10 anni senza Giorgio Faletti, che ci ha lasciato un’eredità speciale

"Il coraggio era anche quello. Era la consapevolezza che l'insuccesso fosse comunque il frutto di un tentativo. Che talvolta è meglio perdersi sulla strada di un viaggio impossibile che non partire mai"

Pubblicato: 24 Novembre 2021 13:52Aggiornato: 23 maggio 2024 10:31

Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Era uno scrittore, un cantante e un paroliere, era un comico e un pittore, un compositore e uno sceneggiatore. Giorgio Faletti era un artista straordinario con la passione per l’arte, la cultura e lo spettacolo. Ha scritto per tutti e poi per sé stesso, ha cantato a Sanremo emozionando il pubblico in diretta nazionale, ha stupito con quel libro che ha scalato le classifiche italiane (Io uccido)  e ha fatto sorridere con quei personaggi iconici che solo lui sapeva interpretare. Una personalità poliedrica e un uomo indimenticabile. Ecco chi è stato, e chi sempre sarà, Giorgio Faletti.

Ricordando Giorgio Faletti

Nato ad Asti nel 1950, ci ha messo un po’ a trovare la sua strada ma quando l’ha fato non l’ha più lasciata. Laureatosi in giurisprudenza, Giorgio si è trasferito a Milano dove ha iniziato a seguire la scuola teatrale milanese Quelli di Grock. È entrato subito a far parte della generazione di comici e cabarettisti degli anni ’70 e ’80.

Il suo esordio avviene nel locale milanese Derby, scrivendone la storia di quegli anni. Si ritrova a condividere il palcoscenico con altri grandi nomi della comicità del tempo tra cui Diego Abatantuono, Teo Teocoli, Massimo Boldi ed Enzo Jannacci. Ma sente presto l’esigenza di sperimentare altri modi di fare arte così si presenta al Festival di Sanremo nel 1994 aggiudicandosi il secondo posto in classifica con la sua canzone Signor Tenente.

Il pubblico inizia così a conoscere quella sensibilità spiccata nei confronti dell’arte. Giorgio Faletti si mette a nudo mostrando i suoi talenti. Scrive ancora canzoni, per se stesso, per Mina e Branduardi. Ma scrive anche dei libri che fanno la storia come Io uccido, un thriller che lo consacra come uno dei giallisti più letti del panorama letterario.

E poi ancora attore. Lo ritroviamo in alcuni dei film di maggiori successo del cinema italiano come Notte prima degli esami. Faletti si dedica alla televisione, al teatro, alla musica e alla scrittura con una devozione tale che riesce a trasformare ogni cosa che fa in un successo garantito.

Il coraggio era anche quello. Era la consapevolezza che l’insuccesso fosse comunque il frutto di un tentativo. Che talvolta è meglio perdersi sulla strada di un viaggio impossibile che non partire mai

E intanto fa la spola tra Asti, dove ha una casa piena di chitarre, e Elba, dove ha una dimora vista mare alla quale ha dedicato anche una canzone. E poi ama New York, dove fugge ogni volta che può per ascoltare musica e per suonarla.

Giorgio Faletti: l’uomo, l’artista

Giorgio Faletti ha una passione unica, nei confronti della vita e dell’arte, di ogni cosa che fa. Esordisce in più settori senza remore, e lo fa riscuotendo sempre lo stesso successo. E poi eccola arrivare quell’unica battaglia che non riesce a vincere, la stessa che affronta con coraggio e dignità. A 63 anni, l’artista italiano, scopre di avere un tumore.

Non si arrende, non può farlo. Così lo combatte, prima a Los Angeles presso una clinica specializzata e poi a Torino. Ma non ce la fa e il 4 luglio del 2014 l’Italia deve dire addio all’uomo e all’artista.

Nella vita ci sono cose che ti cerchi e altre che ti vengono a cercare. Non le hai scelte e nemmeno le vorresti, ma arrivano e dopo non sei più uguale. A quel punto le soluzioni sono due: o scappi cercando di lasciartele alle spalle o ti fermi e le affronti. Qualsiasi soluzione tu scelga, ti cambia, e tu hai solo la possibilità di scegliere se in bene o in male.

Giorgio Faletti, il ricordo della moglie Roberta Bellesini

A 10 anni esatti dalla morte, il 4 luglio 2014, la moglie Roberta Bellesini ha pubblicato un bellissimo post ricordano Giorgio e la sua eredità più bella: “Attraverso le tue parole, scritte, cantate, recitate, continuiamo a percorrere strade, ci induci a frugare nei nostri ricordi e le inquietudini, le malinconie, le domande che fanno fatica a trovare una risposta non erano solamente le tue. Sono quelle di ognuno di noi”.

Da chi ha divorato i tuoi libri, ha riso con i tuoi personaggi irresistibili, si è emozionato con le tue canzoni: da tutti noi semplicemente grazie Giorgio. Fino a lassù.

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