto per me rimane quello di Lazza ed Emma con La Fine. Loro hanno fatto veramente un duetto come si deve.
Ci sono state poi delle performance che non sono duetti ma che avevano dei supporti. Il titolo migliore su Marco Mengoni potrebbe essere: “Così come Mozart era il dito di Dio, Marco ne è la voce“. Ha fatto delle cose sovrumane, sia vocalmente sia per quanto riguarda il mood del coro gospel. Era immerso, sembrava di essere in una cattedrale ad Haarlem e sentire cantare come si deve il gospel. Ha fatto una stra-performance. Gli altri sono stati tutti sottotono, cantavano gli altri oppure vedi il caso di Anna Oxa che si è portata il violoncellista deejay. Un’emozione da poco, rifatta, ma tutta quella scena non serviva. Era spettacolo”.
Sei ancora in disaccordo con la classifica provvisoria?
“Per quanto riguarda la classifica provvisoria della quarta serata, mi piace abbastanza il podio, credo che Ultimo sia in seconda posizione per merito di una forte fanbase. Il mio podio ideale è Marco Mengoni, Lazza e al terzo posto Madame. L’ho vista molto concentrata e molto sul pezzo. Ha un modo particolare di guardare la telecamera e il pubblico, gioca col corpo, con la gestualità. È un’altra Madame, è completamente evoluta rispetto a come l’avevamo vista. Poi Giorgia, Mr Rain, poi andrei a scendere. La trovo abbastanza in linea con quello che penso”.
Da vocal coach il consiglio che daresti ai Big per la finale?
“Consigli non se ne danno, serata finale, bisogna solo ed esclusivamente divertirsi. Da quello che ho imparato dalla mia esperienza all’Eurovision e dagli artisti internazionali è che It’s a big game, è un grande gioco e così va vissuto. Avendo avuto l’esperienza di conoscere le realtà e il pensiero musicale di tutto il mondo, tranne l’America, posso dire che c’è un approccio completamente diverso. Va vissuto come una grande festa anche perché la maggior parte dei giochi sono fatti. Non perché non creda nel televoto o nelle votazioni di questa sera, potrebbero anche avvenire dei cambi drastici. È un’esperienza e non si sa quante volte può ricapitare nella vita. Devono divertirsi”.