Charlotte M.: “Taxi? Volevo una canzone che mi facesse stare bene”

Charlotte M. ci racconta di "Taxi" ma anche degli incontri importanti, dei suoi portafortuna e della prima cosa che farà quando compirà 18 anni

Pubblicato:

Federica Cislaghi

Royal e Lifestyle Specialist

Dopo il dottorato in filosofia, decide di fare della scrittura una professione. Si specializza così nel raccontare la cronaca rosa, i vizi e le virtù dei Reali, i segreti del mondo dello spettacolo e della televisione.

A soli diciassette anni, Charlotte M. è già una delle voci più amate dalla Gen Z. Cantante, attrice, doppiatrice e influencer con milioni di follower, adesso sta spopolando con il suo ultimo brano, Taxi, dal ritmo contagioso ma con un messaggio importante di costruzione e crescita personale.

Mentre il video, girato a Los Angeles, parla di un viaggio visivo che unisce cultura street e moda contemporanea. Tra tramonti dorati, murales colorati e scene di vita urbana, trasmette vibrazioni estive, pop e vivaci, dove la protagonista incarna una generazione che fonde arte, stile e libertà.

Charlotte M. ci ha raccontato come è nato Taxi e il segreto del suo successo. Ma ha detto anche molto di sé, dei suoi sogni e delle sue aspettative. E per i suoi 18 anni il regalo che si farà è ovviamente la patente.

Il tuo nuovo singolo Taxi sta spopolando, con milioni di visualizzazioni su YouTube. Come è nato e cosa ti ha ispirata?
Taxi nasce da un bisogno di indipendenza. Stavo vivendo un periodo in cui ero sempre proiettata sugli altri, su quello che dovevo fare o che ci si aspettava da me, e a un certo punto ho capito che mi stavo un po’ perdendo. Avevo bisogno di un’energia nuova, di indipendenza, di leggerezza. Così sono arrivata in studio e ho detto: “Voglio una canzone che mi faccia stare bene, che mi riporti serenità mentale”. E così è nata Taxi. Il taxi simboleggia la macchina dove io entro per trovare me stessa in una notte bianca e divertirmi.

Perché hai scelto Los Angeles per ambientare il video di Taxi?
Dovevo partire per una vacanza studio e ho pensato che Los Angeles fosse il luogo perfetto. Avevo immaginato Taxi ambientato in una grande metropoli, e poi amo quella città: ha una vibe unica, sospesa, quasi sognante. Los Angeles è la città che amo di più al mondo. È il posto dove puoi davvero staccare da tutto… anche se bisogna saper tornare sulla terraferma! Per me è stato fantastico girare lì il video.

Ufficio stampa - Charlotte M.
“Taxi”, Charlotte M.

Quest’anno hai lavorato anche per il cinema come doppiatrice con Grand Prix, dove presti la voce alla protagonista. Com’è stato?
È stato bellissimo! Il doppiaggio è una parte di me fin da piccola. Ho sempre lavorato con la voce, recitando, cantando, facendo corsi. Avevo già doppiato Lo schiaccianoci e il flauto magico, ma Grand Prix mi ha fatto crescere tantissimo. Il team era super professionale e mi ha insegnato tanto: ogni indicazione diventava uno stimolo per migliorare. Usare la voce in questo modo è speciale, perché non puoi contare sull’espressione del viso — devi far passare tutto solo attraverso il suono, il ritmo, il respiro.

Anche la recitazione ti accompagna da anni. Ti ricordi quando hai iniziato?
Certo. Avevo sette anni, e i miei genitori mi portavano da Firenze a Roma ogni sabato per studiare recitazione. Facevamo avanti e indietro ogni settimana. Quando penso a quel periodo mi rendo conto di quanto fossi determinata, anche se piccolina. Poi è arrivato il mio primo film, Charlotte M – Flamingo Party, uscito nei cinema e poi su Netflix, e la collaborazione con Il Milanese Imbruttito 2. La recitazione per me è come una seconda pelle: mi aiuta a conoscere parti di me che nella vita normale resterebbero nascoste.

Come ti vedi tra una decina d’anni?
Vorrei sempre fare quello che amo di più, cantare e recitare. Ed essere circondata da persone che riescono a tirare fuori il meglio di me, che mi stimolino e che mi vogliano bene davvero, questa è la vita che sogno. Poi mi vedo un po’ tra le metropoli, a cantare negli studi, a recitare e un po’ in campagna, tra i monti e la natura a divertirmi, a respirare aria pulita, a fare sport.

Con chi vorresti lavorare? Qual è il tuo sogno nel cassetto?
In musica direi con Raye, la trovo incredibile. Al cinema invece Zendaya: la seguo da quando era su Disney Channel e mi ispira tantissimo.

Hai mai pensato di andare al Festival di Sanremo?
Sanremo è un sogno per qualsiasi cantante italiano. Penso che arriverà quando sarà il momento giusto, senza forzature.

Sei diventata un punto di riferimento per moltissimi ragazzi. Come vivi il fatto di essere considerata un’icona della tua generazione?
È bellissimo. Ricevo ogni giorno messaggi e lettere da persone che mi seguono da quando avevo sette anni. Alcuni di loro sono cresciuti insieme a me ed è come se fossimo una grande famiglia. Sento anche una certa responsabilità, ma la vivo bene, perché riescono a capirmi. Loro mi ascoltano e io ascolto e seguo i consigli che mi danno. Quindi è veramente magico.

Stai lavorando a nuovi progetti?
Sì, è un momento di scelte, anche perché si avvicinano i 18 anni. È un momento di costruzione, di maturità, direi.

Qual è il sacrificio più grande che hai dovuto fare per diventare quello che sei diventata?
Devo dire che alle volte il tempo non basta mai. Quando fai mille cose, devi rinunciare a qualcosa, anche solo a un pomeriggio libero. Però non lo vivo come un peso: sono fatta così, mi piace essere sempre in movimento.

E l’incontro più importante che hai fatto finora?
Direi Carlo Vanzini, con cui ho doppiato Grand Prix. È stato un incontro speciale, anche perché sono appassionata di macchine e lui sa tutto.

Una domanda frivola: che cosa non manca mai nel tuo armadio?
Io adoro gli anelli e i braccialetti, non mancano mai, sono un po’ i miei portafortuna. Quando sono agitata, mi basta toccarli e mi calmo subito. Sono parte del mio stile, ma anche del mio equilibrio.

Qual è la prima cosa che farai quando compirai 18 anni?
Prenderò subito la patente e inizierò a guidare tantissimo, non vedo l’ora di guidare e di mettermi sul taxi.

 

 

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