Associare un volto a una voce è perfettamente normale. Ma Monica Sarnelli è molto di più: la sua voce è simbolo di Napoli e della soap opera più longeva della televisione italiana, ovvero Un Posto al Sole. Lei, che ha accompagnato più di una generazione di uomini e donne, è un’artista che della sua terra ha la spontaneità, la genuinità, la schiettezza. Il 29 novembre 2023 è uscito il suo nuovo album, E n’ata manera, dove è presente il singolo Voglio parla’ cu tte, scritta da Vincenzo D’Agostino, storico paroliere di molti successi di Gigi D’Alessio, Luca Barbato e Gianni Fiorellino, e interpretata magistralmente da Sarnelli in due versioni, tra cui con Fiorellino, che tocca le corde dell’anima.
In quest’album, dedicato alle donne – ma non è la prima volta che la Sarnelli affronta le tematiche femminili con orgoglio e fierezza – l’artista sperimenta una vocalità ben diversa rispetto a come siamo abituati a conoscerla. Un disco che parla d’amore, che tratta il sentimento più potente di tutti con passione, gioia e sofferenza. Perché oggi più che mai c’è bisogno di parlare d’amore, nell’accezione positiva del termine, perché noi donne siamo stanche di piegarci agli abusi, come spiegato dalla stessa Sarnelli: “Uomini, siete avvisati, noi donne – da subito – vogliamo il mondo… ‘E n’ata manera!'”.
Monica Sarnelli ci racconta la sua carriera e il nuovo album
La tua voce è storia. Sei presente nelle case degli italiani da quasi trent’anni, con la sigla di Un posto al sole. Cosa ricordi del momento in cui l’hai incisa e come ti ha cambiata questa esperienza?
Diciamo che non mi aspettavo di diventare la voce di una sigla così longeva. Penso che sia una delle soap più longeve d’Italia, e chiaramente per me è motivo di grande orgoglio, perché comunque stimo moltissimo gli autori, Antonio Annona per la musica e Bruno Lanza per le parole, quindi essere diventata la cantante della sigla di una soap che tra l’altro è orgoglio per la mia città, anche perché dà lavoro da più di 27 anni, a chi ci lavora dietro e dentro, gli scrittori, gli autori, gli scenografi, i registi. Sono orgogliosa, e devo dire che quando Antonio Annona mi chiamò per registrare mi disse che forse sarebbe diventata la sigla di una soap opera, ma ci avevo creduto poco. Per cui è un bel traguardo per me.
Hai debuttato da giovanissima, all’età di 15 anni. Cosa hai sentito la prima volta che sei salita su un palco?
La prima volta che sono salita su un palco ho avvertito che quella era casa mia, era quello che volevo fare nella vita, e infatti diciamo che sono contenta di poter vivere di musica, perché non è da tutti: è una vita sacrificata, perché non hai il Ferragosto, non hai Natale, non hai Pasqua, non hai le feste, il fine settimana. Devi sempre stare a disposizione. Il nostro è un lavoro bellissimo: ovviamente richiede grande impegno, si lavora quando gli altri sono liberi. Per cui io sono riuscita a vivere di questo, che è la mia più grande passione.
Hai parlato di sacrifici. C’è un sacrificio che hai fatto, e che ti è pesato, in nome della musica?
Il sacrificio più grande è stato quello di non godermi i miei figli. Mia figlia mi diceva sempre: “Mamma, ma perché noi il Ferragosto non possiamo stare insieme?”, perché io solitamente in quella data ero sempre impegnata per i concerti. Quella è stata un po’ la mia spina nel fianco. Ancora oggi ricordo tutte le volte in cui ho detto di sì, anche quando potevo dire di no: ai miei figli questo è mancato. Oggi sono grandi, ne parliamo con la massima serenità. Ma forse avrei detto qualche no in più per stare con loro.
Ti definisci un’autodidatta. Quanto hai lottato per realizzare il tuo sogno?
La determinazione è stata la mia lotta. Non mi sono mai fermata, la mia è una sorta di devozione, perché bisogna avere rispetto per il pubblico. Perché se il pubblico ti premia, viene a sentirti, si complimenta con te, le soddisfazioni sono tante. Sono sempre stata determinata anche quando mi è stata chiusa qualche porta, te ne potrei raccontare tante di delusioni, ma l’importante è essere sicuri della propria passione e andare avanti.
Nella tua carriera hai avuto modo di collaborare con tantissimi artisti, da Gianni Bella a Gino Paoli, da Gigi D’Alessio a Peppino Di Capri, molti giganti della musica napoletana. Qual è la collaborazione che ricordi con maggiore emozione?
Ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa. Perché ho collaborato con grandissimi artisti. Quello che mi ha lasciato un ricordo meraviglioso è stato Peppino Di Capri. Non solo il grande professionista che tutti conosciamo – Peppino è la storia – ma anche per il suo entourage, per i musicisti che lavoravano con lui, perché mi sono sentita veramente accolta in una grande famiglia. Ancora oggi ho rapporti con i musicisti di Peppino, con le coriste, ci sentiamo, quando ci vediamo abbiamo gli occhi pieni di lacrime, di emozioni. Sono stati gli anni più belli della nostra vita. Quando ho cominciato a girare il mondo con Peppino Di Capri, ero giovanissima, avevo appena 18 anni. Ho cantato anche davanti a personaggi come Liza Minnelli, perché Peppino ha un parterre di gente di livello. Per me è stata un’esperienza bellissima.
Come è stato incontrare Liza Minnelli?
È stato bellissimo. Ero emozionata, perché sono personaggi che non te li ritrovi dietro l’angolo. Non credevo ai miei occhi.
L’8 marzo 2024 si è tenuto l’evento A Woman’s Worth, in cui hai ricevuto il Premio alla Carriera. Come ti ha fatto sentire celebrare 40 anni di attività?
Contenta dei sacrifici che ho fatto. Ho pensato: ne è valsa la pena. Se oggi godo della stima del pubblico e degli addetti ai lavori, è grazie alla mia determinazione e alla mia grande passione e rispetto per chi mi segue.
Nei tuoi brani parli delle donne. Il tuo ultimo album, uscito nel 2023, è E n’ata manera, e lo hai dedicato proprio alle donne. Come è nato il progetto?
Il progetto è nato innanzitutto dalla voglia di cantare canzoni nuove, diverse. Mi sono cimentata in tonalità che non avevo mai sperimentato prima, molto più alte. Di solito sono una cantante dalla voce sabbiata, amo cantare in tonalità basse, un po’ blues, invece questa volta ascolterete una Monica diversa. L’ho voluto dedicare alle donne, ma non è la prima volta che dedico il mio lavoro alle donne, perché io ho messo su uno spettacolo teatrale nel 2015 scritto da Federico Vacalebre, critico musicale, che era dedicato alle donne. Si intitolava Sirene, Sciantose, Malafemmene e altre storie di donne veraci. Penso che la donna sia il motore della nostra vita. Tra l’altro in questo momento ho sentito forte l’esigenza di dedicare questo album alle donne perché oggi più di ieri vanno tutelate, sostenute e difese. Questo è un album d’amore, perché parlare d’amore può sembrare scontato, ma i fatti di cronaca ci insegnano tutto il contrario.
Hai detto che c’è bisogno di parlare d’amore. C’è qualcosa che ti piacerebbe dire alle donne, compresa la nuova generazione?
Io vorrei tanto dire alle donne di non avere paura, di denunciare, di essere quanto più forti possibile. Perché noi abbiamo una fragilità che nasconde una grande determinazione, e quella può salvarci. Io mi ritengo una donna forte, perché ho combattuto tanto nella mia vita per realizzare i sogni. Io non capisco perché una donna si debba sentire meno forte di un uomo. La nostra forza non la teniamo nella manualità, gli uomini sono fisicamente più forti di noi, ma noi abbiamo una forza interiore: vorrei che ogni donna tirasse fuori questa forza. Bisogna averne soltanto la consapevolezza, e molte donne non ce l’hanno.
Parliamo di musica napoletana: tu ne sei una degli esponenti. Cosa ne pensi di quanto accaduto a Sanremo con Geolier, un ragazzo di 23 anni che si è trovato a gestire una situazione indubbiamente complessa dopo la vittoria della Serata Cover?
Quello che ha fatto la stampa non è assolutamente una cosa bella. Alla fine, Geolier ha vinto grazie a questo comportamento, che assolutamente non è giustificabile. Una giornalista non può essere superficiale, non può utilizzare dei termini impropri, come tu hai rubato. Da una giornalista mi aspetto che parli con i termini giusti. Per me, nonostante la sua giovane età, ha gestito molto bene la situazione. Quello che mi lascia perplessa è questa determinazione da parte dei giovani, perché io non l’avevo, ci ho messo molto a sentirmi sicura. Questi ragazzi a 20 anni sono già determinati, e passano dalla cameretta al palcoscenico di Sanremo. Ma lo sappiamo che la vittoria la giudica il pubblico, e oggi è primo in classifica dappertutto.
Vista la tua carriera e successi raggiunti, ti senti di dare un consiglio a coloro che si stanno avvicinando alla musica oggi?
Il consiglio è di avere una grande passione per affrontare questo mondo, perché è complicato, difficile. Ci vuole amore, passione, come in ogni campo della vita. L’amore non deve mai mancare in ogni cosa che facciamo: è quello che ci dà la soddisfazione più grande. Ai giovani suggerisco di non inseguire il successo, ma la propria passione.
Un’ultima domanda di rito. Quali sono i tuoi progetti per il futuro e se hai un sogno nel cassetto che vorresti tanto realizzare.
Io vorrei, attraverso la mia esperienza, dare la possibilità ai giovani di potersi conquistare una fetta di pubblico. Mi piacerebbe molto poter fare uno spettacolo coinvolgendo i giovani. Oggi c’è Amici, un grande colosso, ma è complicatissimo arrivare lì, quindi vorrei dare un’opportunità ai giovani. Sarebbe il mio più grande sogno dare una mano ai ragazzi che si affacciano alla musica, alla loro passione. Progetti per il futuro? Tanti, tra cui concerti. Voglio rimettere in scena lo spettacolo dedicato alle donne: lo voglio riproporre rivisitato. In estate, di nuovo in studio di registrazione per registrare il mio nuovo album, ho un contratto con l’etichetta Zeus. Il mio ultimo album è interamente prodotto da Gianni Fiorellino, grande cantante e grande voce, autore e polistrumentista. Ha diretto i fiati, gli archi, è autore di diverse canzoni. C’è anche una scrittura femminile, figlia d’arte, ovvero Melania D’Agostino, figlia di Vincenzo D’Agostino, e anche lui ha firmato dei brani: ha scritto alcune delle canzoni più famose di Gigi D’Alessio. Sono convinta che, leggendo i testi delle canzoni, ogni donna si riconoscerà in quello che dico.