Ambra Angiolini e Max Allegri sono stati insieme per quattro anni, in tutto questo tempo hanno vissuto la loro storia sotto i riflettori, non per scelta, ma in quanto personaggi pubblici, come se questo, per alcuni, fosse un lasciapassare per ficcare il naso in questioni prettamente personali, tanto è vero che le uscite a favore di camera sono state centellinate, infatti non ci sono immagini private condivise nei loro profili social e questo dice molto sulla riservatezza della coppia.
Essere un personaggio famoso, finito nelle case degli Italiani a 14 anni, non fa di lei un’amica, una parente, alla quale comunque in un momento di sofferenza, si porta rispetto, e nessuno si dovrebbe permettere di entrare in una storia finita in punta di piedi, figuriamoci a gamba tesa come ha fatto Valerio Staffelli consegnando il tapiro di Striscia la Notizia ad Ambra. Facciamo un breve riassunto i due si mettono insieme, la storia va a gonfie vele, al punto che, dopo due anni di relazione, per amore, Ambra si trasferisce da Brescia a Milano, per stare più vicina al suo compagno, fin qui tutto bene, alla fine quando il gossip racconta di traslochi amorosi, nuove nascite, matrimoni e separazioni, fa semplicemente il suo lavoro, che è quello di far sognare le persone, dando l’idea di conoscere i fatti, così magari alla prossima chiacchiera tra amici ci sarà un argomento di cui poter parlare, un fatto “noto” ai più, quel pettegolezzo che serve anche per rompere il ghiaccio, che non nuoce a nessuno, perché alla fine dire “oh hai visto Ambra e Allegri sono andati a convivere” è un pour parler, un po’ come “ah signora mia non ci sono più le mezze stagioni”, è semplice, non inquina, non è impegnativo e soprattutto non fa male a nessuno.
Poi succede il fattaccio, come in tutte le storie d’amore, c’è chi ama, chi smette di amare, chi lascia, chi viene lasciato, chi tradisce, e chi viene tradito, ed è esattamente in questi casi che chi si occupa di televisione, di gossip, di notizie frivole, si dovrebbe fermare, fare il famoso passo indietro, perché dietro a questi volti noti, ci sono delle persone con sentimenti, persone che soffrono, persone che magari la mattina non hanno voglia di scendere dal letto, tanto è il dolore che hanno nel cuore, ma che si alzano lo stesso, si fanno forza, cercano di fare finta di nulla, non tanto per loro, quanto per i familiari, in questo caso per i figli, ed è esattamente qui che un bravo giornalista si dovrebbe fermare, perché di fronte al dolore ci si dovrebbe fermare sempre.
E invece no, dove si fermano i bravi i giornalisti, arrivano gli sciacalli, gli avvoltoi, che per loro natura colpiscono quando l’animale non può più muoversi, o quando è già morto. Perché quando finisce una storia d’amore ci si sente proprio così, a terra, il cuore ti sembra scoppiare di dolore, io me lo ricordo bene, ogni volta che mi lasciavo, che venivo lasciata, avevo solo voglia di stare sotto le coperte, a piangere tutte le mie lacrime, anche al buio se possibile, e ci stavo per qualche giorno, fino a quando qualche mia amica non si presentava a casa, mi buttava sotto la doccia, mi faceva vestire e mi portava fuori, anche con il magone, ma mi porgeva una mano alla quale io mi attaccavo con tutta me stessa, e piano piano, giorno dopo giorno, lacrime dopo lacrime, la sofferenza lasciava il posto alla speranza, e mi ributtavo a capofitto nella vita.
Ed invece per le celebrities non funziona mai così. Soffri? Bene, adesso ti sbatto in prima pagina. Piangi per strada? Bene adesso cerco di farti una foto mentre le lacrime scendono così guadagno di più. Ma qua si è andati oltre. Perché ci sono due persone che si sono lasciate, una di queste è stata tradita e allora che si fa? Si va da lei a consegnarle il Tapiro d’oro. E di grazia quale sarebbe la figuraccia fatta da Ambra? Quella di aver creduto all’amore di un uomo? Quella di aver creduto che l’avrebbe amata per sempre? Quella di aver aver deciso di stravolgere la sua vita trasferendosi in una città che non è la sua, per stare più vicina al compagno? E soprattutto quando si subisce un tradimento di chi è la colpa?
Cosa c’è di divertente e simpatico nel consegnare un tapiro ad una persona che soffre, cosa c’è di umoristico nel consegnarlo con battute di sottofondo che dovrebbero far ridere, ed invece risultano solo CRINGE (imbarazzanti)? Sarebbe stato molto più opportuno che questo tapiro fosse consegnato ad Allegri, voglio dire Torino non è cosi lontana da Milano, è facilmente raggiungibile ed anche opportunamente collegata, e se proprio vogliamo dirla tutta, forse se proprio Tapiro doveva essere consegnato, sicuramente se lo meritava lui, il fedifrago della situazione. Ed invece no, ancora una volta è come se si fosse voluto sottolineare che alla fine il traditore seriale, maschio, è un figo, e chi subisce deve incassare e zitta, il famoso “cornuta e mazziata”.
E sapete cos’altro c’è in questa situazione che fa davvero male e che fa capire il polso della situazione? Che a difendere il dolore e la dignità della madre sia dovuta scendere in campo sua figlia, Jolanda Renga, una ragazzina di diciassette anni, che in un post ha scritto questo: “Oggi la mia mamma ha ricevuto un tapiro in seguito alla pubblicazione di vari articoli sulla fine della sua relazione, ma il motivo non mi è chiaro. So bene che in quanto personaggio pubblico secondo alcuno è giusto che la sua vita, anche quella privata, venga sbandierata ai quattro venti, ma è davvero necessario infierire? perché venire da lei a Milano? perché non andare a Torino? Perché si è fidata della persona con cui stava e con cui ha condiviso 4 anni della sua vita? Ed anche se, questa persona, alla fine si è rivelata diversa, la colpa è di chi si fida o di chi tradisce la fiducia, e tradisce in ogni senso possibile? Cosa c’è di riprovevole o “perdente” nel fidarsi e nell’amare? Quando si gioca, si sta al gioco, sono d’accordo, ma questo non mi sembra il caso. E ditemi quello che volete, che sono pesante, che non so scherzare, che faccio questioni su problemi inesistenti, che i problemi veri sono altri, ma a me non fa ridere. La sofferenza delle altre persone non mi diverte. E sì, mi sento di dirlo, perché di mezzo c’è la mia mamma. Ma lo penso a prescindere.”
Ecco io vorrei dire a Jolanda che non ha fatto ridere nemmeno noi, perché no, la sofferenza delle altre persone non può divertire, né può essere oggetto di scherno, perché privata e dolorosa, appunto. Però una cosa ci tengo a dirtela, e lo faccio a nome di tutte le donne di questa redazione, l’amore che traspare dalle tue parole, nemmeno una fuori posto, nemmeno una scritta a caso, ma centellinate ed efficaci, parlano molto di te, della tua mamma e del vostro rapporto, raccontano di un amore che va al di là del dolore e della sofferenza, raccontano di un sentimento puro e sincero. E no Jolanda, non sei stata pesante nemmeno un pochino, hai difeso come potevi tua madre, e noi, siamo certe, lei si sarà commossa ad ogni riga letta, e adesso le sanguinerà il cuore, ma poi piano piano le ferite si rimargineranno, perché tutto passa nella vita. Ma il vostro amore, l’amore tra madre e figlia, quello non passerà mai. Devi esserne fiera. La tua mamma lo sarà già, di te.
Grazie a nome di tutte le donne e di tutte le madri tradite d’Italia.