È un rischio sì, avere figli è sempre un rischio, sia naturale sia d’adozione, ma è più rischioso non averne. A un uomo e a una donna che non sviluppano la paternità e la maternità manca qualcosa
Estrapolare poche frasi da un discorso molto più ampio, profondo e pregno di significati può essere pericoloso, perché il rischio è quello di soffermarci solo sulle parole che ci colpiscono direttamente. Così è successo a me, e a tutto il web, dopo il discorso di Papa Francesco tenutosi in occasione dell’udienza generale.
Si è parlato di adozione, come un gesto d’amore incondizionato da parte di tutte quelle persone che scelgono, col cuore, di diventare genitori. Ma si è parlato anche di maternità e di paternità e di come l’assenza di questo ruolo nella vita delle persone determinerebbe la pienezza delle stesse.
Ampiezza, completezza, intensità: sono queste le parole che inevitabilmente associo al termine pienezza e che mi rimandano alla mia vita e a tutte le esperienze che, nel bene o nel male, mi hanno portato a essere la donna che sono. Eppure, seguendo la logica delle cose dette, mi mancherebbe un tassello fondamentale per sentirmi completa, quello della maternità.
Che sia colpa dei tempi, che hanno giocato un ruolo fondamentale, della vita che mi ha messo davanti a sfide sempre nuove che ho deciso consapevolmente di accettare o di una scelta personale, che è tutto mio diritto essere tale, io non sono mamma. Ma sono orgogliosamente una figlia e come tale riconosco e comprendo il valore della genitorialità.
Certo, non posso dire di sapere cosa vuol dire svegliarsi nel cuore della notte per accudire un figlio, né mettere le sue esigenze davanti alle mie. Ma ho visto farlo a mia madre, ieri e oggi, e mi basterebbe solo guardare il nostro rapporto, quel legame eterno e immortale, per dare un senso di pienezza alla mia vita. Ma forse questo non basta?
La risposta è no se estrapoliamo un altro pezzo significativo di quel discorso che per giorni ha popolato i feed dei social network, scatenando polemiche, rabbia e delusione, e ancora oggi echeggia proprio qui, nella mia testa.
Tante coppie non hanno figli perché non vogliono, ma hanno cani e gatti che occupano il posto dei figli. Questo negare la maternità e la paternità vi diminuisce, ci toglie umanità, la civiltà diviene più vecchia e senza umanità perché si perde la ricchezza della paternità e della maternità. E soffre la patria che non ha figli
Ebbene, ho da poco realizzato che stando a queste parole io sarei priva di umanità, o comunque sono a rischio di perderla per sempre. E diciamolo, non è proprio la più idilliaca delle prospettive. Ma a differenza degli altri, di chi ha espresso dissenso, queste parole non mi hanno fatta sentire minore di qualcun altro, delle mamme e dei papà del mondo.
Non lo hanno fatto perché qualora io avessi perso la mia umanità non riuscirei a spiegare tutto ciò che sono e che sono stata. Non riuscirei a trovare un senso all’amore che ho dato e che ho ricevuto, ai luoghi del mondo che ho esplorato, alle culture che ho studiato, agli amici che sono al mio fianco, alla presenza del mio compagno. E a quel cucciolo peloso che ho perso mesi fa, ma che ancora oggi piango e sogno, perché lui non ha occupato il posto dei figli che non ho, ma mi ha insegnato cosa vuol dire amare, ed essere amati, incondizionatamente. E devo dire che tutto questo mi basta per sentire dentro di me quel senso di completezza.
Non so se posso dire lo stesso, però, di tutte le persone che ho incontrato. Quelle egoiste e narcisiste, quelle che hanno messo i loro bisogni prima di ogni altra cosa. Quelle frustrate e arrabbiare col mondo intero. E alcune di queste erano proprio delle mamme e dei papà.
Quindi no, non essere madre non mi rende meno umana. Il desiderio di genitorialità non deve per forza riguardare tutti gli esseri umani. Eppure il valore che a questo viene dato è ancora alto, perché siamo figli di un retaggio culturale che esiste e persiste ancora oggi. Ma sarebbe interessante ricordarci che c’è stato un tempo, neanche così troppo lontano, durante il quale i figli erano più una necessità che una scelta. Oggi, invece, quella stessa scelta subisce la forte pressione sociale che ritroviamo in queste parole e in quelle di molti altri. Ma sempre di scelta si tratta e indipendentemente da quale sarà il responso, questo non ci priverà della nostra umanità.