Tutto quello di cui abbiamo bisogno, a volte, è semplicemente guardare negli occhi qualcuno che crede in noi, che ci sostiene. Perché le insicurezze, la paura di fallire, l’incapacità di comprendere fino in fondo che niente e nessuno può impedirci di raggiungere i nostri obiettivi, tante, troppe volte, ci fanno rinunciare a tutto.
Ed è lì, dove non siamo in grado di arrivare noi, che entrano in gioco le azioni dei nostri più grandi sostenitori, amici o familiari che vedono in noi la forza e la tenacia che si nascondono dietro alla paura. Se solo potessimo vederci con i loro occhi!
La storia di Thomas Alva Edison in questo senso ci insegna molto. Non tutti sanno, infatti, che quello che oggi conosciamo come l’imprenditore e inventore statunitense che ha cambiato per sempre la storia, era destinato a fallire, se avesse dato ascolto a chi non ha creduto in lui. Se non avesse avuto al suo fianco sua madre, la sua più grande sostenitrice.
Thomas Alva Edison: c’era una volta un bambino incompreso
Dietro a quegli appellativi e ai riconoscimenti che hanno trasformato Edison in uno dei personaggi più importanti della storia dell’umanità, si nascondeva un essere umano che, come tutti, aveva delle fragilità e dei limiti. Al contrario di quello che si può pensare quando ci riferiamo a geni e visionari, il suo talento non fu notato nella tenera età. Thomas non era considerato un bambino prodigio.
Ad ascoltare il parere degli insegnanti di scuola, quel ragazzino, era destinato a fallire su tutti i fronti perché incapace di apprendere. Se solo Edison avesse dato retta a quelle parole, probabilmente non avrebbe creduto in se stesso e mai avrebbe avuto il coraggio di cambiare la storia, lui che ha avuto il merito di aver illuminato il mondo intero.
Ma il celebre inventore, che a quei tempi era solo un bambino, ha avuto un valido aiuto per sviluppare la sicurezza e le capacità che lo hanno reso uno dei più importanti inventori di sempre: sua madre. Nancy Matthews Elliott a quei tempi non poteva prevedere il destino del figlio, eppure scelse di credere in lui e di sostenerlo affinché potesse realizzare grandi cose.
Nancy, la mamma straordinaria di Edison
Quando all’età di sette anni, uno dei suoi rigidi insegnanti sminuì le sue capacità, la mamma di Thomas prese le sue difese ritirando il figlio dalla scuola e optando per un’educazione in casa. Edison voleva imparare le cose a modo suo e quell’insegnamento scolastico così duro e impostato, altro non era che un impedimento per la sua curiosità e la voglia di scoprire il mondo.
Lasciata la scuola, Nancy si occupò del figlio con costanza, impegno e amore dando a Thomas un’istruzione di gran lunga migliore rispetto a quella scolastica. Nonostante la donna non avesse titoli, né soldi, riuscì attraverso i suoi personali strumenti a educare e istruire il figlio.
Lo fece attraverso la letteratura, i libri di scienza e gli esperimenti di chimica casalinghi. Rese il suo apprendimento appassionante e alternativo, lasciandolo libero di seguire i suoi stimoli e l’istinto.
A 14 anni Thomas Alva Edison iniziò a lavorare come operatore telegrafico, e a soli 21 anni depositò la prima invenzione. Il mondo lo conobbe poi per la lampadina e il fonografo. Passò del tempo, anni nei quali Edison registrò a suo nome oltre 1000 brevetti, sviluppando un grande spirito imprenditoriale e ricevendo il merito di aver applicato i principi della produzione di massa al processo dell’invenzione.
Nancy Matthews Elliott morì proprio quando suo figlio aveva raggiunto l’apice del successo, certa che ormai nulla avrebbe più fermato l’ascesa del genio del secolo. Del resto era anche merito suo, era lei che in qualche modo aveva deciso il suo destino. Scelse per la speranza e la fiducia, decise di diventare la sua più grande sostenitrice e cambiò per sempre la vita di Thomas e del mondo intero.