Cosa sarebbe la vita senza amore? Una domanda a cui è impossibile rispondere, perché questo sentimento ha mille sfaccettature e si manifesta in forme e modi differenti tanto da catalizzare ogni aspetto della vita. C’è l’amore dei genitori verso i figli, quello più vero e duraturo, ma anche l’amore passionale che travolge due amanti oppure quello platonico. Un sentimento puro, questo, che trova il suo compimento nell’alchimia che si crea con l’altro fino a raggiungere la perfezione e che è stato spesso decantato da poeti e scrittori che in alcuni casi lo hanno vissuto sulla loro pelle proprio come è successo a Johann Wolfgang Goethe.
Quello tra lo scrittore tedesco e Charlotte von Stein infatti, è stato un amore intenso, cerebrale, vissuto tra le oltre 1800 lettere che i due amanti si sono scritti nel corso del loro “legame”. Questa è la loro storia.
L’incontro di Goethe con la sua musa
Quello di Goethe nei confronti di Charlotte fu un vero e proprio colpo di fulmine scoppiato quando il poeta fece visita per la prima volta alla famiglia von Stein al castello di Kochberg. Lui aveva 28 anni ed era il precettore del duca Karl August, lei ne aveva 34, era sposata con il barone Gottlob von Stein ed era madre di sette figli. Da sempre educata alla vita di corte e a diventare la dama d’onore della duchessa Anna Amalia, Charlotte era una donna razionale in grado di comprendere i suoi doveri.
Anche se il matrimonio di Charlotte con il marito non si basava sull’amore, non avrebbe mai ceduto alla passione e allo scandalo. La sua anima così sensibile non glielo avrebbero permesso, la stessa anima che conquistò immediatamente il poeta che non riusciva a starle lontana. Nonostante lo scrittore risiedesse a Weimar, a circa 30 chilometri dalla residenza di Charlotte, faceva spesso visita alla donna. Quando non si vedevano, invece, si scrivevano lunghe e intense lettere coltivando quell’amore platonico fatto di intesa profonda, ma mai sconveniente.
Il tuo amore è per me come la stella della sera e quella dei mattino: tramonta dopo il sole e sorge prima di esso. Come la stella polare che non tramonta mai, e intreccia sopra le nostre teste una corona eternamente viva. Prego gli dèi che mi concedano di non veder mai oscurato il cammino della mia vita (A Charlotte von Stein)
La fine di un amore lungo e intenso
Goethe era totalmente rapito da Charlotte da dedicarle ogni pensiero della giornata e ogni sua opera. La donna non era semplicemente la sua confidente e la sua amica, ma era la sua musa che gli ispirò numerose opere. I personaggi femminili dei suoi scritti erano la trasposizione su carta di Charlotte. La donna diventò Antiope in Elpenor, Eleonora nel Torquato Tasso, e Natalie in Wilhelm Meister.
Un legame lungo più di dieci anni, che si interruppe bruscamente dopo il ritorno di Goethe dal suo viaggio in Italia. Quella che sembrava un’unione indissolubile di anime, non sopravvisse ai cambiamenti interiori del poeta che nello stesso tempo iniziò una relazione con Christiane Vulpius, sua futura moglie. L’idillio che per anni era stato il punto fermo del loro rapporto finì nel peggiore dei modi, portando con sé rancore e sofferenza.
Ma quando due persone sono destinate ad amarsi non c’è crisi che tenga: dopo un iniziale allontanamento i due infatti ritornarono a scriversi nuovamente, con i sentimenti cambiati in maniera inesorabile. Charlotte non era più la musa di Goethe, ma quell’amore che aveva scandito le giornate e gli anni del poeta si era trasformato in una nuova forma, sempre gentile e sincera.
Quello tra Goethe e Charlotte è stato un incontro tra anime che sono state in grado di vivere un sentimento fuori dal comune, quasi unico.