Esistono donne uniche, forti e appassionate che hanno fatto della loro vita un’opera d’arte ricca di emozioni, traguardi e successi. Parliamo di scienziate, sportive, intellettuali e artiste che hanno scritto la storia con il loro talento e la loro personalità.
Tra queste donne meravigliose troviamo anche la ballerina più importante del Royal Ballet, Margot Fonteyn. Grazia ed eleganza, passione e professionalità, gentilezza e lealtà sono gli ingredienti che l’hanno resa unica e inimitabile durante tutta la sua lunga carriera e oltre. Una testimonianza di genuinità e semplicità, unite all’amore per un’arte che richiede anche forza e sacrificio.
“Colui che danza cammina sull’acqua e dentro una fiamma“, diceva Garcia Lorca, e la storia di Fonteyn racconta proprio questo: l’eleganza della danza si mescola con una forte passione per dare vita a uno spettacolo meraviglioso, sul palco e nella vita.
Indice
Gli inizi: passione e talento
Margaret Evelyn Hookham (questo il suo nome completo) nasce il 18 maggio 1919 a Reigate, in Inghilterra. La madre è irlandese, figlia illegittima di Antonio Fontes (uomo d’affari brasiliano), e il padre è inglese. I primi anni di vita li trascorre in Cina, dove la famiglia si trasferisce per seguire la carriera lavorativa del padre.
La passione per la danza emerge fin da quando è una bambina, intraprendendo gli studi in questa disciplina. Tornata in Europa, prosegue i suoi studi a Londra, seguita dall’insegnante russa Serafina Astaf’eva, e a soli 14 anni, nel 1933, supera un’audizione entrando a far parte del Vic-Wells Ballet, quello che poi diventerà il Royal Ballet.
Fin dall’inizio della sua carriera da ballerina Margaret trasforma il suo nome in Margot e il cognome Fontes in Fonteyn dando vita al nome d’arte Margot Fonteyn che l’avrebbe accompagnata per il resto della sua vita, tra successi e traguardi storici.
La sua grande occasione arriva nel 1935, quando l’allora prima ballerina del Royal Ballet, Alicia Markova, si ritira dalle scene. In poco tempo Fonteyn diventa la punta di diamante della compagnia: nel 1937 appare per la prima volta in “Giselle”, un ruolo molto difficile del repertorio classico della danza. Diviene la musa ispiratrice di numerosi balletti coreografati da Sir Frederick Ashton, tra i quali spicca “La bella addormentata” di Čajkovskij: la sua interpretazione di Aurora, a 26 anni, rimarrà nella storia diventando il suo cavallo di battaglia lungo tutta la vita.
Da qui Margot intraprende quella che sarà una lunga carriera nella danza ricca di successi, anche grazie all’incontro di una persona che diventa essenziale lungo il suo percorso artistico e personale: il ballerino Rudol’f Nureyev.
Il partner di ballo più importante
I primi compagni di ballo di Margot sono il ballerino australiano Robert Helpmann, con il quale forma una coppia durante gli anni Quaranta, e poi l’inglese Michael Somes negli anni Cinquanta.
Ma il partner più importante è il ballerino russo Rudol’f Nureyev. Sarà lui ad accompagnare Fonteyn lungo tutta la sua carriera artistica, fino alla fine. Proprio quando in molti iniziano a pensare che Margot si stia per ritirare dal Royal Ballet avviene l’incontro con Nureyev, che cambierà il suo destino e la manterrà sui palchi più importanti del mondo per molti altri anni. Nel 1961 il ballerino russo si trova in tournée per la prima volta in Europa e chiede asilo politico in Francia, abbandonando l’Unione Sovietica. Il 21 febbraio 1963 Rudol’f e Margot si esibiscono al pubblico, insieme per la prima volta, in “Giselle”, a Londra. Al termine dello spettacolo Nureyev si inginocchia davanti a Margot e le bacia la mano come segno di stima e profondo rispetto. La loro rappresentazione è un successo, il pubblico già li adora e loro confermano un’unione che durerà per sempre.
Quello che li unisce diventa man mano un legame indissolubile di lavoro, di stima e di amicizia profonda che va al di là della danza. Hanno 20 anni di differenza e due storie di vita e personali diverse, ma la loro affinità è profonda e reale.
Il successo
I due affascinanti ballerini girano il mondo con la loro arte, calcando i palcoscenici più prestigiosi e interpretando i ruoli disegnati dai più importanti coreografi.
Diventano le star della danza, famosi per le numerose chiamate alla ribalta e per i molteplici lanci di bouquet di fiori sul palco da parte del pubblico, al termine di ogni spettacolo.
Interpretano anche “Marguerite and Armand”, che il coreografo Ashton ha cucito su misura per loro. Resteranno gli unici a danzare questo balletto fino al XXI secolo. Il loro periodo d’oro è negli anni Sessanta e Settanta. Tra i tanti capolavori, la coppia artistica debutta anche nel celebre “Romeo e Giulietta” di Kenneth MacMillan e danza nella versione filmata de “Il lago dei cigni”.
Nel 1954, all’età di trentacinque anni, viene conferito alla talentuosa ballerina il prestigioso titolo di “Dama dell’ordine dell’impero britannico”. Margot Fonteyn è una forza della natura e la sua fiorente carriera dura per molti anni, ben oltre rispetto a quello che ci si potrebbe immaginare. Lei non è solo professionale, elegante e talentuosa, ma è anche una donna speciale, appassionata e leale con tutti, amici e colleghi.
Gli amori di Margot
Il primo amore importante di Margot è il compositore inglese Constant Lambert, con il quale rimane legata per lungo tempo negli anni Quaranta.
L’amore che però la porta all’altare, nel 1955, è quello con il diplomatico panamense Roberto Arias. Nonostante si riveli un legame burrascoso, i due restano uniti fino alla fine, anche dopo il drammatico incidente che rende il marito paralizzato. Nel 1965, infatti, un rivale politico di Arias lo colpisce in una sparatoria: non lo uccide, ma compromette per sempre le sue capacità motorie. Margot rimane al suo fianco anche nelle difficoltà, continuando a danzare fino a 60 anni per poter sostenere tutte le spese mediche del marito, nonostante soffra di un’artrosi al piede, e trasferendosi a Panama per assisterlo.
Gli ultimi anni
Il ritiro dalle scene di Fonteyn avviene nel 1979 e in questa occasione viene nominata “Prima Ballerina Assoluta” del Royal Ballet, il riconoscimento più significativo per la sua splendida carriera. Margot ricopre anche il ruolo di rettrice dell’Università di Durham, dal 1981 al 1990, fino a quando si ammala di cancro, strappandola alla vita nel 1991.