Il 7 dicembre a Milano e in tutta la Chiesa ambrosiana si festeggia il patrono della città: Sant’Ambrogio. Nato a Treviri nella Gallia, intorno al 334, da un alto funzionario dell’amministrazione imperiale, alla morte del padre si è trasferito a Roma con la madre e i fratelli. Scolasticamente ha avuto una formazione non solo letteraria, ma anche giuridica e musicale oltre a ricevere una solida educazione cristiana. Diventato governatore, nella provincia della Liguria e dell’Emilia e poi a Milano, ha esercitato la magistratura in maniera tanto “equa e paterna” da attirarsi la benevolenza di tutti. Presente nel momento in cui la popolazione era in agitazione per l’elezione del nuovo vescovo, nell’aperta contesa tra ariani e cattolici, un bambino avrebbe esclamato: “Ambrogio vescovo!”. L’invocazione sarebbe stata accolta dalla folla e così il governatore sarebbe stato battezzato il 30 novembre 373. La cosa certa è che è diventato vescovo il 17 dicembre dello stesso anno. A Milano Ambrogio si è fatto molto apprezzare per la sua ricchezza umana e ha svolto un’attività pastorale molto intensa testimoniata dai numerosi scritti che ha lasciato. Morto il 4 aprile del 397, è considerato una delle personalità più importanti nella Chiesa del IV secolo. Nella diocesi del capoluogo lombardo ha lasciato segni profondi del suo operato, per esempio introducendo nella Chiesa occidentale molti elementi tratti dalle liturgie orientali, in particolare canti e inni. Le sue riforme liturgiche sono state mantenute anche dai successori e costituiscono il nucleo del Rito ambrosiano, sopravvissuto all’uniformazione dei riti e alla costituzione dell’unico rito romano voluta da papa Gregorio I e dal Concilio di Trento. Alla figura del vescovo è ispirato anche il famoso premio dell’Ambrogino d’oro, onorificenza assegnata dal comune di Milano a persone che si sono particolarmente distinte a favore della città e della società. Sant’Ambrogio è venerato da tutte le chiese cristiane che prevedono il culto dei santi; in particolare, la Chiesa cattolica lo annovera tra i quattro dottori della Chiesa d’Occidente. Se si è alla ricerca di espressioni e parole che insegnino a comprendere la grandezza dell’amato vescovo, con DiLei trovate una selezione di frasi e aforismi di Sant’Ambrogio tra i più belli e significativi.
Indice
Frasi e aforismi di Sant’Ambrogio
L’amore, il perdono, la preghiera e la collaborazione sono tra i principi del patrono di Milano che invita a essere umili, dolci e a rifiutare ogni forma di violenza e prevaricazione sugli altri. Qualche frase e aforisma per conoscere meglio il pensiero di Sant’Ambrogio.
- Quando domandi perdono per te, allora è proprio quello il momento di ricordarti che devi concederlo agli altri.
- Se i singoli pregano soltanto per se stessi, la grazia è solo in proporzione della preghiera di ognuno, secondo la sua maggiore o minore dignità. Se invece i singoli pregano per tutti, tutti pregano per i singoli e il vantaggio è maggiore.
- Che cos’è dunque il salmo se non lo strumento musicale delle virtù, suonando il quale con il plettro dello Spirito Santo, il venerando profeta fa echeggiare in terra la dolcezza del suono celeste?
- Chi promette a Dio e mantiene quello che gli ha promesso, lo loda.
- La preghiera troppo prolissa spesso diventa meccanica e d’altra parte l’eccessivo distanziamento porta alla negligenza.
- Bevi dunque tutt’e due i calici, dell’Antico e del Nuovo Testamento, perché in entrambi bevi Cristo. […] La Scrittura divina si beve, la Scrittura divina si divora, quando il succo della parola eterna discende nelle vene della mente e nelle energie dell’anima.
- Cerchi un rimedio ed eviti il digiuno, come se tu potessi trovare un rimedio migliore. Se un serpente assaggia lo sputo di un uomo digiuno, muore. Tu vedi quant’è grande la potenza del digiuno, così che un uomo col suo sputo uccide un serpente terrestre e tanto più quello spirituale.
- La rondine sa quando arrivare, quando partire; quel tenero uccello sa anche annunciare con il proprio arrivo i primi inizi della primavera.
- Quale resistenza opposi per non essere ordinato! Alla fine, poiché ero costretto, chiesi almeno che l’ordinazione fosse ritardata. Ma non valse sollevare eccezioni, prevalse la violenza fattami.
- Solo i cani che sanno latrare per i padroni, sanno difendere le loro case. Perciò impara anche tu a levare la tua voce per Cristo, quando feroci lupi ne assaltano l’ovile, impara a tener pronta nella tua bocca la parola, perché non sembri che tu, come un cane muto mantenendo un silenzio imputabile a tradimento, abbia abbandonato il posto di guardia affidato alla tua fedeltà.
- Chi non arrossirebbe di non mostrarsi grato a coloro che gli hanno fatto del bene, vedendo che persino le bestie cercano di evitare la taccia d’ingratitudine?
- Infatti non si corregge mai il male con il male, né la ferita si cura con la ferita, anzi s’incancrenisce nell’ulcera.
- Non sono da annoverare tra i discepoli di Cristo coloro i quali pensano che la durezza sia da preferire alla dolcezza, la superbia all’umiltà e che, mentre invocano per sé la divina pietà, la negano agli altri.
- Quando sei a Roma, vivi come i romani; quando sei in un altro luogo, vivi come si vive in quel luogo.
Frasi di Sant’Ambrogio sulla morte
La morte non era stata inizialmente prevista da Dio ma fu una conseguenza del peccato di Adamo ed Eva. Per il vescovo non va vista come qualcosa di negativo ma come un rimedio e un guadagno sul castigo della vita. Un po’ di citazioni e aforismi di Sant’Ambrogio sulla morte.
- Prima si deve morire al peccato e solamente dopo si può stabilire in questo corpo la varietà delle diverse opere di virtù con le quali rendere al Signore l’omaggio della nostra devozione.
- E cos’altro aveva in mente Giovanni se non quel che è virtuoso? Cosicché egli non poteva sopportare un’unione disonesta perfino nel caso del re, dicendo: “Non è lecito per te averla in moglie”. Lui poteva essere rimasto in silenzio, se egli non avesse considerato indecoroso non dire la verità per paura della morte, far cadere il ministero profetico di fronte all’autorità del re o adoperarsi in adulazioni. Sapeva bene che sarebbe morto in quanto avversava il re, ma preferì la virtù alla salvezza fisica. Cosa c’è di più utile della passione per portare i santi verso la gloria?
- Dobbiamo riconoscere che anche la morte può essere un guadagno e la vita un castigo. Perciò anche san Paolo dice: “Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno”.
- E come ci si può trasformare completamente nel Cristo, che è spirito di vita, se non dopo la morte corporale? Esercitiamoci, perciò, quotidianamente a morire e alimentiamo in noi una sincera disponibilità alla morte.
- Sarà per l’anima un utile allenamento alla liberazione dalle cupidigie sensuali, sarà un librarsi verso posizioni inaccessibili alle basse voglie animalesche, che tendono sempre a invischiare lo spirito. Così, accettando di esprimere già ora nella nostra vita il simbolo della morte, non subiremo poi la morte quale castigo.
- Infatti la legge della carne lotta contro la legge dello spirito e consegna l’anima stessa alla legge del peccato. Ma quale sarà il rimedio? Lo domandava già san Paolo, dandone anche la risposta: “Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte?”
- Il mondo è stato redento con la morte di uno solo. Se Cristo non avesse voluto morire, poteva farlo. Invece egli non ritenne di dover fuggire la morte quasi fosse una debolezza, né ci avrebbe salvati meglio che con la morte. Pertanto la sua morte è la vita di tutti. Noi portiamo il sigillo della sua morte; quando preghiamo la annunziamo; offrendo il sacrificio la proclamiamo; la sua morte è vittoria, la sua morte è sacramento, la sua morte è l’annuale solennità del mondo.
- A dire il vero, la morte non era insita nella natura, ma divenne connaturale solo dopo. Dio infatti non ha stabilito la morte da principio, ma la diede come rimedio. Fu per la condanna del primo peccato che cominciò la condizione miseranda del genere umano nella fatica continua, fra dolori e avversità. Ma si doveva porre fine a questi mali perché la morte restituisse quello che la vita aveva perduto, altrimenti, senza la grazia, l’immortalità sarebbe stata più di peso che di vantaggio. L’anima nostra dovrà uscire dalle strettezze di questa vita, liberarsi delle pesantezze della materia e muovere verso le assemblee eterne.
Proverbi su Sant’Ambrogio
Il patrono di Milano è conosciuto in tutto il mondo e ovviamente anche la tradizione popolare ha dedicato versi alla sua figura. In particolare si ricorda la ricorrenze del 7 dicembre affiancata all’arrivo del freddo e della neve. Una serie di proverbi su Sant’Ambrogio.
- A Sant’Ambrös, ul frecc al cös -A Sant’Ambrogio il freddo cuoce. (Proverbio milanese)
- Senza la neve a Sant’Ambrogio, l’inverno sarà mogio
- A Sant’Ambrogio abburratta (la farina) e cuocila
- Se a Sant’Andrea la neve non verrà, per Sant’Ambrogio non fallirà
- Al primo di dicembre Sant’Ansano; il quattro, Santa Barbara beata; il sei, San Niccolò che vien per via; il sette, Sant’Ambrogio da Milano; l’otto, la concezione di Maria; per il nove mi cheto; il dieci, la Madonna di Loreto; il dodici convien che digiuniamo perché il tredici c’è Santa Lucia. (Filastrocca)
Frasi su Sant’Ambrogio
Altre figure ecclesiastiche, poeti e scrittori hanno ricordato la figura del vescovo che ha dato vita al rito ambrosiano dedicando parole che descrivono la sua personalità e il suo magistero. Una selezione di aforismi e frasi su Sant’Ambrogio.
- Il vero Ambrogio non lo conosce nessuno. E chi lo conosce, preferisce censurarlo. Ambrogio era un uomo di potere, su questo non si discute. Ma detestava l’ipocrisia, la corruzione. Era, più che altro, un difensore dei poveri. Una figura di straordinaria attualità. (Dario Fo)
- A Milano spetta l’onore di essere erede di sant’Ambrogio e di custodire quindi un tesoro che porta anche una grande responsabilità. Ciò che questo antico vescovo chiede alla città di oggi, infatti, è di costruire una società più giusta, di coltivare il dono dell’accoglienza, di difendere la verità. (Matteo Liut)
- Al centro della vita di Sant’Ambrogio, sta Cristo, ricercato e amato con intenso trasporto. A Lui, tornava continuamente nel suo insegnamento. Su Cristo si modellava pure la carità che proponeva ai fedeli e che testimoniava di persona. (Giovanni Paolo II)
- Il magistero di Sant’Ambrogio non ha cessato di scorrere, come una vena d’acqua, fresca e inesausta, nella tradizione della Chiesa. (Inos Biffi)
Frasi di Sant’Ambrogio sulla fede
Da uomo di Chiesa, uno dei temi principali della sua dottrina è il rapporto con la fede e quanto l’aver fiducia nel Cristo sia una medicina che dona la forza per affrontare qualsiasi avversità. Alcune citazioni e aforismi di Sant’Ambrogio sulla fede.
- Beato colui alla cui porta bussa Cristo. La nostra porta è la fede, la quale ‐ se è forte ‐ rafforza tutta la casa. È questa la porta per la quale entra Cristo.
- Cristo non viene meno a nessuno: siamo noi a venir meno. A nessuno egli manca, anzi per tutti sovrabbonda. Chi si desta lo trova accanto a sé.
- La Chiesa è stata costruita dallo Spirito Santo.
- Dove c’è Pietro, lì c’è la Chiesa.
- Nel salmo il gusto gareggia con l’istruzione.
- Non incoraggiate ingenue fantasie di grandezza nei vostri figli, ma se Dio li chiama a qualcosa di bello e di grande, non siate voi la zavorra che impedisce di volare. Non arrogatevi il diritto di prendere decisioni al loro posto, ma aiutateli a capire che decidere bisogna, e non si spaventino se ciò che amano richiede fatica e fa qualche volta soffrire.
- Abbiamo il medico, accettiamo la medicina. La nostra medicina è la grazia di Cristo, e il corpo mortale è il corpo nostro. Dunque andiamo esuli dal corpo per non andare esuli dal Cristo. Anche se siamo nel corpo cerchiamo di non seguire le voglie del corpo. Non dobbiamo, è vero, rinnegare i legittimi diritti della natura, ma dobbiamo però dar sempre la preferenza ai doni della grazia.
- Il Signore Gesù ti ha fatto conoscere in modo divino la bontà del Padre che sa concedere cose buone, perché anche tu chieda a lui, che è buono, ciò che è buono.
Frasi di Sant’Ambrogio sulla vita e sulla ricchezza
Il vescovo di Milano ha lasciato molti scritti che riguardano la vita e spieghino come la ricchezza non stia nelle cose materiali ma in un’anima pura e libera dal peccato. Qualche frase e citazione di Sant’Ambrogio sulla vita e sulla ricchezza.
- Voi pensate: i tempi sono cattivi, i tempi sono pesanti, i tempi sono difficili. Vivete bene e muterete i tempi.
- Se Dio fosse nato anche mille volte a Betlemme, ma non nasce in te, allora è nato invano.
- Il mondo fu creato per tutti e, invece, voi pochi ricchi cercate di appropriarvene. Anzi, volete non solo la proprietà terriera per l’uso di voi soli pochi, ma volete anche il cielo, l’aria, il mare.
- Le vostre donne sono travolte da una smania sfrenata di indossare smeraldi, giacinti, berillio, agata, topazio, ametista, diaspro, sardonice, e pur di soddisfare i loro capricci, spendono metà del loro patrimonio.
- Voi, ricchi, tutto strappate ai poveri, e non lasciate loro nulla; e ciò nondimeno, la vostra pena è maggiore della loro.
- I ricchi sono tristi, se non rapinano i beni altrui; rinunciano al cibo, digiunano, non per reprimere il peccato, ma per facilitare il crimine. Li puoi vedere allora venire in chiesa zelanti umili perseveranti, per meritare la riuscita del delitto.
- L’educazione dei figli è impresa per adulti disposti ad una dedizione che dimentica se stessa: ne sono capaci marito e moglie che si amano abbastanza da non mendicare altrove l’affetto necessario.
- Il bene dei vostri figli sarà quello che sceglieranno: non sognate per loro i vostri desideri.