Paola Barale, 53 anni compiuti lo scorso 28 aprile, è una delle attrici e presentatrici italiane più amate e più ammirate per la sua bellezza senza tempo.
A noi ha raccontato come sta trascorrendo la quarantena, senza abbattersi, ma aiutando concretamente chi ha bisogno. E ci ha svelato cosa le manca di più e cosa la preoccupa ma sempre con la voglia di non mollare mai.
Durante la quarantena stai facendo volontariato?
Sto aiutando la Croce Rossa. Avevo due possibilità: o stare a casa sentendomi vittima della situazione oppure cercare di essere utile, così mi sono proposta come volontaria alla Croce Rossa. Ognuno di noi può fare qualcosa senza essere necessariamente dei supereroi e gli italiani hanno risposto con generosità. Nello specifico con la Croce Rossa, mi occupo della raccolta di generi alimentari per chi non può fare la spesa per motivi economici. Ci siamo stupiti della reazione positiva delle persone che hanno donato moltissimo in un periodo come questo, anche dopo aver fatto anche quattro ore di fila per la spesa.
A livello personale, come stai vivendo questo periodo?
È una situazione del tutto inaspettata e per certi aspetti ancora difficile da comprendere. Siccome non sono malata e non voglio sentirmi vittima, cerco di trasformare questo periodo di limite in una opportunità. Cerco di non lamentarmi, alla fine dobbiamo stare a casa – e a me piace stare a casa, anche da sola – e fortunatamente ci stiamo con tutte le comodità. Poi cerco di non demoralizzarmi ed è per questo che ho deciso di fare qualcosa di utile. A casa do sfogo alla mia creatività, in compagnia dei miei amici visionari.
A casa hai imparato a fare moltissime cose
Sì, ho la fortuna di avere amici molto divertenti. Col mio amico fotografo, abbiamo fatto un servizio fotografico io da Milano, lui da Roma. Col mio amico hair stylist, ci siamo tagliati i capelli.
A proposito del servizio fotografico a distanza, come è nata l’idea?
È stato emozionante. Sono stata contenta che il mio amico fotografo Piergiorgio Pirrone, abituato a lavorare con modelle molto giovani, lo abbia chiesto a me. Sapeva che avrei accettato, perché mi piace mettermi in gioco e sperimentare. Mi è piaciuto proprio il modo in cui l’ha fatto. Mi ha chiamato da Roma, ha collegato il telefono a un monitor, video-chiamandomi vedeva la mia immagine proiettata sullo schermo e mi dava le indicazioni su dove scattare. Il tutto senza luci, c’era solo quella naturale. Ci siamo molto divertiti ed è passata la giornata, pensando ad altro. E alla fine abbiamo realizzato una cosa originale che è venuta bene.
E invece il taglio di capelli fai da te?
Mauro Situra, Art Director di Coppola, è uno dei miei più cari amici e mi conosce bene. Mi ha detto che mi avrebbe insegnato a tagliarmi i capelli, allora ho pensato di fare un video da condividere, visto che abbiamo tutte questo problema. Mi sono fidata totalmente di lui, il taglio ha funzionato e ha avuto moltissimo riscontro sui social. Certo adesso ci sono questioni ben più gravi d’affrontare, ma il fatto di prendersi cura di sé è un modo per stare meglio.
In quarantena hai in qualche modo riscoperto Instagram?
A dir la verità no, perché l’ho sempre usato. Ora che dobbiamo stare a casa, è importante programmare la propria giornata. Anche avere un impegno con i propri follower, è come avere un appuntamento reale con delle persone e questo riempie la giornata e fa bene anche a te.
Quando hai visto l’ultima volta tua mamma Carla?
Il 29 febbraio, giorno del suo compleanno. Ho la fortuna di avere ancora tutti e due i genitori che stanno bene. Non escono di casa e una delle mie sorelle che abita vicino a loro, li aiuta con la spesa. Mi mancano, anche se sono abituata ad averli distanti.
Cos’altro ti manca in questo isolamento?
Il lavoro che mi è stato totalmente tolto. Ho dovuto interrompere una tournée teatrale con lo spettacolo, Se devi dire una bugia dilla grossa con Paola Quattrini e Antonio Catania. Per me questa era un’esperienza nuova e mi stava piacendo davvero tanto. Mi preoccupa molto il fatto che teatri e cinema saranno tra gli ultimi a riaprire. Ad aprile avrei dovuto iniziare le riprese di un film di Giulio Ancora che parla di violenza contro le donne, vedremo se riusciremo a iniziare il prossimo ottobre, ma la vedo dura. Avevo anche un altro spettacolo teatrale per quest’estate, ma è saltato anche quello. Sono molto preoccupata, perché sono una libera professionista e se non lavori, non ci sono entrate. Per evitare di abbattermi, cerco di fare altro e di riempire le giornate. C’è bisogno di leggerezza e cerco di riempire le mie giornata con creatività.
Non guardi più il telegiornale?
All’inizio lo seguivo, ma ora non lo guardo più. È bene essere informati, ma le notizie che circolano sono tante, troppe e spesso non affidabili.
Come è cambiato il tuo rapporto con gli altri in questo momento?
Una cosa che mi manca moltissimo è il contatto con gli altri, proprio il tatto. Io sono molto fisica. Fare le telefonate, non mi piace. Preferisco invece le video-chiamate, perché almeno riesco a vedere la persona, ma mi manca comunque il tocco, gli odori… Mi auguro che questo periodo di stop, ci renda più maturi e consapevoli.
Consapevoli rispetto alla vita che abbiamo condotto fino a ora? C’è qualcosa che vorresti cambiare o di cui ti sei pentita?
Io da sempre passo molto tempo da sola e penso sempre molto, anche ad alta voce. Sono un’istintiva razionale, per cui tutte le scelte che ho preso, anche se non sono andate come speravo, sono state prese in modo molto genuino e senza secondi fini. Quindi non ho rimpianti, perché nel momento in cui ho fatto determinate cose, andava bene così in quel momento.
In quarantena ti sei riavvicinata a qualcuno del tuo passato?
No, il passato è passato. Se uno continua a guardare al passato, non va avanti. Non sono una persona abitudinaria. Se ho voglia di sentire una persona con cui non parlo da 15 anni, lo faccio, ma non è perché siamo in quarantena. Piuttosto, la quarantena ha confermato quello che già pensavo, ossia che stavamo andando troppo di corsa. È bene avere ambizioni, ma non si può vivere sperando e correndo sempre dietro a qualcosa. Bisogna essere innanzitutto consapevoli di quello che già si ha.
Quale sarà la prima cosa che farai alla fine dell’isolamento?
Viaggiare. Il viaggio mi manca e mi spiace proprio che non si possa farlo. Ancora non so dove vorrei andare, ma è il viaggio in sé che vorrei fare. E spero che piano piano si possa tornare alla normalità ma con più consapevolezza rispetto a quello che si ha.